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giovedì 28 febbraio 2013

NAPOLI-JUVENTUS: FUORI I SECONDI

"Qualche giocatore che mi è antipatico? Non qualche faccia in particolare, ma una squadra, soprattutto dopo le finali ruvide di Coppa Italia e Supercoppa: il Napoli. Quando me li trovo di fronte scatta qualcosa"


Questa è una dichiarazione che Claudio Marchisio, il Principino bianconero, ha rilasciato qualche tempo fa al Corriere della Sera, ed è rappresentativa in pieno di quello che significa Napoli-Juventus. Infatti "L'antipatia” a cui si riferisce il giocatore della nazionale, non è un odio verso un “popolo” (quello napoletano), o verso una squadra, ma un sentimento agonistico, che sta a significare che questo match non è come tutti gli altri. Non sono solo tre punti, ma molto di più. 
La rivalità fra questi due club risale ai tempi di Maradona, quando le squadre si fronteggiavano per lo scudetto, quando il Napoli dell’argentino se la lottava contro i “padroni” Agnelli della Vecchia Signora. Da allora molte cose sono cambiate, ma Napoli-Juve è rimasta sempre una gara imprevedibile e ricca di agonismo. In Campania questa partita è sentita quasi come un derby, sia per le forti rivalità, sia per la grande presenza di tifosi juventini nella regione. 
La gara non si vive solo per 90 minuti, ma comincia la settimana prima, e prosegue quella dopo, nei bar e negli uffici, tra sfotto’ e analisi tattiche. 
Ma da tempo non si verificava quello che sta succedendo quest’anno. I due team infatti, sono i leader della classifica e del campionato, proprio come ai tempi del Pibe de Oro. 
Questa volta, però, non si affronteranno Platini e Maradona, ma Pirlo e Hamsik, Barzagli e Cannavaro, Vucinic e Cavani, nuovo idolo partenopeo. Proprio lui, il Matador, ha riportato indietro l’orologio al 1991, quando il Napoli vinceva e faceva tremare la Serie A, con quello che molto probabilmente era ed è tuttora il giocatore più forte della storia del calcio. Oggi l’uruguaiano si propone di continuare a far sognare la città a suon di goal, cercando di battere ed avvicinare proprio l’ “odiato” avversario bianconero. 
Avvicinare è il termine giusto, perché ,ora come ora, la Juventus si presenta al San Paolo con ben 6 punti di distanza. Quindi questa gara potrebbe essere il matchpoint? Che nessuno si azzardi a dirlo! Infatti tutti a Torino ci vanno molto cauti sull’argomento. Per Conte le ultime 11 giornate devono essere tutte vissute come delle finali, ma siamo sicuri che la sfida con il Napoli sia, segretamente, considerata più importante di molte altre partite. In caso di vittoria la Juventus potrebbe mettersi addirittura a 9 punti sopra i partenopei, avendo inoltre il vantaggio negli scontri diretti. 
Ogni volta che la Vecchia Signora viene a giocare al San Paolo, viene accolta da 60mila persone (tutto esaurito), da un clima incredibile, e da 11 guerrieri vestiti di azzurro. Quindi anche venerdì non sarà di certo una partita come le altre. 
Tanti sono i precedenti fra queste due squadre, passando dagli scontri Serie B, fino ad arrivare alla finale di Coppa Italia vinta dagli azzurri e a quella di Supercoppa ad Agosto vinta dai bianconeri, fra mille polemiche. 
L’anno passato a Napoli finì in con un rocambolesco 3-3, senza Cavani, ma con un grande Pandev e con il convalescente Pepe, autore del pareggio definitivo. Venerdì il Matador ci sarà e cercherà di rompere il digiuno di goal che va avanti da un mese, ma di fronte si troverà contro una delle difese meno battute in Europa, con Chiellini che però dovrebbe essere ancora in forse, visti i dolori fisici. La retroguardia bianconera non è più quella di un paio di anni fa quando proprio Cavani siglò una tripletta davanti ai suoi tifosi. 
Il match sarà sicuramente entusiasmante, carico di foga agonistica, forse anche troppa, visto che negli scontri passati sono quasi sempre fioccati i rossi, soprattutto per Zuniga, e perfino per Marchisio, che nel 2007 proprio contro i partenopei ha preso la prima ed unica espulsione della sua carriera. 
Incollatevi davanti agli schermi per godervi la partita, ma non troppo al divano, perché questa gara non vi fa rilassare, anzi... a maggior ragione se siete tifosi di una delle due squadre non vi rilasserete per niente. Il San Paolo sarà una bolgia, e nessuna delle due formazioni ha intenzione di perdere e di mollare. 

PARTITA SCONSIGLIATA PER I DEBOLI DI CUORE 

L'ANGOLO DELLO SCOMMETTITORE

Giornata fondamentale in serie A, occhi puntati sul big match Napoli-Juve ma non scordiamoci di Milan-Lazio e Catania-Inter.

LE PARTITE

Venerdì ore 20.45 Napoli-Juve
Sfida scudetto al San Paolo. La Juve è a +6 sui partenopei, ma per il tricolore la lotta è apertissima. Se molti vedono un Napoli in crisi, la partita di Udine ha invece mostrato una squadre comunque in salute che sta però soffrendo la scarsa vena del suo miglior uomo, Cavani, che però non si farà attendere molto.
Juve che invece ha la grande chance di allungare e passare indenni al San Paolo potrebbe regalare ai bianconeri quel vantaggio necessario per giocare la Champions con più tranquillità. E' la partita dell'anno, sarà spettacolo puro, al campo l'ardua sentenza.
Giocata sicura: Goal 1.65
Giocata rischiosa: 1 ( 2.60 )

Sabato ore 20.45 Milan-Lazio
Anche a S.Siro partita che si preannuncia emozionante, in palio c'è il terzo posto, ultimo buono per la Champions. Il Milan viene dal pareggio nel derby in cui ha convinto ma non ha portato a casa la posta piena, in dubbio Balotelli ma sarà recuperato quasi sicuramente per la partita. Biancocelesti che stanno vivendo una delle loro migliori stagioni: finale in coppa Italia, ottavi di Europa League e terzo posto a +2 proprio sui rossoneri. Una vittoria biancoceleste potrebbe spezzare l'equilibrio.
Giocata sicura: Over 1.5 ( 1.27 )
Giocata rischiosa: somma goal finale 4 ( 5.00 )

Domenica ore 12.30 Torino-Palermo
I granata ospitano la squadra più in crisi della serie A. Toro che vede la salvezza vicina e una vittoria potrebbe chiudere il discorso. Per il Palermo è l'ultima spiaggia, dopo l'ennesimo cambio in panchina ( fuori Malesani dentro Gasperini ), la situazione è disperata, solo una vittoria potrebbe ridare speranza ai rosanero. Sfida tra fantasisti: Cerci contro Ilicic, da qui passa la vittoria.
Giocata sicura: Over 0.5 secondo tempo ( 1.25 )
Giocata rischiosa: X pt ( 2.05 )

Domenica ore 15.00 Bologna-Cagliari
Al Dall'Ara partita tra 2 squadre che vogliono allontanarsi dalla zona retrocessione. Il Bologna lunedi ha raggiunto una gran vittoria ai danni della Fiorentina, successo fondamentale per la classifica ed il morale. Un'altro successo potrebbe mettere i Felsinei al sicuro. Sardi che invece arrivano dalla rocambolesca vittoria contro il Toro e fanno affidamento su Marco Sau per portare a casa i 3 punti e avvicinare la salvezza.
Giocata sicura: Under 2.5 ( 1.75 )
Giocata rischiosa: X ( 3.20 )

Domenica ore 15.00 Catania-Inter
Altra partita da non perdere. Il sorprendente Catania ospita l'Inter di Stramaccioni. Etnei che hanno il secondo miglior rendimento nel 2013. Puntano con decisione all'Europa, 2 i punti di distacco dai neroazzurri che sono proprio al 5 posto. Inter in grande crisi invece, il derby ne è stata la riprova e solo il cuore e un pizzico di fortuna hanno permesso agli uomini di Stramaccioni di portare a casa un punto. Occhio a Gomez, la sua velocità potrebbe mettere in difficoltà la difesa neroazzurra.
Giocara sicura: Goal (1.65)
Giocata rischiosa: 1 ( 2.60 )

Domenica ore 15.00 Fiorentina-Chievo
I viola che non possono permettersi altri passi falsi se non vogliono perdere il treno per l'Europa. Gli uomini di Montella non possono permettere quest'occasione visti i tanti scontri diretti e si affidano a Jovetic per portare a casa i 3 punti. Il Chievo è in calo, 1 punto in 4 partite, che deve fare attenzione a non farsi risucchiare nelle zone basse della classifica.
Giocata sicura: 1 ( 1.40 )
Giocata rischiosa: 1H ( 2.00 )

Domenica ore 15.00 Pescara-Udinese
Il Pescara che ha un disperato bisogno di punti, affronta l'Udinese che invece è a quota 37, a soli 3 punti dalla fatidica quota 40. Gli abbruzzesi devono vincere per accorciare sul 4ultimo posto e per ridare fiducia ad un ambiente smarrito. Udinese che potrebbe ancora provare l'assalto all'Europa anche se sembra un impresa proibitiva.
Giocata sicura: Under 3.5 ( 1.27 )
Giocata rischiosa: 2 ( 2.10 )

Domenica ore 15.00 Sampdoria-Parma
Una Samp in grande forma ospita un Parma che sta affrontando una mini crisi.  I doriani grazie all'arrivo di Delio Rossi hanno ritrovato punti e morale, riuscendo a ragguingere a quota 32 proprio il Parma. Emiliani che invece dopo un girone di andata strepitoso non hanno più trovato la vittoria e cercano punti per ridare fiducia ad una squadra che aveva sorpreso tutta Italia. Comunque vada per entrambe manca poco per salvarsi.
Giocata sicura: Under 2.5 ( 1.57 )
Giocata rischiosa: 2 ( 3.40 )

Domenica ore 15.00 Siena-Atalanta
Nonostante la penalizzazione e lo scetticismo generale il Siena è ancora in corsa per la salvezza. Gli ultimi risultati fanno ben sperare nonostante i 5 punti di svantaggio dal quart'ultimo posto del Genoa. Risultati ottenuti grazie all'esplosione del giovane Emeghara, un giocatore da tenere d'occhio. I bergamaschi invece hanno bisogno di punti per non ritrovarsi invischiati nella lotta retrocessione, e per vincere si affidano al croato Livaja autore di una doppietta domenica scorsa.
Giocata sicura: Over 1.5 ( 1.38 )
Giocata rischiosa: 2 ( 2.20 )

Domenica ore 20.45 Roma-Genoa
La giornata si chiude con la partita dell'Olimpico. La Roma del nuovo corso Andreazzoli viene da due vittorie di fila e se vuole ottenere l'Europa deve vincere approfittando così degli scontri diretti di questa giornata. Occhio ad Osvaldo, non segna da parecchio. Il Genoa dall'arrivo di Ballardini non ha mai perso e ha preso un buon vantaggio ( 5 punti ) sulla terz'ultima. Una sconfitta del grifone riaprirebbe la lotta salvezza.
Giocata sicura: 1 ( 1.50 )
Giocata rischiosa: somma goal finale 3 ( 3.00 )

mercoledì 27 febbraio 2013

MILAN-BARCELLONA: LA VITTORIA DI ALLEGRI

Ci sono allenatori e allenatori, molti diversi l'uno dall'altro. C'è chi è più gestore che insegnante di calcio. Tra questi ci sono tutti quelli che per fare bene hanno bisogno di una squadra piena zeppa di campioni, che essi domano e disciplinano con il loro carisma, insegnado a questi campioni ad essere umili come se non fossero già giocatori affermati. Ci sono invece quegli allenatori che riescono a tirare fuori il meglio da quello che hanno, anche se quello che hanno molte volte non è di grandissima qualità. Massimiliano Allegri fino all'anno scorso era considerato un appartente alla prima categoria. Allenava il Milan, la squadra più titolata al mondo e piena di blasone e gloria. Allenava gente del calibro di Ibrahimovic, Thiago Silva o leggende viventi come Seedorf, Nesta e Gattuso. Per questo motivo, quando il Diavolo quest'anno ha perso i suoi senatori ed i suoi Top Player la figura di Allegri è stata messa in discussione. Complice un inizio di campionato disastroso in molti ritenevano questo allenatore non più adatto per una squadra che doveva cominciare un nuovo ciclo. Qui vanno fatti i complimenti alla dirigenza rossonera. Battute di Berlusconi a parte, ad Allegri è sempre stata data fiducia, anche nei momenti più bui della stagione. Casi del genere in Italia sono rari. Rifondare una squadra dal nulla, puntando sui giovani, è una pratica che richiede tempo e pazienza. Il Milan ce l'ha avuta ed ha avuto ragione. Proprio a questo punto infatti il "gestore" Allegri si è trasformato in insegnante di calcio. E che insegnante. Ha lanciato De Sciglio, ha fatto esplodere El Sharaawy, ha consacrato Montolivo e ha reso un centrocampista come Constant un ottimo terzino sinistro. Ha cresciuto e plasmato futuri campioni, adattandoli con alcuni giocatori non eccezionali, ma che stanno facendo la loro parte. Nel frattempo con pazienza il Milan è risalito, ha rimontato incredibilmente in campionato, arrivando in zona Champions League. E proprio nella coppa dalle grandi orecchie Allegri ha ottenuto forse la vittoria più bella della sua carriera: 2-0 niente di meno che al Barcellona dei marziani. Una partita perfetta, preparata scientificamente dal tecnico toscano. La cosa più incredibile è che il Milan ha giocato molto meglio dei blaugrana, non concedendo a Messi e compagni neanche un tiro in porta. Una cosa mai vista. Se si guardano poi le rose delle due squadre appare chiaro e tondo il capolavoro di Allegri. Analizziamolo tatticamente questo capolavoro: niente marcatura a uomo su Messi (come qualcuno gli aveva consigliato), ma un semplice reticolo di giocatori che ostruivano le sue linee di passaggio e quelle dei suoi compagni. I giocatori del Milan hanno creato una sorta di ragnatela in modo da imbrigliare il gioco del Barcellona, costringendolo ad uno sterile possesso palla orizzontale. Altro dato da sottolineare: il Milan non ha fatto catenaccio. Ha giocato una partita accorta, con l'atteggiamento umile di chi sa di essere inferiore sulla carta, ma senza mai difendersi ad oltransa. Catenaccio significa chiudersi negli ultimi 20 metri, difendendo passivamente e contraccando con pochi uomini. Se ancora non siete convinti guardate l'azione del 2-0: il Milan ruba palla a meta campo e attacca il Barcellona con 3 uomini ( Niang, El Sharaawy e Muntari) più Montolivo l'area avversaria. Infatti è proprio l'inserimento di un centrocampista come Muntari a favorire il raddoppio. Una squadra catenacciara in vantaggio a dieci minuti dalla fine non aggredisce a centrocampo e non attacca in cosi tanti uomini. Perciò è sbagliato sminuire in questi termini ciò che ha fatto il Milan ed il suo allenatore. Era già capitato infatti di vedere perdere il Barcellona, ma i catalani, anche nelle serate piu negative, si erano sempre resi pericolosi grazie alla qualità dei suoi giocatori (vedi le due semifinali col Chelsea l'anno scorso). Con i rossoneri invece non hanno fatto nulla. Il Milan è stato protagonista di una vittoria che ha qualcosa di unico perchè ha annullato completamente il magnifico gioco catalano. E Allegri ha fornito probabilmente uno spunto anche per gli altri allenatori che si sono sempre scervellati per capire come fermare questi marziani. E scusate se è poco. Una settimana fa abbiamo visto un insegnante di calcio guidare alla vittoria degli alunni con un curriculum non eccezionale, ma che sono stati in grado di battere i primi della classe. Non male per uno che non capisce un cavolo.

INTER-MILAN: IL DERBY VISTO DA UN INTERISTA

Sono stato sinceramente molto sorpreso dal risultato maturato nella stracittadina di Milano (1-1) e dei commenti che ne sono susseguiti da parte di giornali, tifoserie, presidenti e allenatori. Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto partiamo dalle formazioni: Allegri ripropone il lanciatissimo 4-3-3 con Boateng preferito a Niang sulla corsia destra, confermando gli undici protagonisti della vittoria epica contro il Barcellona; Stramaccioni invece opta per un 4-3-3 speculare al modulo milanista, ma che di speculare in realtà ha nulla. Opinabile la scelta di non schierare Kovacic regista in mezzo al campo, indiscutibilmente errata quella di schierare Guarin in mediana. Errori banali, come quello di considerare Nagatomo pronto per giocare titolare, o invertire le posizioni di Cassano e Alvarez ( il Barese è molto più pericoloso quando parte da sinistra e si accentra). Dopo questo breve incipit, addentriamoci nei meandri del match: dopo i primi 5 minuti di assestamento, dove l'Inter sembra più propositiva, il Milan prende le misure e diventa padrone assoluto del match: Gargano non riesce a impostare, Cassano si deve abbassare troppo per prendere il pallone e girarsi. Palacio corre inutilmente, visto che i tagli effettuati non vengono nemmeno presi in considerazione dai "palleggiatori" interisti. Per il Milan sembra tutto facile: De Sciglio infila puntualmente un Nagatomo inguardabile( le diagonali sono le basi difensive) e Guarin appare sacrificato inutilmente in una posizione dove deve preoccuparsi più di difendere che di attaccare. Il risultato è un assolo del Diavolo, che impedisce le ripartenze agli uomini di Stramaccioni e riesce prontamente ad allargare il gioco sulle fasce, cogliendo poi di sorpresa l'Inter in mezzo. C'è da considerare però la variabile impazzita di questo sport, quella irrazionale: Mario Balotelli. Il centravanti azzurro ( ricordiamocelo sempre) fallisce 2 nitide palle gol, e trova sulla sua strada un Handanovic strepitoso, che gli nega più volte la gioia del gol. Beccato dalla curva interista per tutta la partita non sempre riesce a mantenere la tensione sotto controllo, incappando in alcuni nervosismi inutili e dando anche qualche calcetto di troppo.
Fin qui tutti d'accordo, la Gazzetta, il Corriere dello Sport, Stramaccioni e Allegri. Poi la musica cambia compeletamente: secondo i giornali l'Inter ha una reazione rabbiosa. Per l'allenatore interista "abbiamo giocato meglio di loro nel secondo tempo". Addirittura?. Moratti riesce anche a fare i complimenti per il grande carattere etc etc . Insomma, il gol (come sempre) cambia le carte in tavola, non solo in campo ma anche fuori. Ma la realtà è che, apparte un'azione abbastanza casuale, in cui la difesa milanista ha commesso un grave errore, l'Inter non ha fatto nient'altro nel secondo tempo. Se possibile, nella ripresa, la prestazione è stata ancora più deludente in alcuni momenti. Infine una considerazione sul cambio Schelotto-Cambiasso: applausi ad Ezequiel, grande cuore e sostanza, ma la sostituzione è completamente fuori da ogni schema tattico. Tra l'altro Cambiasso era l'unico in quel momento ( insieme all'inesauribile Zanetti) che si dannava l'anima a recuperare palloni, mentre Alvarez trotterellava come una ballerina sulla trequarti.
Questa volta è andata così, ma consiglierei a Moratti di rivedere per intero il match, prima di sciogliersi in commenti fin troppo dolci. Un grande applauso va invece ad Allegri, che si trova contro un presidente che di calcio ne capisce poco, ma nonostante ciò è riuscito a dare un'idendità ben precisa a questo Milan, che gioca finalmente a pallone. Moratti e Stramaccioni prendano appunti.

MARCO CESARIO.




martedì 26 febbraio 2013

TOP 11 VENTISEIESIMA GIORNATA SERIE A

Al termine di questa giornata la Juve ha allungato a +6 sul Napoli in attesa dello scontro diretto di venerdì. Gli uomini di Conte infatti schiantano il Siena 3-0 mentre i partenopei pareggiano a reti bianche con l'Udinese. Nella lotta al terzo posto fa 3 importanti balzi in avanti la Lazio che batte il Pescara e approfitta del pareggio tra Inter e Milan nel derby. Continua la favola Catania, i rossoblù espugnano Parma e si piazzano a -2 dal quinto posto che vorrebbe dire Europa. Seconda vittoria consecutiva per la Roma di Andreazzoli sotto la neve, 3-2 all'Atalanta. La Samp batte il Chievo 2-0, il Cagliari senza pubblico e senza presidente ottiene i tre punti contro il Torino grazie ad uno scoppiettante 4-3. A reti bianche invece termina lo scontro salvezza Palermo-Genoa. Ma andiamo a vedere la top 11 di questo turno di Serie A.

SAMIR HANDANOVIC: Se continua cosi ce lo ritroveremo spesso in questa top 11. La scorsa giornata le sue paratone non erano servite ad evitare la goleada con la Fiorentina. Nel derby invece i suoi miracoli hanno permesso all'Inter di restare in partita e di non andare a fine primo tempo negli spogliatoi con un passivo pesante. Certo che se para cosi tanto però significa che in casa Inter c'e' qualche problema nelle retrovie

STEPHAN LIECHSTEINER: Un gol fortunoso, come ammette lo svizzero ai microfoni di Sky, ma pur sempre un gol. Una rete pesante perchè sblocca un match che poteva essere insidioso per la Juve. A coronamento di una gran prestazione e di un gran periodo. Lich sta dando il meglio proprio nel momento in cui a Conte serviva di più il suo apporto.

STEPHAN RADU: Che bolide del rumeno. Settimana scorsa si è parlato tanto e giustamente del gran gol di Totti contro la Juve, ma questo certo non è da meno. Sblocca la partita con un missile e da li in poi per i biancocelesti è una passeggiata. Gol talmente bello che anche al suo collega Lulic viene l'idea di emulare il terzino biancoceleste. Prodezza.

VASILIS TOROSIDIS: Arrivato in silenzio a Trigoria. Alla seconda partita da titolare si permette anche il lusso di siglare la sua prima rete in Serie A contro l'Atalanta. Rete decisiva. Buona prestazione con la Juve e buona prestazione anche questa giornata. Si sta guadagnando piano piano la fascia destra della Roma

DANIELE CONTI: Il capitano si vede nel momento del bisogno. In un momento non proprio esaltante per il Cagliari (stadio vuoto e presidente in carcere) Daniele sigla una doppietta importantissima per domare il Torino e portare a casa 3 punti importantissimi. Trascinatore.

MIRALEM PJANIC: Non c'è Totti, non c'è De Rossi? Ci penso io. Forse avrà pensato questo Miralem prima della trasferta di Bergamo. In mezzo alla neve è lui con le sue giocate a trascinare la Roma. Sigla la punizione del 2-1, imposta, lotta e dirige tutte le azioni giallorosse. Talento cristallino.

FRANCESCO LODI: La sua punizione non è splendida come al solito, ma è furba ed intelligente, soprende Mirante e porta in vantaggio il Catania. Gran prestazione aldilà del goal. Con lui in cabina di regia il Catania ha un gioco fluido, veloce e divertente, e tutto passa dalla mente del suo numero 10. 

PAUL POGBA: Questo ragazzo ha un piede destro chirugico. Andatevi a rivedere la facilità di calcio che gli permette di realizzare il 3-0. Quasi da fermo. Sempre più titolare nello schacchiere di Conte e forse a farne le spese sarà un certo Vidal. Non male per un diciannovenne relegare in panchina uno come il cileno. Riserva di lusso.

MARKO LIVAJA: Era proprio necessario per L'Inter mandarlo via in cambio di Schelotto e Rocchi? Doppietta alla prima da titolare con l'Atalanta. Con buona pace dei tifosi interisti e della società neroazzurra che adesso se lo vorrà riavere dovrà sborsare un bel pò di soldi. E pensare che ce lo aveva in casa. All'Atalanta almeno troverà la sua dimensione.

SEBASTIAN GIOVINCO: Fischiato dai suoi tifosi perchè ritenuto troppo molle e poco decisivo. Eppure se si guardano le statistiche di tutte le competizioni ci si accorge che è il capocannoniere dei bianconeri pur non giocando sempre dall'inizio. Fa bene Conte a difenderlo. La Formica Atomica è un patrimonio che la Juve deve custodire gelosamente e crescere al meglio. Con pazienza e non con i fischi.

STEPHAN EL SHARAAWY:  E menomale che con Balotelli non avrebbe più brillato. Sigla un magnifico gol per velocità ed esecuzione. E' più decisivo e più presente del suo più blasonato compagno di reparto. Sia in attacco che in difesa. Questo è un giocatore totale, quelli cosi non scursicono davanti a nessuno.

ALLENATORE: ROLANDO MARAN: Seconda settimana consecutiva per lui nella nostra Top 11. Più che meritata questa presenza. Il suo Catania in silenzio continua a stupire. Maran predica tante parole e pochi fatti e fa bene. Ma ora non si può non parlare della sua magnifica squadra. L'Europa è li, a portata di mano. A soli due punti c'e' l'Inter, proprio la prossima avversaria dei siciliani.

venerdì 22 febbraio 2013

L'ANGOLO DELLO SCOMMETTITORE

La settima giornata di ritorno del campionato di Serie A si svolgerà dal sabato al lunedì, con ben tre posticipi, visti gli impegni di coppa del giovedì di Europa League.

LE PARTITE

Sabato ore 20:45 Palermo-Genoa
La ventiseiesima giornata di campionato si apre con una sfida chiave per la lotta salvezza.
Il Palermo di Gasperini ha assolutamente bisogno dei tre punti per non sprofondare ancor di più nel baratro, e per tornare alla vittoria in casa, che manca addirittura dalla 14esima giornata (3-1 al Catania). Dall'altra parte il Grifone di Ballardini sono in ottima forma, e col nuovo allenatore non hanno ancora perso. Riusciranno Miccoli e compagni a ripartire?
Giocata sicura: Goal (1.77)
Giocata rischiosa: 1(2.10)

Domenica ore 12:30 Sampdoria-Chievo
Nell'anticipo dell' ora di pranzo, si affronteranno a Marassi due formazioni che hanno fatto vedere ottime cose in stagione, e che sono entrambe appaiate a 29 punti. La Sampdoria di Delio Rossi è in striscia positiva da tre giornate, e come al solito, al centro dell'attacco schiererà il giovanissimo Icardi, forse troppo rapido per la difesa a 5 avversaria. Molto probabilmente il Chievo cercherà di giocare di contropiede, affidandosi alla verve di Thereau e Paloschi per ritrovare una vittoria che manca da tre gare.
Giocata Sicura: Under(1.63)
Giocata rischiosa: No Goal squadra ospite(2.30)

Domenica ore 15:00 Atalanta-Roma
La nuova Roma di Andreazzoli arriva all'Atleti Azzurri d'Italia super galvanizzata dalla vittoria contro la Juve capolista, quindi cercherà di continuare ad imporre il proprio gioco anche contro l'Atalanta di Colantuono. I Bergamaschi, invece, sono ancora troppo vicini alla zona retrocessione ed in più in casa sembrano essersi bloccati, e non ottengono i tre punti da cinque giornate. All'andata i giallorossi vinsero, rischiando tanto. Certo era la squadra di Zeman, ora è tutto diverso ma si sa che di solito i tecnici come Colantuono o i giocatori nati nella capitale si esaltano contro la formazione di Totti e compagni...
Giocata sicura: Goal(1.55)
Giocata rischiosa: somma goal finale 3(3.25)

Domenica ore 15:00 Bologna-Fiorentina
Al Dall'Ara andrà in scena una sfida storica della Serie A, che però vede le due formazioni separate da tanti punti, poiché il Bologna è in zona retrocessione, mentre la Viola spera nella Champions.
Nonostante questo ci si aspetta una partita molto interessante, entrambe le squadre hanno bisogno di punti.
La Fiorentina non riesce ancora a raggiungere una certa continuità fuori casa, ed in più in questa sfida dovrà giocare veramente al meglio per battere Gila, Koné e compagni che in casa si fanno sempre valere.
Giocata sicura: Goal squadra casa(1.35)
Giocata rischiosa: 1(3.25)

Domenica ore 15:00 Juventus-Siena
Dopo il tour de force della settimana passata, la Juventus torna a casa riposata, ma punita e caricata da Conte dopo la sconfitta di sabato scorso. Si troverà contro una squadra che vede la salvezza non tanto lontana. Il Siena viene a Torino con tre risultati utili consecutivi alle spalle, e con il nuovo gioiello Emeghara, per cogliere impreparata la Vecchia Signora. Conte, in vista della trasferta di Napoli, risparmierà alcuni titolari, anche per dare un'opportunità in più a gente come Quagliarella e Giovinco che sono in cerca di spazio.
Giocata sicura: Over(1.50)
Giocata rischiosa: Somma goal finale 3(3.25)

Domenica ore 15:00 Parma-Catania
Sembra essersi arrestato il sogno di Donadoni, infatti la propia formazione non vince da 5 giornate, ed ha avuto un netto calo di forma. Dall'altra parte invece il Catania va a mille, e si trova con la salvezza in mano e con l'Europa League distante appena tre punti. Per ottenere la vittoria i gialloblù devono ritrovare i goal di Belfodil e gli spunti offensivi di Biabiany, ma allo stesso tempo stare attenti agli avversari, che possono essere letali in contropiede.
Giocata sicura: 1(2.05)
Giocata rischiosa: X(3.20)

Domenica ore 15:00 Cagliari-Torino
Con Cellino ancora in carcere, e senza il pubblico sugli spalti di Quartu, il Cagliari è chiamato a vincere per continuare sulla buona striscia di risultati, per tirarsi fuori definitivamente dalla zona retrocessione, ed infine per cambiare la tendenza a giocare meno bene fra le mura amiche. Di fronte si troverà il Torino di Ventura e Cerci, che giornata dopo giornata, continua a stupire, e sembra dirigersi sempre più verso una tranquilla salvezza. Infine c'è da sottolineare in ottica pronostico che, i Granata fuori casa tendono al pareggio... (tre nelle ultime 5)
Giocata sicura: 1X(1.28)
Giocata rischiosa: X(3.10)

Domenica ore 20:45 Inter-Milan
Il derby della Madonnina e da quest'anno anche il derby di Balotelli. Domenica sera San Siro vedrà il ritorno di SuperMario contro l'Inter che lo ha cresciuto. Entrambe le formazioni vengono dagli impegni europei, che potrebbero avere avuto l'effetto di galvanizzarle, oppure quello di stancarle, come per la Juve la settimana scorsa. I rossoneri da mesi rincorrevano il terzo posto, ed adesso lo hanno raggiunto e puntano a tenerselo, ai danni proprio dei cugini che si trovano in piena emergenza, sia per i pochi cambi a disposizione, sia per l'andamento lento in campionato. La differenza la potranno fare sicuramente gli attacchi e la stanchezza accumulata in coppa, e ciò potrebbe favorire i nerazzurri.
Giocata sicura: Over(1.80)
Giocata rischiosa: 1(3.00)

Lunedì ore 19:00 Udinese-Napoli
Un Napoli in lieve flessione arriva al Friuli, per affrontare una delle squadre dal miglior rendimento casalingo. L'Udinese, infatti, vince da ben quattro giornate consecutive in casa, anche grazie alla coppia Di Natale-Muriel che macina goal in casa. L'attuale seconda in classifica, quindi, dovrà lottare fino alla fine per ottenere i tre punti che le permetterebbero di arrivare al meglio allo scontro diretto con la Juventus di settimana prossima. Cavani ancora una volta dovrà prendersi la squadra sulle spalle, sperando che dietro non si balli troppo.
Giocata sicura: Goal(1.70)
Giocata rischiosa: 1(2.90)

Lunedì ore 21:00 Lazio-Pescara
I biancocelesti hanno ripreso a correre in coppa e sperano di poterlo fare anche in campionato per poter ancora lottare per il terzo posto, che settimane fa sembrava quasi scontato. Per ricominciare a vincere dovranno battere il Pescara, il miglior avversario possibile. Infatti gli abruzzesi sono ancora troppo acerbi per la Serie A, ed in più fuori casa non riescono mai veramente a far male (fatta eccezione per la sfida a Firenze).
Giocata sicura: 1H(1.60)
Giocata rischiosa: Goal squadra ospite (1.95)

Buon week-end calcistico.

giovedì 21 febbraio 2013

LA VERSIONE DI PAOLO SCARONI


Riprende oggi la rubrica “febbre a 90°” di Parliamo di calcio. Nonostante sia appena passato San Valentino, la storia che racconteremo oggi è molto triste. Il protagonista della storia si chiama Paolo, un ultras del brescia che il 24 settembre del 2005 si trovava in trasferta a verona, insieme ad altri 800 bresciani. Alla fine della trasferta i tifosi vengono scortati in stazione da una squadra di polizia. È proprio qui che scoppia il panico, vi sono tre cariche violentissime. Paolo ha gravi lesione e grazie all'aiuto di qualche amico viene portato in ospedale. Poco dopo entra in coma.
Secondo i verbali firmati dagli ufficiali presenti quel giorno la colpa dei disordini fu soltanto dei tifosi: “gli ultras bresciani occupavano il primo binario bloccando la testa del treno", con la pretesa di "far rilasciare due arrestati". Appena le divise si avvicinano, giura il pubblico ufficiale, "il fronte dei tifosi assalta i nostri reparti con cinghie, aste di ferro, calci, pugni e scagliando massi presi dai binari". La celere li carica "solo per prevenire violenze sui viaggiatori". Paolo non è neppure nominato: una riga nella penultima pagina del rapporto cita solo "un tifoso colto da malore a bordo del treno". Chi lo ha picchiato? "Scontri con gli ultras veronesi", è la prima versione, che crolla subito: la stazione era vuota, dentro c'erano solo i bresciani scortati dagli agenti. Quindi un celerino ne racconta un'altra: Paolo sarebbe stato ferito da "uno dei massi lanciati dagli ultras" suoi amici.Intanto Paolo è in condizioni critiche, i medici lo danno per spacciato, o comunque in stato vegetativo. Ma invece dopo un mese Paolo si sveglia, certo, i traumi si fanno sentire, purtroppo il suo corpo presenta danni irreparabili e ancora adesso ha riconosciuto il 100% dell’invalidità civile, ma fin da subito ha voglia di raccontare la sua versione, completamente diversa da quella degli ufficiali. E così una poliziotta molto coraggiosa apre un’inchiesta e inizia ad indagare. La sua indagine porta risultati inauditi, filmati nascosti, verbali truccati, prove contraffatte, in seguito anche altri poliziotti contraddicono i verbali di quel giorno. Secondo il personale del treno: “I tifosi erano assolutamente tranquilli, noi eravamo pronti a partire: non ho visto nessun atto di violenza, provocazione o lancio di oggetti". Cosi dichiarano i macchinisti. Ma chi ha scatenato il caos allora? Quattro agenti della polizia ferroviaria testimoniano che "i disordini sono cominciati solo quando la celere ha lanciato lacrimogeni dentro uno scompartimento dove c'erano tante donne e bambini piangenti". Particolare importante: "Prima non avevamo visto nulla che giustificasse il lancio del gas". Solo allora "un centinaio di tifosi, arrabbiati e lacrimanti, ci hanno minacciato, chiedendoci come fosse possibile lanciare lacrimogeni su un treno con bambini". Ma subito, dicono gli stessi agenti, "i capi ultras si sono messi in mezzo, facendo da pacieri, per calmare gli altri tifosi dicendo che noi della Polfer non c'entravamo". In quel momento la celere carica l'intera tifoseria.Intanto gli Ultras del Brescia si mobilitano, si accollano per intero le spese legali di Paolo, e creano un tam-tam mediatico tale che il febbraio dell’anno dopo Brescia è invasa da tifosi di tutt’Italia che chiedono solo una cosa: giustizia.Il processo parte il 25 marzo sotto accusa ci sono 8 celerini. Il padre dichiara "Ho sempre avuto rispetto delle forze dell'ordine. Ma adesso, quando vedo un'uniforme, non ho più fiducia". Adesso Paolo ha 34 anni, non conduce una vita come gli altri, è un invalido. “Oggi la cosa che mi fa più male è che sapere che mi hanno cancellato l'infanzia e l'adolescenza. Ho perso tutti i ricordi dei miei primi vent'anni di esistenza". Ma purtroppo il peggio deve ancora venire, infatti poco più di un mese fa’ arriva la botta più grande: il 19 gennaio del 2013 i celerini vengono assolti per “insufficienza di prove”.Stavolta no, non si può fare finta di niente, perché quello che è successo a Paolo non può passare sotto silenzio, a tutto c’è un limite. Ormai i questo paese le ingiustizie sono all'ordine del giorno, e di fronte ai soprusi del potente la nostra reazione di solito è quella di abbassare la testa. No, stavolta no invece, non possiamo farlo anche questa volta. Quello che è successo a Paolo poteva succedere a tutti, perché la vita di chi esercita abusi di potere è molto misera ma questo mondo è pieno di uomini miseri. Lo scorso 8 febbraio la famiglia di Paolo insieme agli ultras del Brescia ha indetto una conferenza stampa per ribadire che la battaglia continua e che alla fine per una volta la giustizia trionferà. Stavolta non si molla nulla. Giustizia per paolo Scaroni.

MICHELE NOCE

mercoledì 20 febbraio 2013

ALESSANDRO DEL PIERO: IL CAVALIERE DELLA VECCHIA SIGNORA

Nella quinta puntata della nostra ormai consueta rubrica dedicata alle bandiere del calcio italiano, vogliamo parlare di un giocatore che ha fatto la storia della Juventus: Alessandro Del Piero.
Numeri alla mano, Del Piero ha infranto tutti i record possibili con la maglia bianconera: record di presenze totali, di gol, di stagioni della Juve, di capitano della Juve, e visto che non voglio annoiarvi, dato che in verità c'è ne sono molti altri ancora, non starò qui ad elencarveli tutti.
Preferisco invece concentrarmi sulla  magica, intricata ed appassionante storia di Alex con la Juve.
"Mamma, vado a giocare in parrocchia, torno per cena, promesso."
Comincia così la storia d'amore tra il pallone e Del Piero, nella parrocchia di Saccon: inizialmente era un bambino gracile, e la mamma cercava ogni volta di convincerlo a giocare in porta, in modo da non ammalarsi e da non farsi male. Ahi, ahi, se Pinturicchio avesse dato retta alla mamma, ora forse non saremmo qui, ad emozionarci con questo infinito racconto.
Visionato dai dirigenti del Padova, si trasferisce nella squadra con la casacca biancorossa, esordendo in serie B nel 1992, all'età di 18 anni. L'anno dopo Gianpiero Boniperti lo porta alla Juventus, la squadra del cuore di Alex.
Piano piano, tra lo  stupore generale, Del Piero si conquista la fiducia del mister Trapattoni, nonostante la giovanissima età. Nel 1995 debutta in nazionale; nello stesso anno, la campagna acquisti della "Vecchia Signora" lascia perplessi la maggior parte dei tifosi: Baggio viene venduto al Milan, si decide di puntare su quel giovane di Conegliano, cresciuto nel vivaio del Padova. E' l'anno della consacrazione: conquista la Champions League, l'unica della sua carriera, e la Supercoppa Italiana, giocando in tutte le partite in cui era disponibile, sia in Campionato, che in Champions.
Lo stesso anno viene soprannominato Pinturicchio dall' avvocato Gianni Agnelli, per distinguerlo da Baggio, a cui era stato dato il soprannome Raffaello. Con l'avvocato, Del Piero porta avanti un profondo rapporto, fatto di grande stima e rispetto reciproco: " Gianni Agnelli aveva una grande capacità di giudicare, poichè era un profondo conoscitore del mondo del calcio."
Sono gli anni della grande Juve, quella che in tre anni raggiunge per tre volte consecutive la finale di Champions, porta a casa due campionati, due coppe Italia, due supercoppe Italiane e una supercoppa Europea, lasciando praticamente le briciole agli avversari, in Italia e non solo.
Alex segna un gol pazzesco nella finale persa contro il Dortmund nel '97, con un tacco al volo, e l'anno dopo conquista la scudetto, segnando il gol decisivo su rigore nella sfida cruciale contro l'Inter, e mandando in visibilio il Delle Alpi.
Seguono anni difficli per Del Piero, aggravati dalla  rottura del crociato nel '99, infortunio che lo costringe a stare fuori dal campo per 9 mesi. L'anno dopo ritorna in campo, e convocato per gli Europei del 2000, purtroppo per noi, fallisce clamorosamente il gol che avrebbe potuto chiudere la finale contro i cugini transalpini, persa al golden gol. Un destino alquanto beffardo, visto che il gol vincente lo realizza proprio il suo prossimo partner d'attacco, David Trezeguet.
Dopo tre anni di digiuno, la Vecchia Signora ritorna alla vittoria del tricolore, beffando Inter e Roma al fotofinish, confermandosi anche l'anno successivo. Partecipa ai mondiali in Corea, realizzando il gol decisivo per la qualificazione agli ottavi dell'Italia, dedicando il gol al padre appena scomparso.
Nel 2003 arriva la terza finale di Champions League persa per Alex, contro il Milan ai calci di rigore.
La vecchia signora paga dazio l'anno successivo, arrivando al terzo posto in campionato, ma poi riprende la solita marcia trionfale che la porta alla conquista di altri due scudetti.
E così finalmente arriviamo al 2006, l'anno x, l'anno decisivo, l'anno cruciale, croce e(soprattutto) delizia per Del Piero, i tifosi bianconeri, e tutto il calcio italiano.
Calciopoli investe il mondo del calcio come un fulmine a ciel sereno, portando la Juventus in serie B, e togliendole due scudetti, uno dei quali assegnato all'Inter. La nazionale Italiana si prepara nel peggiore dei modi al mondiale in Germania, o forse no. Perchè nelle difficoltà si vede la forza del gruppo, un gruppo guidato da uno come Marcello Lippi, un gruppo forte ed unito, un gruppo dove Totti e Del Piero riescono finalemente a convinvere completandosi, non limitandosi.
Diceva uno scrittore abbastanza famoso, "la notte è sempre più buia prima dell'alba", e così l'Italia risorge dalle ceneri di Calciopoli, andando a conquistare il mondiale tedesco. E Alex?
Beh, Alex questa volta il gol del raddoppio non lo fallisce, realizzando il 2-0 alla Germania. E non fallisce neanche il rigore in finale, il quarto, forse il più importante, spiazzando Barthez. E guarda caso, a sbagliare il rigore decisivo è quel tale, Trezeguet, ve lo ricordate? "Non mi sveglierò mai da questo sogno, perchè è vero, è tutto vero. Sono diventato campione del mondo, gioco in serie B con la mia squadra, con il 10 sulla schiena."
Dopo i fasti del mondiale, per Alex c'è da affrontare una stagione difficile, la prima della storia per la Juventus. Il Manchester United lo chiama, ma lui non risponde: " Io ho scelto di restare, quando ho sposato questa causa l'ho fatto appieno, per questo sono molto sereno. Ringrazio chi mi ha cercato e ha pensato a me per fare grandi cosa insieme. Ora però penso a questo campionato, e dico che dobbiamo continuare a darci dentro."
Il purgatorio dura un anno, poi la Juve ritorna al posto che gli compete, e nel 2008 ritorna in Champions League. Il 4 novembre 2009 Del Piero è il primo giocatore italiano della storia a realizzare una doppietta al Bernabeu, incantando i 70.00 tifosi blancos, che gli tributano una standing-ovation al termine della gara. "Certo che Del Piero non invecchia veramente mai."cit. Diego Armando Maradona.
Andrea Agnelli diventa presidente della Juve, e nel 2011 comincia l'era Conte: i rapporti tra tecnico e giocatore sono "normali", anche se molte volte Del Piero parte dalla panchina; con Andrea Agnelli non corre buon sangue: il presidente vede in Del Piero un ostacolo per una Juve "nuovo corso", e dopo vari tira e molla, Del Piero non rinnova il contratto. Un giorno disse " Un cavaliere non lascia mai una signora." Già, ma se è la (Vecchia)signora a lasciare un cavaliere?
Il 13 maggio 2012 disputa la sua ultima partita con la maglia bianconera, uscendo al minuto '57, dopo aver realizzato il suo ultimo gol con la Juve. Abbandona uno Juventus Stadium in lacrime, il numero 10 della Juve per 17 anni, il simbolo per eccellenza della maglia bianoconera.


"La Juve è casa mia. Così come lo è Torino, tutt'è due parti di un processo graduale e inesorabile che mi ha portato a sentirmi figlio di entrambe. Il legame con la Juve però è antecedente a quello con la mia città, e sconfina in quel territorio mitico dell'infanzia, di poster e sogni di gloria che cullavo, da bambino perennemente attaccato al pallone qual ero."

ALESSANDRO DEL PIERO




















martedì 19 febbraio 2013

TOP 11 VENTICINQUESIMA GIORNATA SERIE A

Giornata piena di sorprese in serie A. Cade la Juve contro la Roma dopo le fatiche di Champions. Non ne approfitta il Napoli che pareggia in casa con la Sampdoria. Si fa sempre più equilibrata invece la lotta Champions: il Milan batte il Parma nel segno ancora una volta di Balotelli e aggancia la Lazio che crolla a Siena 3-0. Dal canto suo la Fiorentina surclassa 4-1 l'Inter e rientra prepotentemente nella corsa la terzo posto. Continua la favola del Catania, 1-0 al Bologna e -4 dalla zona Europa. Con lo stesso punteggio il Genoa batte l'Udinese. Vittoria importante del Cagliari a Pescara e del Torino contro l'Atalanta. Pareggiano 1-1 Chievo e Palermo. Pochi gol segnati in questa giornata, infatti si sono registrati ben 6 under e 4 over per un totale di appena 21 reti complessive. Ma andiamo a scoprire la top 11 di questa giornata.

SAMIR HANDANOVIC: Ma come? Ha preso 4 gol. Beh due/tre miracoli li ha fatti comunque. Il passivo sarebbe stato ancora più pesante se non ci fosse stato lui tra i pali. Spesso funge da vittima sacrificale a causa della fragilità della retroguardia neroazzurra, ma non va dimenticato il suo grandissimo valore. Se nonostante tutto l'Inter è ancora in corsa per un posto in Champions il merito è soprattutto suo.

GONZALO RODRIGUEZ: Rieccolo Gonzalone. Imposta e dirige in maniera impeccabile dalle retrovie. E' vero che l'Inter è inesistente ma la riscossa della Fiorentina oltre che dal bel gioco nasce anche da una ritrovata solidità in difesa, di cui Gonzalo, quando gioca cosi, è il leader indiscusso. Il resto è solo una piacevole conseguenza.

MARQUINHOS: Giocava bene già con Zeman, che lasciava i difensori al loro triste destino. Non osiamo pensare dove possa arrivare con il nuovo tecnico, che sembra avere una cura maniacale per la fase difensiva. Prestazione super contro la prima in classifica, personalità, senso della posizione, altra grande prova. Non è più una sorpresa ormai.

GIOVANNI MARCHESE: In rotta con la società aveva deciso di non giocare più fino a Giugno per il Catania. L'infortunio di Capuano però lo ha costretto a scendere in campo contro il Bologna e lui ha risposto da professionista. Grande prestazione, uno dei migliori in campo. Ha arato la fascia come al solito e ha contribuito all'ennesima vittoria casalinga della sua squadra.

JURAJ KUCKA: Sfiora il gol in due occasioni e poi lo realizza, di testa, sfruttando un errore di Padelli. Per costanza di rendimento forse il migliore della sua squadra in tutta la stagione. Interdisce, corre e fa ripartire l'azione. E' stato accostato all'Inter più volte, in questo momento ai neroazzurri servirebbe come il pane.

SERGIO ALMIRON: Premiamo il suo gol, decisivo, e con lui premiamo anche la squadra rivelazione tra le rivelazioni. Il Catania sta facendo un campionato da sogno perchè prima di tutto è un gran collettivo, che gioca un calcio veloce e piacevole. Almiron è un interprete eccellente di questa sinfonia rossoblù.

ALESSIO CERCI: Ennesima prestazione da trascinatore per il talento granata. A Torino sembra essere esploso definitivamente e sotto gli occhi di Prandelli domenica ha giocato alla grandissima. Bellissimo gol, tante giocate da fuoriclasse. E' il simbolo del calcio che vuole Ventura, spregiudicato e offensivo, pur senza grandi nomi. Continuando a giocare cosi non osiamo pensare dove possa arrivare.

ALBERTO AQUILANI: Aveva sulla coscienza l'espulsione di Catania, che gli era costata due giornate di squalifica. Doveva farsi perdonare e c'è riuscito alla grande. Due assist splendidi a coronamento di un altrettanto splendida partita. Se il fisico lo assiste è uno dei migliori centrocampisti italiani in giro nel nostro campionato. Domenica sera lo ha dimostrato.

MARCO SAU: Al primo campionato in Serie A è già arrivato a 10 gol in sole 26 giornate. Non male. Il Cagliari si sta letteralmente affidando alle magie di questo giocatore per venire a capo del rebus salvezza. Ha i numeri per diventare grande e se continua cosi squadre più blasonate del Cagliari se lo contenderanno sicuramente. Per ora i sardi se lo godono e se lo coccolano.

INNOCENT EMEGHARA: Perfetto sconosciuto fino a qualche settimana fa, l'attaccante bianconero realizza contro la Lazio il suo terzo e quarto gol in appena tre apparizioni. Come Balotelli per intenderci. Grande scoperta del Siena che per salvarsi deve compiere un autentico miracolo ma che, con uno cosi davanti, è obbligata a provarci fino alla fine.

STEVAN JOVETIC: A Firenze era un pò che non si vedeva come ieri sera. Tra infortuni e prestazioni non sempre convincenti si cominciava a dubitare di Jo-Jo. Contro l'Inter ha zittito tutti i critici con una prestazione fantastica. Schierato da prima punta ha realizzato una doppietta e assistito Liajic nell'azione del primo gol. Gli serve continuità e soprattutto meno infortuni. Perchè quando sta bene è uno dei talenti più puri del nostro calcio.

ALLENATORE: ROLANDO MARAN: Scegliamo lui e non Montella per il semplice fatto che dell'Aeroplanino si parla molto ( e giustamente) sui giornali ed in TV. Ed è giusto dare un po di spazio anche a questo personaggio che ha continuato alla grande il lavoro iniziato proprio dall'attuale tecnico della Fiorentina. La sua squadra gioca a memoria, in casa ha un passo da scudetto ed è lecito chiedersi dove sarebbe il Catania con qualche punto in trasferta in più e qualche torto arbitrale in meno. Forse in piena corsa per l'Europa, che comunque continuando cosi, diventa un obiettivo più che un sogno.

venerdì 15 febbraio 2013

L'ANGOLO DELLO SCOMMETTITORE

Con la sesta di ritorno, a causa delle coppe ritorna lo spezzatino, si gioca dal venerdi al lunedì.

LE PARTITE

Venerdì ore 20.45 Milan-Parma
Un Milan in gran forma ospita il Parma, che nelle ultime cinque ha raccolto solo 3 punti.
Quasi certa l'assenza del Faraone tra le fila rossonere, accanto a Balotelli ci saranno Niang e Bojan, mentre nel Parma giocherà Sansone al posto di Amauri. Partita molto interessante, bisognerà vederre se il Milan riuscirà a non pensare al big  match di Champions contro il Barca.
Giocata sicura: Over 2.5 ( 1.75 )
Giocata rischiosa: 1H ( 2.15 )

Sabato ore 18.00 Chievo-Palermo
Incroci pericolosi al Bentegodi. Lo storico capitano della promozione rosanero ritrova il Palermo da avversario, questa volta nei panni dell'allenatore. Corini cerca punti per chiudere il discorso salvezza, per il Palermo è l'ultima chance per salvarsi, una sconfitta potrebbe essere irrimediabile.
Il Chievo è in serie positiva mentre i Rosa non vincono dallo scorso 25 novembre ( 3-1 al Catania ).
Partita che si preannuncia tirata e con pochi goal
Giocata sicura: Under 2.5 ( 1.60 )
Giocata rischiosa: somma goal finale 2 ( 2.75 )

Sabato ore 20.45 Roma-Juve
Sfida ad alta tensione all'Olimpico di Roma. I giallorossi sono in piena crisi ma si affidano all'orgoglio e ad un Olimpico gremito per sconfiggere i Bianconeri. Ci sarà un grande assente: tutti vedevano questa come la partita di Zeman, ma il boemo è stato esonerato due giornate fa e dunque non potrà fare un dispetto agli odiati rivali. Juve galvanizzata dal 3-0 di Glasgow in Champions e dalle recenti prestazioni di un ritrovato Matri. Ogni risultato è possibile.
Giocata sicura: Goal ( 1.50 )
Giocata rischiosa: 1 ( 3.25 )

Domenica ore 15.00 Catania-Bologna
La grande sorpresa del campionato ospita un ritrovato Bologna. Etnei che esprimono un gran bel gioco, in casa sono quasi letali e vogliono provare l'assalto al 5 posto distante cinque lunghezze. L'impresa sembra proibitiva sopratutto per il valore delle squadre in alto ma sognare non fa mai male.
Bologna che cerca continuità dopo i 5 punti nelle ultime 3, un pareggio andrebbe più che bene.
Giocata sicura: Over 1.5 ( 1.28 )
Giocata rischiosa: 1 ( 2.00 )

Domenica ore 15.00 Genoa-Udinese
A marassi sfida che si prospetta molto interessante. L'Udinese ha ormai raggiunto l'obiettivo salvezza e potrebbe provare a puntare all'Europa per l'ennesima volta. Genoa che con l'arrivo di Ballardini si è ritrovato e che vuole uscire dalla zona calda della classifica, la strada è ancora lunga. Il Grifone non si può di certo permettere un'altro passo falso casalingo.
Giocata sicura: Over 1.5 ( 1.30 )
Giocata rischiosa: X ( 3,25 )

Domenica ore 15.00 Napoli-Sampdoria
Dopo il tonfo in Europa League, il Napoli non può di certo sabgliare anche in campionato. L'impegno è ostico ma non impossibile, con la coppia Hamsik-Cavani in gran forma la piazza può sognare. Samp che invece arriva da ottimi risultati, nella scorsa giornata grande vittoria ai danni della Roma. Icardi è in gran forma, la difesa del Napoli non dovrà perderlo d'cchio.
Giocata sicura: 1 ( 1.35 )
Giocata rischiosa: Xpt ( 2.45 )

Domenica ore 15.00 Pescara-Cagliari
All'Adriatico sfida salvezza. Gli abruzzesi hanno raccolto un punto in 5 partite ma sono solo ad un punto dal quartultimo posto, una vittoria sarebbe di importanza vitale. I sardi invece sono in gran forma, il gioco è notevolmente migliorato e nonostante la posizione in classifica la salvezza sembra probabile. Occhio a non commettere passi falsi specie con le diretti concorrenti.
Giocata sicura: Under 2.5 ( 1.70 )
Giocata rischiosa: X ( 3.25 )

Domenica ora 15.00 Torino-Atalanta
All'andata i granata s'imposero a Bergamo con una prova di autorità. Ora le due squadre hanno quasi gli stessi punti ( 1 in più il Toro ), ma il Toro vive un buon momento, mentre l'Atalanta si è allontanata dalla zona calda con la vittoria di Palermo 2 turni fa. Ancora una volta l'ago della bilancia potrà essere la prestazione di Cerci, in ottima forma e di sicuro l'uomo più pericoloso del Toro.
Giocata sicura: 1X ( 1.26 )
Giocata rischiosa: 1 ( 2.10 )

Domenica ore 20.45 Fiorentina-Inter
Big match al Franchi di Firenze. L'inter di Strama vuole trovare continuità dopo la vittoria con il  Chievo mentre la Viola vuole uscire dal momento negativo. 2 Mis-match importanti. A centrocampo sfida tra il "vecchio" Pizarro e il gioiellino Kovacic, mentre in attacco Jojo e Palacio sono i due osservati speciali. L'Europa passa da qui.
Giocata sicura: Goal ( 1.65 )
Giocata rischiosa: 2 ( 3.65 )

Lunedì ore 20.45 Siena-Lazio
Partita tutt'altro che scontata. Il siena arriva da ottime prestazioni complice l'esplosione del talentuoso Emeghara e spera in una salvezza che sembrava impossibile. Lazio reduce dalle fatiche di coppa ( 3-3 a Moenghenglabach ) ma che può contare su un Floccari in stato di grazia. Per mantenere il terzo posto una vittoria è d'obbligo.
Giocata sicura: Under 2.5 ( 1.60 )
Giocata rischiosa: 2 ( 2.40 )

mercoledì 13 febbraio 2013

DANIELE CONTI: UNA BANDIERA SPECIALE

Nella quarta puntata della nostra rubrica "Bandiere", vogliamo parlare di un giocatore speciale: Daniele Conti.
Figlio d'arte del grandissimo Bruno Conti, campione del mondo e mezzala della Roma degli anni 80', "Pinna" fa ilo esordio con la maglia giallorossa, dopo aver effettuato tutta la trafila giovanile con i capitolini, nel 1996, in un Roma-Parma. Il peso del nome che porta dietro la schiena è schiacciante, per Daniele i primi anni non sono di certo entusiasmanti, solo 5 presenze ed 1 gol, tra l'insofferenza generale  dei tifosi, che lo additano più volte  come "figlio di papà."
Nel 1999 comincia la storia d'amore più importante della sua vita, quella con la maglia rossoblù.
I primi tempi il Pinna fa moltissima fatica, l'ambiente non è dei più semplici, e questo regista ventenne non entusiasma particolarmente i tifosi. Il Cagliari retrocede, e rimarrà in B per 4 lunghissimi anni, durante i quali Daniele conquista piano piano, e a suon di buone prestazioni, un posto da titolare inamovibile in mezzo al campo.
Finalmente, dopo l'Inferno ed il Purgatorio, Daniele riconquista il paradiso, conquistando la promozione
nel 2004 con i sardi. Negli anni Conti affina la sua tecnica, comincia a credere in sè stesso per davvero, sente finalmente di aver trovato una famiglia, dopo che quella della Roma l'aveva ripudiato così facilmente. E proprio per la Roma Daniele diventerà una maledizione: finora i gol reallizati alla "Lupa" sono 5. Il primo gol lo realizza nel 2006, poi  entra a far parte della goleada del 2010. Va ancora a segno lo stesso anno. all'ultimo minuto, riacciuffando la Roma sul 2-2, facendo letteralmente esplodere il Sant. Elia di gioia. Insomma, ogni volta a casa Conti quando si gioca Roma-Cagliari si respira aria di derby.
Il gol più importante della sua grandissima carriere lo realizza tempo prima: nella stagione 2007-2008.
Al Sant Elia arriva il Napoli, è una partita molto importante per i sardi, che stanno vivendo un periodo molto travagliato, invischiati nella lotta per non retrocedere. Dopo un primo tempo avaro di emozioni, il Napoli passa nella ripresa con Hamsik. Da quel momento in poi comincia un vero e proprio assedio alla porta di Gianello: 2 traverse, un palo, ed un rigore solare non fischiato non bastano per riacciuffare la partita, al 90esimo il tabellino recita ancora Cagliari- Napoli 0-1. Poi, i quattro minuti, accade una delle rimonte più pazze, incredibili ed emozionanti degli ultimi anni. Al 93' Matri ribadisce in rete, dopo la corta respinta di Gianello, ma non è finita qua: mancano 10 secondi alla fine, Foggia calcia dalla trequarti, sono in 15 dentro l'aria di rigore, alla fine la palla è spizzata da qualcuno e termina dentro.
Quel qualcuno è Daniele Conti, capace di trovare il guizzo vincente all'ultimo minuto.
Al Cagliari sono arrivate anche offerte importanti, lungo il corso degli anni: su tutte quelle di Fiorentina, Palermo, e Bayern Monaco. Non importa, sono stati tutti gentilmente accompagnati all'uscita.
In effetti tanti giocatori nel corso degli anni hanno lasciato l'isola cedendo alle proposte dei grandi club del continente, lui invece, stagione dopo stagione, non ha dimostrato altro che volere il bene della squadra, e basta.Non scende in campo per dimostrare la sua forza, ma per metterla a completa disposizione della squadra.
Il solito discorso del " se fosse andato da un'altra parte avrebbe sicuramente vinto e sarebbe andato in Nazionale" oramai non vale più, e non importa più a nessuno, specialmente al diretto interessato.
Perchè lui è e sarà per sempre un giocatore del Cagliari.

"La mia nazionale è stata sempre il Cagliari. Sono legato troppo a questa maglia, e il resto non mi interessa."

Daniele Conti






martedì 12 febbraio 2013

JUVENTUS-DEL PIERO: I MOTIVI DELL'ADDIO

Del Piero è la bandiera per eccellenza, degli ultimi venti anni di storia juventina. Più di Buffon, Nedved, Baggio e perfino dello stesso Conte. È rimasto in Serie B con la Juventus, ha vinto con la sua squadra ed ha perso con essa. Ma allora perché è stato mandato via dalla dirigenza della squadra con cui ha fatto la storia? Semplice ingratitudine, oppure c'è altro?
Per spiegare questo è impossibile non parlare di Andrea Agnelli, nuovo presidente della Vecchia Signora a partire dal maggio del 2010.
Lui è l’attuale volto della dirigenza, il leader che prende il controllo dopo anni di debolezza societaria ( di Blanc e Cobolli Gigli). 
La prima stagione al comando per Agnelli si rivela un totale fallimento. Soldi spesi in modo improprio (12,5 milioni per el Malaka Martinez), ed una squadra affidata ad un allenatore che del mondo bianconero non riuscì a capire quasi nulla (Delneri). 
Con la seconda stagione alle porte, la società doveva correre ai ripari per evitare un'altra delusione, dopo i due settimi posti degli anni precedenti. Ma a quel punto era ancora troppo debole per rivoluzionare tutto, anche (e forse sopratutto) per ciò che suscitava nei tifosi Alessandro Del Piero, figura addirittura più forte del presidente stesso. 
Dopo che le altre vecchie glorie, come Camoranesi, Trezeguet, Nedved si erano allontanate dal campo di gioco di Torino, Alex ,insieme a Buffon, è rimasto il simbolo della storia juventina. In pratica il "Pinturicchio", eroe del l'avvocato Agnelli, è colui che oscura il cammino della nuova dirigenza. 
Il presidente in carica non può certamente cacciarlo dalla mattina alla sera, ed allora si può dire che si pensava di mandarlo via lentamente. Uno dei primi passi che porterà all'addio di Del Piero, potrebbe essere considerato l'ingaggio dell'altra grande bandiera bianconera: Antonio Conte. Infatti, proprio il suo ex compagno di squadra e capitano, lo esclude fin dall'inizio, preferendogli Vucinic e Matri. Quella di Agnelli doveva essere una nuova Juventus, basata sul nuovo Stadio di proprietà, sulla compattezza e sulla solidità del gruppo guidato solamente dall'allenatore, ed infine su Buffon (nuovo leader in campo) e su Andrea Pirlo, che si presenta come il grande affare del mercato del nuovo corso. Tutto sembrerebbe escludere Alex. E dire che lui aveva fortemente spinto verso il rinnovo, proponendo anche di firmare in bianco, ad una cifra stabilita direttamente dalla dirigenza. 
Il nuovo contratto non arriva, Del Piero gioca pochissimo, ma la Juventus vince, e si mette nella condizione di lottare e conquistare lo scudetto. 
“Pinturicchio” è diventato la quinta punta, dietro a tutti gli altri attaccanti, ma nonostante ciò quando entra continua ad esser decisivo, anche grazie a gol pesantissimi che porteranno poi la Vecchia Signora a trionfare (Vedi Juventus- Lazio 2-1). 
La stagione alla fine, nonostante il caso Del Piero, è decisamente positiva per i bianconeri, i quali escono senza sconfitte dal campionato. Quindi l’addio del capitano (arrivato a fine contratto) si rivela decisamente più indolore per tutti, malgrado le lacrime dei tifosi e dello stesso calciatore. 
La scelta di Andrea Agnelli è una scelta di immagine, una scelta imprenditoriale. Mettere da parte le emozioni per dar vita al nuovo “progetto” bianconero. La nuova Juve avrà il volto di Conte, del gruppo, di Agnelli stesso e di quello che sarà il futuro “Top Player”, che dovrebbe essere acquistato dalla società. Gli sarà affidata la maglia numero 10, quella di Alex, e diverrà l'idolo del futuro e del giovane presidente. Sicuramente Del Piero sarebbe stato utile quest’anno per i campioni d’Italia, che se la dovranno vedere anche in Champions e in Coppa Italia, (per esempio Alex non avrebbe mai sbagliato il gol che Giovinco si è “mangiato” nel finale di Coppa Italia con la Lazio), ma poco importa alla dirigenza, che vuole un nuovo percorso con i suoi nuovi volti. Anche a costo di abbattere un monumento.

lunedì 11 febbraio 2013

TOP 11 VENTIQUATTRESIMA GIORNATA DI SERIE A

E' una giornata decisamente pro-Juve quella appena trascorsa. I bianconeri vincono e convincono battendo 2-0 la Fiorentina allo Juventus Stadium e si affacciano nel migliore dei modi alla sfida di Champions contro il Celtic. Giornata di pareggi, sia nelle parti alte che nelle zone basse della classifica. Bellissimo 1-1 tra Napoli e Lazio. Con lo stesso punteggio finiscono Cagliari-Milan, e gli scontri salvezza Palermo-Pescara e Bologna-Siena. Vince l'Inter 3-1 contro il Chievo e si porta a -1 dal terzo posto. Con lo stesso punteggio la Sampdoria batte la nuova Roma di Andreazzoli. Vince l'Udinese di misura contro il Torino. Pareggi a reti bianche in Parma-Genoa e Atalanta-Catania. Ma andiamo a vedere la top 11 di questa giornata.

FEDERICO MARCHETTI: Si arrende solo all'eurogoal di Campagnaro. Per il resto para tutto, come al solito. Nei big match è sempre presente ed è spesso decisivo. Respinge l'assalto del Napoli nella ripresa e blinda la porta come già successo quest'anno in molte circostanze, soprattutto contro la Juve. La Lazio gli deve almeno una decina di punti.

ANDREA BARZAGLI: Spesso si parla troppo poco di questo difensore. Forse perchè e' poco apparisciente, perchè è uno che come si suol dire fa il lavoro sporco e agisce nell'ombra. Quest'anno si sta dimostrando il miglior difensore (nel senso tecnico del termine) che milita nel nostro campionato. Costanza di rendimento impressionante. Errori rarissimi. Patrimonio della Juve.

HUGO CAMPAGNARO: Prima salva sulla linea il possibile 2-0 della Lazio. Poi si inventa un gol pazzesco quasi allo scadere. E' l'immagine del Napoli che con la grinta e con il carattere non vuole mai mollare, anche in una serata dove si è trovato molto in difficoltà per merito della Lazio. A giugno molto probabilmente se ne andrà, ma fino ad allora può contribuire e come alla causa scudetto.

ANDREA RANOCCHIA: Che stacco di testa! Salta altissimo sul corner di Cassano e riporta l'Inter sul 2-1 in un momento delicatissimo della partita. Dopo le prestazioni altalenanti dell'anno scorso in questa stagione l'ex Bari sta dimostrando tutto il suo valore. La difesa neroazzurra ha bisogno di un leader per dare continuità a questi risultati. Ranocchia è pronto a prendersi questo compito.

ANDREA PIRLO: Non ci sono praticamente più parole per questo giocatore. Quando gira lui la Juve è pressochè inarrestabile. Lanci di 40 metri millimetrici, sia con il destro che con il sinistro, e giocate rischiose fatte con la tranquillità di chi sa che ha un livello calcistico decisamente non di questo pianeta. Conte da un anno e mezzo gli ha cucito la squadra intorno. Top-Player.

ARTURO VIDAL: Eccolo un altro gioiello del centrocampo bianconero. Se Pirlo imposta Vidal si inserisce, fa ripartire l'azione, interdisce e fa segnare. La giocata che da il via al 2-0 di Matri è favolosa. Dopo un periodo di appannamento è ritornato il solito centrocampista totale. Proprio nel momento in cui Conte ha più bisogno di lui.

GIANLUCA SANSONE: Quando si dice fare la differenza entrando dalla panchina. Delio Rossi lo manda in campo quando la partita è ancora sullo 0-0. Lui risponde entrando nell'azione del primo gol, poi siglando su punizione il raddoppio e infine confezionando l'assist per il terzo gol di Icardi. Spaccapartita. Meriterebbe una chance dal primo minuto.

ERIK LAMELA: E' l'uomo più pericoloso della Roma. Una spina nel fianco per Estigarribia nel primo tempo. Entra in tutte le azioni più pericolose dei giallorossi. Prima realizza il gol del pareggio che il guardalinee gli annulla ingiustamente. Poi realizza il momentaneo 2-1. L'unico a salvarsi della sua squadra. E menomale che senza Zeman il Coco non avrebbe più fatto nulla.

SERGIO FLOCCARI: Quinto gol nelle ultime sei partite. Decisamente molto più che un semplice vice-Klose. Se la Lazio sembra meno brillante del solito in questo periodo ciò non si è sicuramente riflesso sull'attaccante biancoceleste. Oltre al gol centra un clamoroso palo e una traversa a tempo scaduto. Da solo tiene in apprensione costante una delle migliori difese del campionato. Decisamente il migliore in campo.

ALESSANDRO MATRI: Secondo gol consecutivo per il bomber bianconero. Conte non l'ha mai tenuto veramente in considerazione ma, complici i problemi a Giovinco e Quagliarella, in quest'ultimo periodo l'ha schierato in coppia con Vucinic. Con ottimi risultati. Dopo la doppietta di Cagliari e la rete al Chievo arriva quest'altro pesante goal alla Fiorentina, per giunta scalzo. Decisivo.

ANTONIO CASSANO: C'è poco da fare: quando a Fantantonio va di giocare l'Inter ha una marcia in più. Realizza il primo gol, poi consegna a Ranocchia l'ennesimo assist di questo campionato. Con il rientro di Milito e la presenza di Palacio ha ridato vita al tridente che ha espugnato lo Juventus Stadium. Ci chiediamo dove sarebbe l'Inter se il barese giocasse sempre cosi.

L'ALLENATORE: FRANCESCO GUIDOLIN: Avremmo messo Delio Rossi, perchè la sua Samp ha sfoderato un'altra grande prova da quando c'è lui a guidarla. Ma quel dito medio alla fine di una partita già vinta non è un bel gesto. Premiamo quindi Guidolin. Con la vittoria di misura sul Torino la sua Udinese si piazza ottava in classifica. Allenatore fantastico e personaggio esemplare. Ammette con la stessa tranquillità e sportività il torto subito contro il Milan ed il favore (fallo da rigore su Santana) contro i granata. Un esempio.

giovedì 7 febbraio 2013

ZEMAN E LA ROMA: I MOTIVI DI UN FALLIMENTO

Era arrivato quest'estate annunciato a gran voce dalla stampa. E' stato il motivo del boom di abbonamenti all'interno della tifoseria giallorossa. Un bagno di folla per il boemo già dalle prime amichevoli pre-campionato. Nella speranza di regalare un sogno ai tifosi della Roma. Il sogno però è terminato lunedi scorso. Infatti dopo la sconfitta umiliante in casa con il Cagliari la società giallorossa ha deciso di esonerarlo. E' risaputo che Zeman è uno che divide le piazze. E' un radicale, un'integralista. O lo odi o lo ami. Infatti la piazza giallorossa e l'opinione pubblica si sono subito divise in due gruppi: i favorevoli all'esonero ed i contrari. C'è chi, da zemaniano convinto, scagiona il boemo da tutte le accuse e condanna in maniera decisa la squadra e la dirigenza. C'è invece chi ritiene Zeman l'unico responsabile della stagione deludente della Roma. La ragione, come spesso accade in questi casi, sta nel mezzo. Sono talmente complesse le problematiche della Roma attuale da non poterle identificare con le azioni sbagliate di una persona. Cacciare Zeman non è stato nè giusto nè sbagliato. E' stato però inevitabile. Nel calcio si sa, in questi casi a pagare è l'allenatore perche è impossibile cacciare un'intera squadra o un'intera dirigenza. Ma se l'esonero di Zeman è stato giusto o sbagliato ce lo dirà solo il tempo. Sarà giusto se scuoterà la Roma dal torpore e le farà ottenere risultati all'altezza delle potenzialità della squadra. Sarà sbagliato se questo non avverrà. Sicuramente il boemo paga alcuni suoi errori dovuti più ad un forzato integralismo che ad un effettiva "ignoranza" calcistica. Dall'inserimento di elementi come Goicochea e Tachtsidis (giocatori su cui ha puntato fortemente) ma che alla fine si sono rivelati inadatti per questa squadra e forse per questo campionato. Errori evidenti sono stati anche la cattiva gestione psicologica di alcuni giocatori, De Rossi e Stekelenburg per citare i casi più eclatanti. La cosa più grave è che in questi due casi a sbagliare non è stato solo Zeman ma anche i due giocatori in questione, colpevoli di troppi atteggiamenti da prima donna. Soprattutto De Rossi, che da bandiera qual è per questa dovrebbe giocare anche in porta, non è mai andato d'accordo con il boemo. Non ha voluto giocare da interno, ha fatto i capricci per giocare da regista (ruolo che non ha mai veramente fatto in carriera), e quando Zeman l'ha accontentato ha fornito prestazioni deludenti, giocando bene solo col Milan. Troppo poco una partita bella su 20 per un giocatore che è il più pagato della sua squadra. Le colpe quindi non sono solo di Zeman. La squadra non lo ha mai veramente seguito in toto, il gioco zemaniano tanto proclamato si è visto raramente nonostante le potenzialità ci fossero tutte. E qui ovviamente entrano in gioco anche gli errori della società. Baldini, Sabatini e tutti gli altri sono uomini navigati all'interno del mondo del pallone. Sono dirigenti e operatori di mercato il cui curriculum parla per loro. Per questo la loro gestione fino ad adesso è inaccettabile. La Roma è una Ferrari che in questo anno e mezzo è stata pilotata più o meno sempre come una Cinquecento. E la colpa non può essere solo di un allenatore o di un portiere scarso. L'esonero di Zeman non deve essere usato come caprio espiatorio dei problemi della Roma, poichè significherebbe che qualcuno a Trigoria non vuole prendersi le sue responsabilità. L'esonero di Zeman deve servire per ripartire con quello che si ha, nella consapevolezza che tutti, dal Presidente Pallotta ai magazzinieri, devono impegnarsi maggiormente per riportare questa squadra nei posti che le spettano. Non tutto è da buttare, con Zdenek quest'anno Lamela è defintivamente esploso, Florenzi e Marquinhos sono due  tra i giovani più interessanti del campionato, e Totti corre più di quando aveva 18 anni. Ora sarà compito di Andreazzoli dare continuità alle prestazioni di questi giocatori e recuperare mentalmente coloro che col boemo non sono mai praticamente scesi in campo con le motivazioni giuste. Andreazzoli fu il vice di Spalletti, l'allenatore che nell'ultimo decennio di storia della Roma è stato forse il miglior C.T. passato dalle parti di Trigoria. La speranza per i tifosi giallorossi è che l'allievo superi il maestro.

mercoledì 6 febbraio 2013

FRANCESCO TOTTI: IL SIGNORE DEL CALCIO CHE HA FERMATO IL TEMPO

Francesco Totti nasce nel 1976 a Roma.  Inizia a giocare a pallone all'età di 7 anni, prima nella Fortitudo e poi nella Lodigiani. A 13 anni passa alle giovanili della Roma, e da questo momento in poi non abbandonerà  mia più la casacca giallorossa. Si, avete capito bene: Totti è la bandiera per eccellenza, il simbolo di Roma e dei romanisti, è l'amore per una maglia e per una città, è la gioia di vestire due colori che ama fin da bambino.
Dall'età di 13 anni fino ad oggi, la storia di Totti è incredibile nella sua semplicità, appassiona e commuove non semplicemente i tifosi giallorossi, ma anche tutti gli amanti del calcio.
L'esordio ufficiale in campionato avviene nel 1994, con Carletto Mazzone alla guida della Roma, che di Totti parla così: "Questo ragazzo è un talento purissimo". Non avrà tutti i torti.
Dopo Mazzone arriva alla Roma l'allenatore argentino Bianchi, uno con il quale Francesco non va d'amore e d'accordo. Pensa pure di lasciare la Roma, ma l'amore per la maglia è troppo grande, e decide di rimanere, a discapito poi dello stesso Bianchi, che verrà esonerato.
Arriva Zeman, e con lui Totti vive un grande periodo di forma, migliorando notevolmente dal punto di vista realizzativo, segnando 30 gol in due anni.
Nel 2000 partecipa ai campionati europei di calcio con la maglia della nazionale, ed è autore di ben due gol.
Durante la storica semifinale con l'Olanda, Francesco subentra nella ripresa: la partita si conclude 0-0, la finalista si deciderà dal dischetto. Di Biagio non fallisce, De Boer si, sbagliando due calci di rigore nella stessa partita. Poi Pessotto, ancora gol, mentre Staam spedisce il pallone in curva. E' il momento di Francesco Totti: prima di andare a calciare, si avvicina a Maldini, lo guarda negli occhi e gli dice: "Paolè, Mo je faccio er Cucchiaio." Ride, e si incammina verso il dischetto. Maldini è incredulo, si gira verso Di Biagio: " Ma stava scherzando vero?". No non scherza.
 I campioni li riconosci perchè nei momenti importanti hanno la stessa freddezza che nelle partite "normali": Totti è di parola, Van der Saar è spiazzato, l'Italia, grazie anche ad un monumentale Toldo è in finale dopo 32 anni. Purtroppo per noi, la finale è persa in modo tragico, al golden gol contro gli odiati cugini francesi.
I trofei stentano ad arrivare, ma per Totti ha relativa importanza;  il tempo però è galantuomo, e con Capello la Roma vince lo scudetto nella stagione 2000-2001, grazie al "trio delle meraviglie", formato da Montella, Batistuta e naturalmente Totti. E' il 17 giugno del 2001, la Roma sconfigge 3-1 il Parma e si conferma prima in classifica sulla Juventus. L'Olimpico è una bolgia, sono presenti circa 100.000 persone, e la Roma non tradisce i suoi tifosi: a segno tutti e tre i protagonisti dell'attacco giallorosso, e la città eterna esplode di gioia, 18 anni dopo l'ultimo trionfo.
 A coronamento di un' annata straordinaria, Er Pupone trascina i suoi al successo contro la Fiorentina nella supercoppa italiana, siglando la rete del definitivo 3-0.
Dopo l'exploit nel 2001, trascorrono due anni non esaltanti, ma nemmeno da dimenticare, per il capitano della Roma, che ereditò la fascia nel 1998 da un certo Aldair. Nel 2004 la Roma torna ad essere competitiva, raggiunge il secondo posto il campionato e Totti tocca quota 20 gol in una stagione, conquistando il secondo Guerin d'Oro della carriera.
 Il punto più basso della carriera di Totti è, forse, il 16 giugno 2004: durante Italia-Danimarca, partita valida per l'Europeo, Totti sputa in faccia al danese Poulsen: 3 giornate di squalifica, Italia eliminata e critiche a valanga per il gesto inappropriato di Francesco.
Lo stesso anno il Real Madrid piomba su Totti con un'offerta da 35 milioni di euro: la tentazione è forte, fortissima, ma Totti alla fine dice di no. Non tradisce i suoi colori, sceglie di rimanere.
La verità è che le sirene suonano sempre per i grandi campioni, c'è chi le ascolta e parte, e c'è chi, come Ulisse e come Totti, si fa legare all'albero maestro e rimane a casa sua, dove tutti lo amano.
Comunque sia, l'episodio contro la Danimarca e l'offerta del Real Madrid influiscono sulla stagione altalenante del capitano l'anno successivo.
Nel 2005 arriva a Roma un tale Luciano Spalletti, proveniente da Udine: a Roma con lui la musica cambia, Totti viene spostato centravanti, perno dal 4-2-3-1 spallettiano. Sono stagioni di grande calcio per la Magica, che ottiene addirittura 11 successi consecutivi in campionato (record assoluto fino a quel momento), culminati con la vittoria nel derby, nonostante il grave infortunio del capitano, costretto a non giocare per 4 mesi.  L'anno successivo Totti vince la Scarpa d'Oro, e diventa il più prolifico marcatore italiano ancora in attività, a soli 29 anni. Inoltre la Roma porta a casa la Coppa Italia, umiliando l'Inter nella finale di andata con un netto 6-2.
E' un periodo magico per Totti, che vince il mondiale con la nazionale nel 2006, realizzando il rigore decisivo al 94' contro l'Australia. Intervistato a fine partita, quando gli chiedono a cosa ha pensato, Totti risponde dicendo:"Era ora che facessi il ciucciotto", dedicando il gol al figlio.
Durante gli anni Francesco frantuma tutti i record possibili e immaginabili con la maglia della Roma e a livello italiano. Continua a giocare, a segnare e a divertirsi, anche se, per un talento come lui, vincere così poco è una sofferenza. Ma a lui non importa, quando Maurizio Mosca gli chiede perchè non va a giocare solamente 2 o 3 anni in una squadra blasonata per vincere qualcosa di più, lui risponde così:
"Perchè sono cresciuto nella Roma e morirò nella Roma, perchè sono sempre stato tifoso della Roma."
Si potrebbe continuare per ore a raccontare le gesta di questo grande campione, i suoi gol impossibili, come il pallonetto a San Siro contro l'Inter o il gol alla Sampdoria da un angolo inesistente.
Si potrebbe dire di come ha emozionato ogni tifoso giallorosso, di come ha gioito ad ogni vittoria proprio come un tifoso della Curva Sud, o di quanto sacrifici ha fatto per questa maglia.
Ci sarebbero veramente troppe cose da dire, troppi aneddoti da raccontare, troppe immagini indelebili di questo giocatore.
E così vi lascio una frase, per farvi riflettere sulla grandezza interiore di questo ragazzo, che viene definito dai suoi "nemici sportivi" coatto, burino, ignorante, ma che in realtà, ha, prima di tutto, un grande cuore, che batte per l' A.S. Roma.

"Adesso dicono che è stato un mio limite il fatto di non aver mai cambiato squadra. In realtà era il mio sogno fin da bambino. Qui ho tutto e sto bene, si vince poco, ma è stata una scelta di vita. Quello che dice la gente non mi interessa, se mi criticano nonostante i miei 200 gol, vuol dire che di calcio non ne capiscono niente."

Francesco Totti.



























lunedì 4 febbraio 2013

TOP E FLOP VENTITREESIMA GIORNATA

La Juventus respinge la fuga del Napoli e rimane a +3. Si riapre la lotta al terzo posto: cade la Lazio a Genova e l'Inter a Siena, si riavvicinano dunque Fiorentina e Milan che colgono importanti vittorie casalinghe contro Parma e Udinese. Crolla la Roma in casa col Cagliari, una sconfitta che costa la panchina a Zeman. Salta anche la panchina di Gasperini, fatale la sconfitta del suo Palermo contro l'Atalanta. Pareggio a reti bianche tra Torino e Sampdoria e scoppiettante vittoria del Bologna a Pescara, importantissima in chiave salvezza. Ma andiamo a scoprire i protagonisti, i top e i flop di questa giornata di Serie A:

I PROTAGONISTI

MARIO BALOTELLI: Prima partita da titolare: doppietta decisiva. Super-Mario ha confermato ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, che se ci sta con la testa può essere un crack per il campionato italiano. Allegri dovrà "solo" imparare a gestirlo mentalmente e mandarlo in campo motivato. Con lui, El Sharaawy e Niang l'impresa terzo posto è sempre più alla portata dei rossoneri.

MARCO SAU: Firma l'assist per il gol di Nainggolan, sigla di testa il 2-1 ed entra anche nell'azione del gol di Pisano. E' uno show del folletto sardo quello che va in scena all'Olimpico. La difesa della Roma non è irresistibile ma la partita di venerdi è solo una conferma della grande stagione di questo giocatore che sta trascinando i rossoblù alla salvezza.

MAREK HAMSIK: Col Catania è arrivato a quota 9 gol e 11 assist. E menomale che il Napoli è solo Cavani. La maturazione di questo giocatore quest'anno è stata impressionante, prima era incostante, alternava buone partite ad altre meno buone, invece in questa stagione è una costante, segna, fa segnare ed è preziosissimo tatticamente. Il partner d'oro di Cavani.

I TOP

CAGLIARI: Espugna l'Olimpico battendo per 4-2 la Roma con una partita giocata a viso aperto. In ripresa nelle ultime partite, gli uomini di Pulga e Lopez sembrano aver trovato le giuste motivazioni per raggiungere l'obiettivo salvezza. Con un Sau cosi...

GENOA: Dopo il pareggio contro la Juventus ferma un'altra prima della classe. E stavolta fa bottino pieno. Gara di cuore e carattere con la Lazio e vittoria allo scadere. Decide il solito Borriello, Bertolacci e l'acquisto dell'ultimo minuto: Marco Rigoni. Stesso discorso del Cagliari: con questa mentalità la salvezza è alla portata.

SIENA: Anche se la penalizzazione rende la salvezza una missione quasi impossibile è da elogiare il Siena di queste ultime giornate. Seconda vittoria consecutiva in casa dopo quella di misura con la Samp e stavolta la prestazione è ancora più convincente. 3-1 all'Inter di Strama con gol di Emeghara (un giocatore da seguire a detta di molti) Sestu e Rosina. Lotteranno fino alla fine.

I FLOP

MAURO GOICOCHEA: E' sbagliato prendere come capro espiatorio dei problemi della Roma le prestazioni non convincenti del portiere uruguaiano. Ma l'errore contro il Cagliari è qualcosa di grottesco, che si vede raramente anche nelle categorie minori. La Roma non stava giocando bene ma era sull'1-1 e la partita e se la poteva giocare. Errore pesantissimo.

PALERMO: Tanti acquisti per nulla. Sconfitta interna con l'Atalanta e seconda panchina saltata. Zamparini non si è smentito neanche questa volta. Viene da domandarsi se, con tutti questi cambi di allenatore che non hanno portato i frutti sperati, il problema non sia un altro, ovvero quello della qualità effettiva della squadra. Il Palermo di oggi non ha ne capo ne coda e la Serie B è un incubo sempre più reale.

INTER: Dove è finita l'Inter di inizio stagione. Dopo l'impresa allo Juventus Stadium i neroazzurri fuori casa non hanno più vinto, collezionando il più delle volte sconfitte umilianti da squadre sulla carta inferiori. Forse i milanesi sono un pò scoppiati, ma il terzo posto rimane comunque li a soli 3 punti. E' necessario però un cambio di marcia repentino...

LA STORIA

E' la storia di Marco Rigoni, una storia che sa di rivalsa, che profuma di rivincita. In questa prima parte di stagione al Chievo Rigoni ha passato più tempo tra tribuna e panchina che in campo, dove ogni giocatore vorrebbe stare. Arriva il mercato di gennaio e Rigoni è sul mercato. Sembra imminente il suo trasferimento al Sion, in Svizzera, lontano dalla Serie A, che forse non lo riteneva più adatto. Invece all'ultimo secondo eccola la svolta della nostra storia. Il Genoa lo chiama, per raggiungere la salvezza hanno bisogno anche di lui. Con la Lazio inizia in panchina, poi entra  sul 2-2 e le motivazioni e la rabbia sportiva covata in questi mesi lontano dal campo fanno la differenza. Il riscatto è dietro l'angolo e arriva a tempo scaduto. Fallo laterale per il Genoa, mancano pochi secondi, Granqvist spizza, e Rigoni insacca il 3-2. Gol decisivo, all'ultimo secondo, il sogno di tutti. Il Genoa aveva ragione. Per la salvezza serve anche lui.

venerdì 1 febbraio 2013

   
L'ANGOLO DELLO SCOMMETTITORE



Finito il mercato di riparazione vediamo come si presentano la 20 squadre di A alla quarta giornata di ritorno.




LE PARTITE

Venerdì ore 20.45 Roma-Cagliari

Una Roma in crisi ospita il Cagliari impegnato nella lotta per non retrocedere. Settimana molto travagliata per i giallorossi, con il caso Stekelenburg e il quasi esonero di Zeman. Cagliari che, invece, è riuscito a trattenere i suoi gioielli ( Astori, Naingolan e Pinilla ) e ha ottenuto 5 punti nelle ultime 3 giornate. Nonostante la crisi della squadra di Zeman, 2 punti in 4 partite, ci fidiamo dei capitolini che non possono più sbagliare.
Giocata sicura: 1 finale ( 1.50 )
Giocata rischiosa: No goal squadra ospite ( 2.75 )

Sabato ore 18.00 Torino-Sampdoria
Due squadre in salute si affrontano nel primo dei due anticipi del sabato. Toro che ormai può quasi considerarsi salvo, dopo aver conquistato ben 12 punti nelle ultime 6, media-scudetto,  essendo a +9 dalla zona calda. Samp in grande ripresa, 7 punti in 4 partite, dopo la spumeggiante prova casalinga con il Pescara.
Il match promette grande spettacolo.
Giocata sicura: Goal ( 1.80 )
Giocata rischiosa: Xpt ( 2.00 )

Sabato ore 20.45 Napoli-Catania
Partita da non perdere al San Paolo. Si sfidano il Napoli, che potrebbe agganciare anche solo per una notte la juve, e la sorpresissima di questa stagione: il Catania.
Partenopei che nelle ultime 5 hanno conquistato 13 punti e si affidano a bomber Cavani per mettere ulteriore pressione alla capolista. Etnei che, invece, non si possono più nascondere e devono puntare all'Europa, distante soli 2 punti. Fondamentale il ritorno di Lodi per gli uomini di Maran.
All'andata fu 0-0, difficile che si possa ripetere questo risultato.
Giocata sicura: Over 0.5 pt ( 1.25 )
Giocata rischiosa: Over 3.5 ( 2.50 )

Domenica ore 12.30 Chievo-Juventus
Un Chievo, virtualmente salvo, affronta la Juve tra le mura amiche.
Clivensi che nell'ultima giornata hanno sconfitto all'Olimpico la Lazio, grazie al goal di Paloschi, riscattato definitivamente, e possono contare su una situazione di assoluta tranquillità.
La capolista, eliminata martedì in coppa Italia proprio dalla Lazio, non vive un bel periodo, dopo un mercato che non ha visto, per l'ennesima volta, l'arrivo del grande attaccante, richiesto a gran voce dai tifosi e le polemiche dell'ultima giornata, che hanno dimostrato una fragilità anche all'interno della società.
Giocata sicura: Over 1.5 ( 1.27 )
Giocata rischiosa: 1X ( 2.23 )

Domenica ore 15.00  Fiorentina-Parma
Altra partita da seguire con attenzione è quella del Franchi, tra due belle realtà del nostro campionato.
La viola è in piena crisi di risultati, solo un punto nelle ultime quattro, dovuta sia alla sfortuna che all'assenza di un uomo che la butti dentro, visto che Jo-jo non è in gran forma, per usare un eufemismo.
Il Parma, che nell'ultima domenica ha perso l'imbattibilità casalinga contro il Napoli, ha sorpreso tutti e vuole continuare a stupire, una vittoria al Franchi vorrebbe dire inserirsi nella lotta per l'Europa definitivamente.
Giocata sicura: 1X ( 1.17 )
Giocata rischiosa: 1H ( 2.90 )

Domenica ore 15.00 Genoa-Lazio
A Marassi va in scena una partita che potrebbe regalarci sorprese.
Il Genoa, rivoluzionato dal mercato, ha un disperato bisogno di punti e non si vuole fermare dopo il buon pareggio di Torino. Lazio, che dopo la qualificazione alla finale di coppa Italia, vuole mantenere il terzo posto e perchè no avvicinare anche la vetta distante solo sei punti. All'andata un goal di Borriello decise il match, la storia si ripeterà?
Giocata sicura: Goal ( 1.65 )
Giocata rischiosa: 2 ( 2.50 )

Domenica ore 15.00 Palermo-Atalanta
Sfida tra due squadre in crisi. Il Palermo, che ha cambiato ben 10 uomini nella sessione invernale di mercato, nonostante il buon gioco espresso non sa più vincere e cerca disperatamente i 3 punti per risalire la china. Bergamaschi in grande difficoltà e si ritrovano invischiati nella lotta per la salvezza, troppo pochi 2 punti in 6 partite. Nessuna delle due può permettersi di sbagliare.
Giocata sicura: Over 1.5 ( 1.35 )
Giocata rischiosa: 1PT ( 2.75 )

Domenica ore 15.00 Pescara-Bologna
Sfida salvezza all'Adriatico. Pescara che dopo la vittoria di Firenze ha perso la bussola e ha collezionato 3 sconfitte consecutive. Bolognesi che non riescono a staccarsi dalla zona calda poiché alternano ottime prestazione a partite al di sotto delle aspettative. Si prospetta un match molto bloccato.
Giocata sicura: Under 2.5 ( 1.70 )
Giocata rischiosa: 2 ( 2.45 )

Domenica ore 15.00 Siena-Inter
Il fanalino di coda del campionato ospita la squadra di Stramaccioni.
Siena che cerca punti per provare ad ottenere una salvezza che francamente sembra impossibile. Inter in difficoltà sul piano del gioco, che aspetta di vedere all'opera il neo-acquisto Kovacic, mister 11 milioni. Se i neroazzurri vogliono puntare al terzo posto una vittoria è d'obbligo.
Giocata sicura: X2 ( 1.29 )
Giocata rischiosa: 2 ( 2.05 )

Domenica ore 20.45 Milan-Udinese
La partita più attesa è sicuramente quella di S.Siro, in uno stadio pronto a riaccogliere uno dei più grandi talenti italiani: Mario Balotelli. Gran colpo quello messo a segno da Galliani e anche se molti lo ritengono una mossa elettorale è innegabile che Balo potrà spostare gli equilibri del campionato. Partirà dalla panchina. Milan che prova la rincorsa al terzo posto e si affida alla coppia Elsha-Pazzo, 25 goal per loro. Udinese che si affida al solito Totò DI Natale per accorciare sul 5 posto, buono per l'Europa.
Giocata sicura: 1 ( 1.55 )
Giocata rischiosa: somma goal finale 4 ( 4.00 )

BUON WEEK-END CALCISTICO  A TUTTI GLI SCOMMETTITORI

IL MOMENTO DEI FANTALLENATORI

Bentornati con il nostro oramai consueto appuntamento del venerdì sera riguardante il mondo del fantacalcio. Numeri, curiosità e consigli per tutti i fantallenatori, come sempre.


                                                   
                         LE   CERTEZZE
 TOP 3 PORTIERI
1)Marchetti: è senza dubbio il portiere più in forma del momento se continua così Buffon dovrà stare molto attento in chiave nazionale..
2)Gillet: in casa è una sicurezza, anche se questa volta troverà lo scatenato Icardi.
3)Handanovic: se non fosse per lui, l'Inter avrebbe almeno 4-5 punti in meno. Inoltre l'attacco del Siena è il penultimo della serie A.

TOP 5 DIFENSORI
1)Rodriguez: ha pagato il periodo negativo della viola, ma è pur sempre un goleador. E in casa difficilmente sbaglia partita.
2)Dossena: un giocatore trasformato da quando si trova a Palermo, dategli fiducia.
3)Cannavaro: il capitano è tornato, e  ha subito sfoggiato una grandissima prestazione, nonostante l'autogol.
4)Lichsteiner: si esalta spesso fuori casa( vedi Palermo) a noi questa giornata piace non poco.
5)Costant: riadattato terzino da Allegri, sta dimostrando di avere buona corsa e non solo.

TOP 5 CENTROCAMPISTI

1)Lamela: non segna da troppo tempo, un mese e mezzo oramai, è il suo momento.
2)Gonzalez: l'uomo forse più importante del centrocampo di Petkovic, viene dal grande gol contro la Juve. E l'anno scorso a Genova fece gol.
3)Pirlo: senza di lui la Juve gioca a fari spenti.
4)Cuadrado: media stratosferica, pecca in fase conclusiva, ma prima o poi il gol arriva..
5)Montolivo: metronomo del centrocampo rossonero, non sta deludendo le aspettative.

TOP 5 ATTACCANTI
1)Cavani: ci scusiamo per non averlo schierato la settimana scorsa, illudendoci che per una giornata El Matador non avrebbe segnato. Ogni giornata va schierato, titolarissimo.
2)Di Natale: quando vede rossonero, diventa implacabile.
3)Gilardino: bomber Gila si è svegliato, ora ci si diverte.
4)El Sharaawy: il destino del Milan passa ancora dai suoi piedi.
5)Totti: con Zeman è un ragazzino.

                                                       LE SCOMMESSE

TOP 3 PORTIERI
1)Sorrentino: grande partita a Cagliari, ora lo aspetta l'Atalanta degli ex( anche se per poco) Brienza e Budan.
2)Mirante: all'andata parò un rigore a Jo-Jo, se vi piace il rischio..
3)Puggioni: imbattuto con la Lazio, ora lo aspetta il test Juve.

TOP 5 DIFENSORI
1)Marquinhos: grande talento per questo diciottenne, alla ricerca del primo gol in serie A
2)Astori: molto difficile uscire indenni dal trio giallorosso, ce la farà?
3)Juan Jesus: bocciato contro il Torino, si deve riscattare.
4)Mexes: dov'è finito l'impeccabile centrale della difesa giallorossa?
5)Andreolli: deve dimostrare di poter meritare piazze importanti.

TOP 5 CENTROCAMPISTI
1)Armero: alla prima da titolare, esordisce al San Paolo, grandi brividi.
2)Cerci: a volte è devastante, altre volte inesistente.
3)Conti: già 5 gol contro la squadra del papà, è una certezza per i suoi contro i giallorossi.
4)Bonaventura: a questa Atalanta mancano soprattutto i suoi gol.
5)Schelotto: esordio in maglia nerazzurra, deve dimostrare il prezzo del cartellino.

TOP 5 ATTACCANTI
1)Borriello: può far male ad ogni giornata.
2)Klose: è una scommessa non per il valore del giocatore in sè, ma in quanto la sua condizione fisica lascia a desiderare. Basterà la sua immensa classe per risolvere la partita?
3)Dybala: segna sempre in casa, 19 anni e tanto talento.
4)Toni: bomber Luca deve ritrovare la via della rete, come del resto il suo compagno di reparto Jovetic.
5)Barreto: ottima l'intesa con Meggiorini, aspettiamo un suo gol al più presto.


Buon week-end
Marco Cesario