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martedì 29 gennaio 2013

ANTONIO DI NATALE: QUANDO NON E' MAI TROPPO TARDI PER DIMOSTRARE CHI SEI

Nella seconda puntata della nostra rubrica dedicata ai totem del campionato italiano, parleremo di Antonio Di Natale, meglio conosciuto come Totò.
Totò nasce a Napoli nel 1977, si forma nella scuola calcio San Nicola, e dopo un provino viene "acquistato" dall'Empoli gratis all'età di 13 anni.
Difficile per un ragazzo appena tredicenne traferirsi in una nuova realtà, lontano da mamma papà e fratelli, e così Totò vive un periodo difficile, preda di violenti attacchi di nostalgia: una notte scappa dal ritiro e ritorna a casa. Sembra così concludersi la sua breve carriera, ma il suo idolo Montella riesce a convincerlo a continuare. Bisogna fare delle rinunce per seguire i propri sogni, e così Totò resiste, lontano da tutti, con il suo amico del cuore, il pallone.
Cresce nel vivaio dell'Empoli, e viene poi mandato a farsi le ossa nella vecchia serie C , prima all'Iperzola, poi al Varese e infine al Viareggio, dove si mette in luce con 12 gol in 25 presenze.
L'Empoli capisce che questo ragazzino non è uno dei tanti, e lo riscatta: titolare nella serie cadetta, dopo 4 stagioni porta i toscani alla tanto agognata promozione in serie A.
E' il 2002, un anno magico per Antonio: viene convocato anche in nazionale , con la maglia numero di 10 che fu di un tale Roberto Baggio: segna anche il suo primo gol , ma viene escluso dal mondiale da Trapattoni.
Meno felice è l'anno dopo, segna solo 5 reti e l'Empoli retrocede. Nonostante ciò, viene acquistato dall'Udinese, perchè uno come lui non può non militare in una squadra di serie A.
Dal 2004 in poi è un monologo bianconero, sponda Udine. Inizialmente non è il bomber implacabile che conosciamo oggi: "solo"  26 gol in tre anni. Poi si trasforma: 17 gol in una stagione, e Udine sogna di nuovo, trascinata in Europa da Totò; ma il 2008 non si conclude qua, perchè  è su di lui che punta Donadoni per l'Europeo in Svizzera e Austria. Non tutte le storie hanno il lieto fine purtroppo, e Di Natale sbaglia il calcio di rigore decisivo nella sconfitta ai rigori contro la Spagna dei fenomeni, che poi si laurerà campione d'Europa. Una delusione che non intacca il suo rendimento la stagione successiva: 12 gol e Udinese settima. Certi giocatori esplodono subito, li vedi a 18 anni e sai che sono già forti, maturi e pronti per grandi piazze; altri escono fuori nel periodo tra i 21 e i 25 anni, l'età della verità per molti calciatori. C'è poi una terza categoria, quella dei giocatori che a 30 anni non hanno ancora dato il meglio di sè: Totò fa parte di quest'ultima.
A 33 anni Totò diventa capocannoniere della serie A con 29 gol in 35 partite, ma non è finita qui, perchè si riconferma l'anno dopo, con 28 gol in 35 presenze. Infrange tutti i record del club friulano, supera Bierhoff e diventa il giocatore più prolifico della storia dell'Udinese, poi vince l'oscar come miglior calciatore italiano nel 2010.
A questo punto si potrebbero aprile le porte del grande calcio per lui: la Juve lo vuole fortemente, ma lui rifuta dichiarando: "L'Udinese è il mio mondiale".
Potremmo chiudere l'articolo così, in effetti cos'altro puoi dire di una persona del genere?
 Ha scelto Udine, e non gli scudetti, per dare stabilità ai propri figli, per evitare una vita da pendolare, per ringraziare Udine per tutto l'amore ricevuto. E ancora ogni anno, ad agosto la gente pensa: "O, ma oramai questo è vecchio, vuoi davvero che segni ancora 20 gol a stagione? " Quest'anno a metà stagione è già a 14.
La risposta la sapete già, perchè la classe non è una dote che si perde col tempo, tutto al più si affina, e se non mi credete guardate a quel giovincello con la casacca giallorossa che corre ancora come un matto a 36 anni suonati. Ma questa è un'altra storia, che vi racconterò nella prossime puntate.



" Per l'Udinese rifiuterei anche il Real Madrid".
Antonio di Natale.

Marco Cesario







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