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giovedì 7 febbraio 2013

ZEMAN E LA ROMA: I MOTIVI DI UN FALLIMENTO

Era arrivato quest'estate annunciato a gran voce dalla stampa. E' stato il motivo del boom di abbonamenti all'interno della tifoseria giallorossa. Un bagno di folla per il boemo già dalle prime amichevoli pre-campionato. Nella speranza di regalare un sogno ai tifosi della Roma. Il sogno però è terminato lunedi scorso. Infatti dopo la sconfitta umiliante in casa con il Cagliari la società giallorossa ha deciso di esonerarlo. E' risaputo che Zeman è uno che divide le piazze. E' un radicale, un'integralista. O lo odi o lo ami. Infatti la piazza giallorossa e l'opinione pubblica si sono subito divise in due gruppi: i favorevoli all'esonero ed i contrari. C'è chi, da zemaniano convinto, scagiona il boemo da tutte le accuse e condanna in maniera decisa la squadra e la dirigenza. C'è invece chi ritiene Zeman l'unico responsabile della stagione deludente della Roma. La ragione, come spesso accade in questi casi, sta nel mezzo. Sono talmente complesse le problematiche della Roma attuale da non poterle identificare con le azioni sbagliate di una persona. Cacciare Zeman non è stato nè giusto nè sbagliato. E' stato però inevitabile. Nel calcio si sa, in questi casi a pagare è l'allenatore perche è impossibile cacciare un'intera squadra o un'intera dirigenza. Ma se l'esonero di Zeman è stato giusto o sbagliato ce lo dirà solo il tempo. Sarà giusto se scuoterà la Roma dal torpore e le farà ottenere risultati all'altezza delle potenzialità della squadra. Sarà sbagliato se questo non avverrà. Sicuramente il boemo paga alcuni suoi errori dovuti più ad un forzato integralismo che ad un effettiva "ignoranza" calcistica. Dall'inserimento di elementi come Goicochea e Tachtsidis (giocatori su cui ha puntato fortemente) ma che alla fine si sono rivelati inadatti per questa squadra e forse per questo campionato. Errori evidenti sono stati anche la cattiva gestione psicologica di alcuni giocatori, De Rossi e Stekelenburg per citare i casi più eclatanti. La cosa più grave è che in questi due casi a sbagliare non è stato solo Zeman ma anche i due giocatori in questione, colpevoli di troppi atteggiamenti da prima donna. Soprattutto De Rossi, che da bandiera qual è per questa dovrebbe giocare anche in porta, non è mai andato d'accordo con il boemo. Non ha voluto giocare da interno, ha fatto i capricci per giocare da regista (ruolo che non ha mai veramente fatto in carriera), e quando Zeman l'ha accontentato ha fornito prestazioni deludenti, giocando bene solo col Milan. Troppo poco una partita bella su 20 per un giocatore che è il più pagato della sua squadra. Le colpe quindi non sono solo di Zeman. La squadra non lo ha mai veramente seguito in toto, il gioco zemaniano tanto proclamato si è visto raramente nonostante le potenzialità ci fossero tutte. E qui ovviamente entrano in gioco anche gli errori della società. Baldini, Sabatini e tutti gli altri sono uomini navigati all'interno del mondo del pallone. Sono dirigenti e operatori di mercato il cui curriculum parla per loro. Per questo la loro gestione fino ad adesso è inaccettabile. La Roma è una Ferrari che in questo anno e mezzo è stata pilotata più o meno sempre come una Cinquecento. E la colpa non può essere solo di un allenatore o di un portiere scarso. L'esonero di Zeman non deve essere usato come caprio espiatorio dei problemi della Roma, poichè significherebbe che qualcuno a Trigoria non vuole prendersi le sue responsabilità. L'esonero di Zeman deve servire per ripartire con quello che si ha, nella consapevolezza che tutti, dal Presidente Pallotta ai magazzinieri, devono impegnarsi maggiormente per riportare questa squadra nei posti che le spettano. Non tutto è da buttare, con Zdenek quest'anno Lamela è defintivamente esploso, Florenzi e Marquinhos sono due  tra i giovani più interessanti del campionato, e Totti corre più di quando aveva 18 anni. Ora sarà compito di Andreazzoli dare continuità alle prestazioni di questi giocatori e recuperare mentalmente coloro che col boemo non sono mai praticamente scesi in campo con le motivazioni giuste. Andreazzoli fu il vice di Spalletti, l'allenatore che nell'ultimo decennio di storia della Roma è stato forse il miglior C.T. passato dalle parti di Trigoria. La speranza per i tifosi giallorossi è che l'allievo superi il maestro.

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