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lunedì 24 dicembre 2012

BUON NATALE A CHI RESISTE

Il 2012 è ormai agli sgoccioli, e come verrà fatto in campo calcistico giudicando l’annata dei calciatori, delle squadre e degli allenatori, febbre a 90° si propone di fare un bilancio per quanto riguarda ciò che è successo sugli spalti, per quanto riguarda il tifo.

Il 2012, in scia con gli anni precedenti, porta con sé un’ulteriore, anche se piccola, diminuzione della percentuale di presenze allo stadio. Le cause di questo continuo declino sono svariate, e vanno tutte in una stessa direzione.  Ormai andare allo stadio è divenuta un’opera coraggiosa. Gli stadi sono vecchi e decadenti (a proposito la legge sugli stadi che viene definita in via d’approvazione da due anni, ripeto da due anni, è morta nelle camere di una politica sempre più ridicola), i biglietti invece sono sempre più costosi. Basta pensare  che nel 90% degli stadi italiani la partita non si vede, per comprare i tagliandi per queste benedette partite servono documenti anche per gli under  14 e per andare in trasferta serve una carta di credito che non ha niente a che fare con il tifoso.  Insomma con queste premesse è normale che il supporter medio alla fine preferisca la il divano allo scomodo seggiolino dello stadio.
Se il 2012 sotto l’aspetto delle presenze dei tifosi è andato di pari passo con quelli precedenti, va registrata un’innovazione degna di nota: l’albo degli striscioni. L’albo degli striscioni è l’ultima trovata dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e riguarda chi vuole portare uno striscione allo stadio.  Grazie a questa nuova normativa chi vorrà portare il proprio vessillo dovrà inviare la foto dello stesso al sito dell’osservatorio con allegate le misure e il gruppo che l’ha fatto. In altre parole una schedatura, in altre parole una difficoltà in più a nei confronti di chi vuole comunicare un messaggio di incitamento alla propria squadra, o di sfottò verso la squadra avversaria. È vero che a volte si sono registrati dei messaggi troppo offensivi, ma comunque la percentuale è ridotta e non giustifica il voler punire tutti. Bisogna ricordare che gli striscioni hanno fatto la storia del tifo italiano, basti ricordare ad esempio lo slogan di sfottò che scrissero i napoletani arrivati a Verona  “Giulietta è’na zoccola”.  Oppure  sempre a Verona i tifosi romanisti che alla fine di un campionato culminato con una tragedia (perdere uno scudetto a  4 giornate dalla fine è una tragedia) scrissero “chi tifa Roma non perde mai”.
Dopo una premessa così l’epilogo sembra scontato, il tifo in Italia sta morendo, lentamente, ma sta morendo… eppure il vento soffia ancora, eppure qualcosa si sta ancora muovendo. Infatti nonostante tutto questo, esiste uno zoccolo duro che non molla, che sembra credere in una rinascita o meglio continua a fare quello che reputa giusto senza pensare a cosa dice l’opinione pubblica. E’ così a Roma, a Napoli, a Lecce, Genova, Taranto, Pisa, Terni.  Quindi si continua per questa strada, si resiste.
E per questo che il mio augurio di buon Natale va non a tutti, ma solo a chi nonostante tutto quello che sta succedendo, e qui non mi riferisco all’ambito calcistico, ma a tutto il resto, prova a resistere, a fare quello che si “vuole” e non quello che si “viene costretti “ a fare. Buon Natale a chi resiste.

MICHELE NOCE

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