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mercoledì 6 febbraio 2013

FRANCESCO TOTTI: IL SIGNORE DEL CALCIO CHE HA FERMATO IL TEMPO

Francesco Totti nasce nel 1976 a Roma.  Inizia a giocare a pallone all'età di 7 anni, prima nella Fortitudo e poi nella Lodigiani. A 13 anni passa alle giovanili della Roma, e da questo momento in poi non abbandonerà  mia più la casacca giallorossa. Si, avete capito bene: Totti è la bandiera per eccellenza, il simbolo di Roma e dei romanisti, è l'amore per una maglia e per una città, è la gioia di vestire due colori che ama fin da bambino.
Dall'età di 13 anni fino ad oggi, la storia di Totti è incredibile nella sua semplicità, appassiona e commuove non semplicemente i tifosi giallorossi, ma anche tutti gli amanti del calcio.
L'esordio ufficiale in campionato avviene nel 1994, con Carletto Mazzone alla guida della Roma, che di Totti parla così: "Questo ragazzo è un talento purissimo". Non avrà tutti i torti.
Dopo Mazzone arriva alla Roma l'allenatore argentino Bianchi, uno con il quale Francesco non va d'amore e d'accordo. Pensa pure di lasciare la Roma, ma l'amore per la maglia è troppo grande, e decide di rimanere, a discapito poi dello stesso Bianchi, che verrà esonerato.
Arriva Zeman, e con lui Totti vive un grande periodo di forma, migliorando notevolmente dal punto di vista realizzativo, segnando 30 gol in due anni.
Nel 2000 partecipa ai campionati europei di calcio con la maglia della nazionale, ed è autore di ben due gol.
Durante la storica semifinale con l'Olanda, Francesco subentra nella ripresa: la partita si conclude 0-0, la finalista si deciderà dal dischetto. Di Biagio non fallisce, De Boer si, sbagliando due calci di rigore nella stessa partita. Poi Pessotto, ancora gol, mentre Staam spedisce il pallone in curva. E' il momento di Francesco Totti: prima di andare a calciare, si avvicina a Maldini, lo guarda negli occhi e gli dice: "Paolè, Mo je faccio er Cucchiaio." Ride, e si incammina verso il dischetto. Maldini è incredulo, si gira verso Di Biagio: " Ma stava scherzando vero?". No non scherza.
 I campioni li riconosci perchè nei momenti importanti hanno la stessa freddezza che nelle partite "normali": Totti è di parola, Van der Saar è spiazzato, l'Italia, grazie anche ad un monumentale Toldo è in finale dopo 32 anni. Purtroppo per noi, la finale è persa in modo tragico, al golden gol contro gli odiati cugini francesi.
I trofei stentano ad arrivare, ma per Totti ha relativa importanza;  il tempo però è galantuomo, e con Capello la Roma vince lo scudetto nella stagione 2000-2001, grazie al "trio delle meraviglie", formato da Montella, Batistuta e naturalmente Totti. E' il 17 giugno del 2001, la Roma sconfigge 3-1 il Parma e si conferma prima in classifica sulla Juventus. L'Olimpico è una bolgia, sono presenti circa 100.000 persone, e la Roma non tradisce i suoi tifosi: a segno tutti e tre i protagonisti dell'attacco giallorosso, e la città eterna esplode di gioia, 18 anni dopo l'ultimo trionfo.
 A coronamento di un' annata straordinaria, Er Pupone trascina i suoi al successo contro la Fiorentina nella supercoppa italiana, siglando la rete del definitivo 3-0.
Dopo l'exploit nel 2001, trascorrono due anni non esaltanti, ma nemmeno da dimenticare, per il capitano della Roma, che ereditò la fascia nel 1998 da un certo Aldair. Nel 2004 la Roma torna ad essere competitiva, raggiunge il secondo posto il campionato e Totti tocca quota 20 gol in una stagione, conquistando il secondo Guerin d'Oro della carriera.
 Il punto più basso della carriera di Totti è, forse, il 16 giugno 2004: durante Italia-Danimarca, partita valida per l'Europeo, Totti sputa in faccia al danese Poulsen: 3 giornate di squalifica, Italia eliminata e critiche a valanga per il gesto inappropriato di Francesco.
Lo stesso anno il Real Madrid piomba su Totti con un'offerta da 35 milioni di euro: la tentazione è forte, fortissima, ma Totti alla fine dice di no. Non tradisce i suoi colori, sceglie di rimanere.
La verità è che le sirene suonano sempre per i grandi campioni, c'è chi le ascolta e parte, e c'è chi, come Ulisse e come Totti, si fa legare all'albero maestro e rimane a casa sua, dove tutti lo amano.
Comunque sia, l'episodio contro la Danimarca e l'offerta del Real Madrid influiscono sulla stagione altalenante del capitano l'anno successivo.
Nel 2005 arriva a Roma un tale Luciano Spalletti, proveniente da Udine: a Roma con lui la musica cambia, Totti viene spostato centravanti, perno dal 4-2-3-1 spallettiano. Sono stagioni di grande calcio per la Magica, che ottiene addirittura 11 successi consecutivi in campionato (record assoluto fino a quel momento), culminati con la vittoria nel derby, nonostante il grave infortunio del capitano, costretto a non giocare per 4 mesi.  L'anno successivo Totti vince la Scarpa d'Oro, e diventa il più prolifico marcatore italiano ancora in attività, a soli 29 anni. Inoltre la Roma porta a casa la Coppa Italia, umiliando l'Inter nella finale di andata con un netto 6-2.
E' un periodo magico per Totti, che vince il mondiale con la nazionale nel 2006, realizzando il rigore decisivo al 94' contro l'Australia. Intervistato a fine partita, quando gli chiedono a cosa ha pensato, Totti risponde dicendo:"Era ora che facessi il ciucciotto", dedicando il gol al figlio.
Durante gli anni Francesco frantuma tutti i record possibili e immaginabili con la maglia della Roma e a livello italiano. Continua a giocare, a segnare e a divertirsi, anche se, per un talento come lui, vincere così poco è una sofferenza. Ma a lui non importa, quando Maurizio Mosca gli chiede perchè non va a giocare solamente 2 o 3 anni in una squadra blasonata per vincere qualcosa di più, lui risponde così:
"Perchè sono cresciuto nella Roma e morirò nella Roma, perchè sono sempre stato tifoso della Roma."
Si potrebbe continuare per ore a raccontare le gesta di questo grande campione, i suoi gol impossibili, come il pallonetto a San Siro contro l'Inter o il gol alla Sampdoria da un angolo inesistente.
Si potrebbe dire di come ha emozionato ogni tifoso giallorosso, di come ha gioito ad ogni vittoria proprio come un tifoso della Curva Sud, o di quanto sacrifici ha fatto per questa maglia.
Ci sarebbero veramente troppe cose da dire, troppi aneddoti da raccontare, troppe immagini indelebili di questo giocatore.
E così vi lascio una frase, per farvi riflettere sulla grandezza interiore di questo ragazzo, che viene definito dai suoi "nemici sportivi" coatto, burino, ignorante, ma che in realtà, ha, prima di tutto, un grande cuore, che batte per l' A.S. Roma.

"Adesso dicono che è stato un mio limite il fatto di non aver mai cambiato squadra. In realtà era il mio sogno fin da bambino. Qui ho tutto e sto bene, si vince poco, ma è stata una scelta di vita. Quello che dice la gente non mi interessa, se mi criticano nonostante i miei 200 gol, vuol dire che di calcio non ne capiscono niente."

Francesco Totti.



























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