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lunedì 20 maggio 2013

UDINESE E ARSENAL: LE ENNESIME IMPRESE DI GUIDOLIN E WENGER

Per un allenatore vincere trofei è la gratificazione più grande, è il coronamento del proprio lavoro, è la consacrazione massima che può toccare ad un tecnico. Se è giusto ricordarsi di chi vince, non bisogna però per questo considerare tutti gli altri come degli incapaci. Nel mestiere del coach soprattutto, la bravura spesso consiste nel trarre il massimo dai mezzi che si hanno a disposizione. E' giusto osannare i vari Mourinho, Guardiola e Heycknes (per citarne alcuni), che ogni anno vincono trofei su trofei, ma è anche giusto dare merito a chi, magari più in silenzio, continua da anni a compiere veri e propri miracoli. Due allenatori che rientrano in questa categoria sono senza dubbio Wenger e Guidolin. Tanti sono i tratti comuni di questi due personaggi, soprattutto in termini di risultati. Il tecnico dell'Arsenal, grazie al successo per 1-0 sul campo del Newcastle, ha portato per la diciassettesima volta su diciassette stagioni di panchina la sua squadra in Champions League. Mentre nei primi anni però aveva a disposizione uno squadrone con cui era impossibile non arrivare tra le prime 4, da ormai 6/7 anni la musica è cambiata. L'Arsenal ha deciso di puntare sui giovani, facendoli crescere per poi venderli nel momento di maggiore ascesa. Niente investimenti milionari, solo cessioni importanti e acquisti per il futuro. Una politica societaria da una parte molto lodevole, ma che dall'altra ha danneggiato a livello di vittorie i Gunners, a secco di trofei ormai da 8 anni. Wenger ogni anno vede partire i suoi fenomeni, rimpiazzati molte volte con ragazzi di talento, ma di certo non all'altezza dei partenti. Ogni anno si trova a dover ricostruire da zero, cercando sempre di far giocare la sua squadra nella miglior maniera possibile, spesso con pochi mezzi a disposizione. Il suo Arsenal non vince trofei ormai da tempo, ma gioca molto bene, è la classica squadra che può perdere e vincere con chiunque. Ha un sacco di giovani interessanti, valorizzati da Wenger, che un giorno faranno la fine dei vari Van Persie, Fabregas e Nasri, solo per citarne alcuni. Altri campioni esploderanno, poi se ne andranno ed il tecnico alsaziano ricomincerà sempre da capo. Quest'anno l'impresa era più difficile perchè oltre alle due squadre di Manchester ed al Chelsea, il Tottenham per lungo tempo sembrava esseri affermata come quarta forza del campionato. Invece no, ancora una volta il buon Arsene l'ha spuntata, traendo il massimo da quel poco che gli era rimasto. Gli hanno tolto Van Persie ed al suo posto gli hanno comprato Giroud, ma è arrivato quarto lo stesso, come l'anno scorso. Scusateci se è poco.
Leggendo la storia recente di Wenger e dell'Arsenal si notano parecchie somiglianze con Guidolin e la sua Udinese. Anche al tecnico bianconero sono stati tolti i vari Sanchez, Inler, Isla e Handanovic, tutti giocatori valorizzati da lui. Gli è stata smantellata la squadra ogni anno, ma ogni stagione, costantemente, è riuscito a far rendere al massimo ogni suo giocatore. Come Muriel, su tutti quest'anno il giocatore che è migliorato di più. Dopo due qualificazioni ai preliminari di Champions (persi poi proprio a causa dello smantellamento della squadra) quest'anno sembrava arrivata la fine anche per Guidolin. "Ha una certa età e non può fare miracoli tutti gli anni", questo si diceva ad inizio campionato. Anche in un annata più difficile delle altre il risultato alla fine è stato lo stesso. L'Udinese è arrivata davanti a squadre più attrezzate come Roma, Lazio ed Inter, e se ne va in Europa, per il terzo anno di fila. Le bacheche di Wenger e Guidolin non rendono giustizia a questi due straordinari allenatori, ma allo stesso tempo permettono di ricordarci che non serve per forza chiamarsi Mourinho o Guardiola per essere considerati ottimi allenatori. Nel calcio, ogni tanto, è giusto anche ricordare non solo chi vince, ma chi, in silenzio, lavora sempre al massimo delle sue potenzialità

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