Cerca nel blog

martedì 15 gennaio 2013

IPOCRISIA AL POTERE: QUANDO IL DENARO VIENE PRIMA DELLA LOTTA AL RAZZISMO

3 gennaio,  Busto Arsizio, si gioca Pro Patria-Milan partita amichevole di inizio anno. Lo stadio pieno di famiglie, di bambini. Insomma la classica partita tranquilla. Eppure qualcosa di strano succede perché a metà primo tempo, Kevin Prince Boateng scaglia la palla verso le tribune e se ne va, seguito poi dal resto della squadra. Cos’era successo? Semplice: Ogni volta che toccava palla lui, o un altro compagno di colore del Milan, una sparuta minoranza di tifosi della Pro cominciava a lanciare ululati simili al verso delle scimmie. E così, il povero Boateng non ha retto.

 Nonostante fosse solo una partita amichevole, quasi in famiglia, il gesto di Boateng si è propagato a macchia d’olio non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Il merito, ovviamente, è dei media che hanno battuto la notizia, se non fosse però che molti hanno aperto la contesa andando alla ricerca della più vuota e melensa retorica su come il calcio dei giorni nostri sia malato, senza parlare dei problemi reali e passare in rassegna possibili soluzioni. I soliti discorsi dietrologici senza capo né coda, utili solo ad alimentare polemiche.  Sono così rispuntati fuori i soliti sostenitori del “è meglio chiuderle definitivamente le curve” o “quella è gente repressa e violenta” che hanno continuato con le loro tesi nonostante le persone identificate siano 5 tifosi possessori di tessera del tifoso (un momento loro non erano i buoni?) e addirittura un assessore della Lega Nord che almeno ha avuto il buon gusto di dimettersi. Non i soliti frequentatori delle curve quindi.
Mettiamo in chiaro le cose, il gesto di quei pochi, è senza dubbio da condannare, ma ciò che emerge di sconcertante da questa vicenda è l’assoluta vittoria dell’ipocrisia tipica ita(g)liana. Perché è molto facile interrompere una partita amichevole in nome del fair play e del “no racism” ma quando si parla di partite di campionato nessuno si sogna di farlo. L’esempio si è subito verificato: durante Lazio-Cagliari ci sono stati  "buu" razzisti verso Ibarbo. Niente sospensione. Come scritto dall’Avv. Contucci nel blog del famoso giornalista F.Bocca “l’antirazzismo o è un valore assoluto o non lo è”. In sostanza o viene espresso sempre, oppure sarebbe meglio tacere per far  più bella figura. Purtroppo l’unico valore assoluto, di fronte al quale tutto passa in secondo piano, è il denaro. Al cospetto del denaro nessuno pensa neanche minimante di fare questioni di principio o moralità, nemmeno il milionario Boateng, che se quella partita fosse stata Milan-Barcelona e non Mila-Pro Patria di certo non se ne sarebbe andato.
Ma tanto a noi va bene così, scoppia un caso in un’amichevole inutile, si interrompe la partita, comincia la solita tarantella farcita di editoriali giustizialisti di prestigiosi giornalisti e interventi di tutte le autorità del caso. Sindaci, ministri, presidenti e tifosi dicono la loro, ma poi si arriva alla domenica e si riparte, come se nulla fosse, fieri di aver risolto il problema all’ita(g)liana. The Show must go on...

MICHELE NOCE

Nessun commento:

Posta un commento