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mercoledì 27 febbraio 2013

MILAN-BARCELLONA: LA VITTORIA DI ALLEGRI

Ci sono allenatori e allenatori, molti diversi l'uno dall'altro. C'è chi è più gestore che insegnante di calcio. Tra questi ci sono tutti quelli che per fare bene hanno bisogno di una squadra piena zeppa di campioni, che essi domano e disciplinano con il loro carisma, insegnado a questi campioni ad essere umili come se non fossero già giocatori affermati. Ci sono invece quegli allenatori che riescono a tirare fuori il meglio da quello che hanno, anche se quello che hanno molte volte non è di grandissima qualità. Massimiliano Allegri fino all'anno scorso era considerato un appartente alla prima categoria. Allenava il Milan, la squadra più titolata al mondo e piena di blasone e gloria. Allenava gente del calibro di Ibrahimovic, Thiago Silva o leggende viventi come Seedorf, Nesta e Gattuso. Per questo motivo, quando il Diavolo quest'anno ha perso i suoi senatori ed i suoi Top Player la figura di Allegri è stata messa in discussione. Complice un inizio di campionato disastroso in molti ritenevano questo allenatore non più adatto per una squadra che doveva cominciare un nuovo ciclo. Qui vanno fatti i complimenti alla dirigenza rossonera. Battute di Berlusconi a parte, ad Allegri è sempre stata data fiducia, anche nei momenti più bui della stagione. Casi del genere in Italia sono rari. Rifondare una squadra dal nulla, puntando sui giovani, è una pratica che richiede tempo e pazienza. Il Milan ce l'ha avuta ed ha avuto ragione. Proprio a questo punto infatti il "gestore" Allegri si è trasformato in insegnante di calcio. E che insegnante. Ha lanciato De Sciglio, ha fatto esplodere El Sharaawy, ha consacrato Montolivo e ha reso un centrocampista come Constant un ottimo terzino sinistro. Ha cresciuto e plasmato futuri campioni, adattandoli con alcuni giocatori non eccezionali, ma che stanno facendo la loro parte. Nel frattempo con pazienza il Milan è risalito, ha rimontato incredibilmente in campionato, arrivando in zona Champions League. E proprio nella coppa dalle grandi orecchie Allegri ha ottenuto forse la vittoria più bella della sua carriera: 2-0 niente di meno che al Barcellona dei marziani. Una partita perfetta, preparata scientificamente dal tecnico toscano. La cosa più incredibile è che il Milan ha giocato molto meglio dei blaugrana, non concedendo a Messi e compagni neanche un tiro in porta. Una cosa mai vista. Se si guardano poi le rose delle due squadre appare chiaro e tondo il capolavoro di Allegri. Analizziamolo tatticamente questo capolavoro: niente marcatura a uomo su Messi (come qualcuno gli aveva consigliato), ma un semplice reticolo di giocatori che ostruivano le sue linee di passaggio e quelle dei suoi compagni. I giocatori del Milan hanno creato una sorta di ragnatela in modo da imbrigliare il gioco del Barcellona, costringendolo ad uno sterile possesso palla orizzontale. Altro dato da sottolineare: il Milan non ha fatto catenaccio. Ha giocato una partita accorta, con l'atteggiamento umile di chi sa di essere inferiore sulla carta, ma senza mai difendersi ad oltransa. Catenaccio significa chiudersi negli ultimi 20 metri, difendendo passivamente e contraccando con pochi uomini. Se ancora non siete convinti guardate l'azione del 2-0: il Milan ruba palla a meta campo e attacca il Barcellona con 3 uomini ( Niang, El Sharaawy e Muntari) più Montolivo l'area avversaria. Infatti è proprio l'inserimento di un centrocampista come Muntari a favorire il raddoppio. Una squadra catenacciara in vantaggio a dieci minuti dalla fine non aggredisce a centrocampo e non attacca in cosi tanti uomini. Perciò è sbagliato sminuire in questi termini ciò che ha fatto il Milan ed il suo allenatore. Era già capitato infatti di vedere perdere il Barcellona, ma i catalani, anche nelle serate piu negative, si erano sempre resi pericolosi grazie alla qualità dei suoi giocatori (vedi le due semifinali col Chelsea l'anno scorso). Con i rossoneri invece non hanno fatto nulla. Il Milan è stato protagonista di una vittoria che ha qualcosa di unico perchè ha annullato completamente il magnifico gioco catalano. E Allegri ha fornito probabilmente uno spunto anche per gli altri allenatori che si sono sempre scervellati per capire come fermare questi marziani. E scusate se è poco. Una settimana fa abbiamo visto un insegnante di calcio guidare alla vittoria degli alunni con un curriculum non eccezionale, ma che sono stati in grado di battere i primi della classe. Non male per uno che non capisce un cavolo.

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