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mercoledì 12 dicembre 2012

TESSERA DEL TIFOSO? NO GRAZIE

Negli ultimi anni si sente spesso parlare nell’ambito del tifo della tessera del tifoso. La suddetta tessera nasce non con una legge, bensì attraverso una circolare amministrativa (n°555 del 14/08/09), ed ha come scopo quello di limitare le violenze negli stadi e di mantenere l’ordine pubblico. Appena vista, la luce la tdt ha subito aperto una controversia: da una parte vi sono i tifosi delle curve, o meglio di quasi tutte le curve, che la contestano mentre dall’altro si trova l’ex ministro dell’interno Maroni, quella che l’ha creata e voluta, l’osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive e gran parte dell’opinione pubblica. Maroni dal canto suo cita alcuni dati: nei primi 2 anni ci sono state ben 500mila persone che hanno aderito al progetto e rispetto agli anni precedenti la percentuale degli incidenti allo stadio è diminuita vertiginosamente. Ma come si sa, i numeri spesso vengono letti a proprio piacimento e questo è il caso. Primo punto perché il dato delle 500mila tessere è tutto tranne che positivo dato che, per farsi l’abbonamento è necessaria la tessera, e  se si  confrontano i dati sugli abbonamenti di  tutte le squadre di serie A,B e Lega Pro prima dell’anno 2010/11 (anno di introduzione della tdt) con quelli del’anno prima, i numeri sono vertiginosamente in calo, secondo punto, quello riguardante gli incidenti, è pur vero che gli incidenti sono diminuiti ma se il 90% delle tifoserie organizzate ha deciso di non tesserarsi e quindi di non andare in trasferta, i settori ospiti sono diventati vuoti e quindi è chiaro che gli incidenti non si siano verificati. Ma perché esiste qualcuno che contesta il provvedimento, d’altronde per ritornare ad andare in trasferta e abbonarsi basta solamente farsi questa benedetta tesserina. La risposta a questa domanda è tanto semplice quanto sorprendente. La tessera non serve a niente, quindi perché farla? È proprio questo il punto, la tessera del tifoso non ha nulla a che fare con l’ordine pubblico! A questo punto una volta sentita questa affermazione si rimane un po’ spiazzati, ma se si va realmente ad analizzare lo stato delle cose è realmente così:
 1)Se i violenti (perché purtroppo allo stadio a volte vanno i violenti) volessero farsi la tessera potrebbero, nessuno glielo impedirebbe. Dato che chi ha già avuto una condanna per reati da stadio non potrebbe comunque andarci aldilà della tessera, mentre chi non ha ancora compiuto atti di violenza ma è intenzionato a compierli può ricevere la tdt senza problemi
2) Senza tessera non si può fare l’abbonamento ma si possono comprare i singoli biglietti, anche per tutte le partite in casa! Ma se un violento invece di entrare allo stadio con un abbonamento ci entra con un biglietto cambia qualcosa??
3) Nelle partite in trasferta il meccanismo funziona così: es. per inter-Roma la tessera del tifoso è necessaria per i tifosi della Roma perché la squadra si trova in trasferta. Ma come fare per capire di che squadra sia chi acquista il biglietto? La soluzione è questa si vieta la vendita (tranne per i possessori della tdt) ai residenti nelle regione da cui parte la trasferta, in questo caso ai residenti della regione Lazio. Ma mi chiedo ma se io sono un tifoso della Roma, nato a Roma ma residente a Napoli, magari per motivi di lavoro, sono meno pericoloso di un tifoso romanista residente a Roma???
Ma allora perché si è messo su tutto questo polverone per niente? Beh in molti pensano che la vera ragione sia un’altra tutt’altro che sportiva. Basti pensare che chi aderisce al suddetto programma si mette in tasca una bellissima carta di credito revolving che comporta il 14% di interesse(quasi la stessa percentuale che pretenderebbe un usuraio)   e che il progetto iniziale, quello di maroni&co, era quello di rendere obbligatorio l’acquisto degli abbonamenti utilizzando la tessera come carta di credito e quindi di costringere i tifosi a pagare gli interessi esorbitanti (progetto andato in fumo  a causa della sentenza emanata dal Consiglio di Stato che ha giudicato illegittimo questo passaggio). In secondo luogo va analizzato ciò che sta succedendo negli ultimi anni nell’ambito del tifo all’interno del quale la tessera del tifoso può essere collocata solo come la punta di un iceberg. Il concetto è semplice: mentre fino a vent’anni fa’ gli introiti che finivano nelle tasche delle società sportive erano derivanti dai biglietti dello stadio che venivano acquistati dai tifosi, ora tutto è cambiato, infatti i 2/3 degli incassi provengono dalle pay tv. Per cui il processo che si sta attuando tacitamente è quello di scoraggiare il tifoso a seguire dal vivo la propria squadra invitandolo a starsene seduto sul divano guardando la partita più comodamente e pagando meno. Tant’è che negli ultimi anni si sono susseguiti diversi provvedimenti: biglietti nominativi, chiusura dei botteghini il giorno della partita, daspo per ogni tifoso che minimante non rispetta le regole, prezzi dei biglietti esorbitanti e infine la tessera del tifoso. Perché oltre ad essere inutile questa tessera è anche scomoda! Per ottenerla è necessario presentare 2 fotocopie di un documento, 4 fototessere in formato passaporto USA, e tanta pazienza dato che sono necessari almeno 60 giorni prima che arrivi. Tutto questo atto a sfavorire la presenza sugli spalti.
Dopo tutta questa spiegazione ancora però non si riesce bene a comprendere bene il motivo della protesta da parte dei tifosi più accesi. D’altronde nonostante l’inutilità del provvedimento dal punto di vista dell’ordine pubblico, al contrario è indubbiamente necessaria per andare in trasferta e abbonarsi. Il motivo non è facilmente comprensibile e si aggancia concetti più ampi. Il ragionamento che è stato fatto è questo: ma perché per fare qualcosa che io considero normale mi devo mettere in tasca una carta di credito?, perché devo dare tutti i miei dati alla questura( che tanto nella maggioranza dei casi già li ha)?, perché devo dire si a tutto ciò che non ha assolutamente attinenza con l’ordine pubblico?. Inoltre già sapendo che accettando tra qualche anno si penserà ad un altro provvedimento più invasivo, e poi ad un altro si ne corrisponderà un ulteriore provvedimento e così via. Ma quante volte sentiamo di accoltellamenti in discoteca, ma per caso si è mai sentito parlare di tessera del discotecaro? Per questo si è deciso di rifiutare, di dire “no grazie” anche a costo di rinunciare a qualcosa di veramente caro come seguire la propria squadra lontano da casa, “io non voglio una carta di credito per andare allo stadio, non ne ho bisogno” per cui si resiste senza accettare compromessi perché in un momento così dove tutti si fanno passare sopra ogni sorta di abusi, soprusi e violenze abbassando la testa c’è chi dice no, a provvedimenti stupidi che coprono solo  sporchi interessi economici, anche a costo di rimetterci.

MICHELE NOCE

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