Cerca nel blog

mercoledì 20 febbraio 2013

ALESSANDRO DEL PIERO: IL CAVALIERE DELLA VECCHIA SIGNORA

Nella quinta puntata della nostra ormai consueta rubrica dedicata alle bandiere del calcio italiano, vogliamo parlare di un giocatore che ha fatto la storia della Juventus: Alessandro Del Piero.
Numeri alla mano, Del Piero ha infranto tutti i record possibili con la maglia bianconera: record di presenze totali, di gol, di stagioni della Juve, di capitano della Juve, e visto che non voglio annoiarvi, dato che in verità c'è ne sono molti altri ancora, non starò qui ad elencarveli tutti.
Preferisco invece concentrarmi sulla  magica, intricata ed appassionante storia di Alex con la Juve.
"Mamma, vado a giocare in parrocchia, torno per cena, promesso."
Comincia così la storia d'amore tra il pallone e Del Piero, nella parrocchia di Saccon: inizialmente era un bambino gracile, e la mamma cercava ogni volta di convincerlo a giocare in porta, in modo da non ammalarsi e da non farsi male. Ahi, ahi, se Pinturicchio avesse dato retta alla mamma, ora forse non saremmo qui, ad emozionarci con questo infinito racconto.
Visionato dai dirigenti del Padova, si trasferisce nella squadra con la casacca biancorossa, esordendo in serie B nel 1992, all'età di 18 anni. L'anno dopo Gianpiero Boniperti lo porta alla Juventus, la squadra del cuore di Alex.
Piano piano, tra lo  stupore generale, Del Piero si conquista la fiducia del mister Trapattoni, nonostante la giovanissima età. Nel 1995 debutta in nazionale; nello stesso anno, la campagna acquisti della "Vecchia Signora" lascia perplessi la maggior parte dei tifosi: Baggio viene venduto al Milan, si decide di puntare su quel giovane di Conegliano, cresciuto nel vivaio del Padova. E' l'anno della consacrazione: conquista la Champions League, l'unica della sua carriera, e la Supercoppa Italiana, giocando in tutte le partite in cui era disponibile, sia in Campionato, che in Champions.
Lo stesso anno viene soprannominato Pinturicchio dall' avvocato Gianni Agnelli, per distinguerlo da Baggio, a cui era stato dato il soprannome Raffaello. Con l'avvocato, Del Piero porta avanti un profondo rapporto, fatto di grande stima e rispetto reciproco: " Gianni Agnelli aveva una grande capacità di giudicare, poichè era un profondo conoscitore del mondo del calcio."
Sono gli anni della grande Juve, quella che in tre anni raggiunge per tre volte consecutive la finale di Champions, porta a casa due campionati, due coppe Italia, due supercoppe Italiane e una supercoppa Europea, lasciando praticamente le briciole agli avversari, in Italia e non solo.
Alex segna un gol pazzesco nella finale persa contro il Dortmund nel '97, con un tacco al volo, e l'anno dopo conquista la scudetto, segnando il gol decisivo su rigore nella sfida cruciale contro l'Inter, e mandando in visibilio il Delle Alpi.
Seguono anni difficli per Del Piero, aggravati dalla  rottura del crociato nel '99, infortunio che lo costringe a stare fuori dal campo per 9 mesi. L'anno dopo ritorna in campo, e convocato per gli Europei del 2000, purtroppo per noi, fallisce clamorosamente il gol che avrebbe potuto chiudere la finale contro i cugini transalpini, persa al golden gol. Un destino alquanto beffardo, visto che il gol vincente lo realizza proprio il suo prossimo partner d'attacco, David Trezeguet.
Dopo tre anni di digiuno, la Vecchia Signora ritorna alla vittoria del tricolore, beffando Inter e Roma al fotofinish, confermandosi anche l'anno successivo. Partecipa ai mondiali in Corea, realizzando il gol decisivo per la qualificazione agli ottavi dell'Italia, dedicando il gol al padre appena scomparso.
Nel 2003 arriva la terza finale di Champions League persa per Alex, contro il Milan ai calci di rigore.
La vecchia signora paga dazio l'anno successivo, arrivando al terzo posto in campionato, ma poi riprende la solita marcia trionfale che la porta alla conquista di altri due scudetti.
E così finalmente arriviamo al 2006, l'anno x, l'anno decisivo, l'anno cruciale, croce e(soprattutto) delizia per Del Piero, i tifosi bianconeri, e tutto il calcio italiano.
Calciopoli investe il mondo del calcio come un fulmine a ciel sereno, portando la Juventus in serie B, e togliendole due scudetti, uno dei quali assegnato all'Inter. La nazionale Italiana si prepara nel peggiore dei modi al mondiale in Germania, o forse no. Perchè nelle difficoltà si vede la forza del gruppo, un gruppo guidato da uno come Marcello Lippi, un gruppo forte ed unito, un gruppo dove Totti e Del Piero riescono finalemente a convinvere completandosi, non limitandosi.
Diceva uno scrittore abbastanza famoso, "la notte è sempre più buia prima dell'alba", e così l'Italia risorge dalle ceneri di Calciopoli, andando a conquistare il mondiale tedesco. E Alex?
Beh, Alex questa volta il gol del raddoppio non lo fallisce, realizzando il 2-0 alla Germania. E non fallisce neanche il rigore in finale, il quarto, forse il più importante, spiazzando Barthez. E guarda caso, a sbagliare il rigore decisivo è quel tale, Trezeguet, ve lo ricordate? "Non mi sveglierò mai da questo sogno, perchè è vero, è tutto vero. Sono diventato campione del mondo, gioco in serie B con la mia squadra, con il 10 sulla schiena."
Dopo i fasti del mondiale, per Alex c'è da affrontare una stagione difficile, la prima della storia per la Juventus. Il Manchester United lo chiama, ma lui non risponde: " Io ho scelto di restare, quando ho sposato questa causa l'ho fatto appieno, per questo sono molto sereno. Ringrazio chi mi ha cercato e ha pensato a me per fare grandi cosa insieme. Ora però penso a questo campionato, e dico che dobbiamo continuare a darci dentro."
Il purgatorio dura un anno, poi la Juve ritorna al posto che gli compete, e nel 2008 ritorna in Champions League. Il 4 novembre 2009 Del Piero è il primo giocatore italiano della storia a realizzare una doppietta al Bernabeu, incantando i 70.00 tifosi blancos, che gli tributano una standing-ovation al termine della gara. "Certo che Del Piero non invecchia veramente mai."cit. Diego Armando Maradona.
Andrea Agnelli diventa presidente della Juve, e nel 2011 comincia l'era Conte: i rapporti tra tecnico e giocatore sono "normali", anche se molte volte Del Piero parte dalla panchina; con Andrea Agnelli non corre buon sangue: il presidente vede in Del Piero un ostacolo per una Juve "nuovo corso", e dopo vari tira e molla, Del Piero non rinnova il contratto. Un giorno disse " Un cavaliere non lascia mai una signora." Già, ma se è la (Vecchia)signora a lasciare un cavaliere?
Il 13 maggio 2012 disputa la sua ultima partita con la maglia bianconera, uscendo al minuto '57, dopo aver realizzato il suo ultimo gol con la Juve. Abbandona uno Juventus Stadium in lacrime, il numero 10 della Juve per 17 anni, il simbolo per eccellenza della maglia bianoconera.


"La Juve è casa mia. Così come lo è Torino, tutt'è due parti di un processo graduale e inesorabile che mi ha portato a sentirmi figlio di entrambe. Il legame con la Juve però è antecedente a quello con la mia città, e sconfina in quel territorio mitico dell'infanzia, di poster e sogni di gloria che cullavo, da bambino perennemente attaccato al pallone qual ero."

ALESSANDRO DEL PIERO




















Nessun commento:

Posta un commento