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martedì 19 marzo 2013

EL SHARAAWY-BALO: INCOMPATIBILITA' VERA O PRESUNTA?

Dove è finito il Faraone? Qualcuno l'ha deposto e non ci hanno detto nulla? Che fine ha fatto il giovane con la cresta che aveva fatto paura a tutte le difese d' Italia e d' Europa. Che fine ha fatto colui che ha preso letteralmente per mano il convalescente Milan, avviandolo verso una rimonta storica? Quel ragazzo che ha avuto sulle spalle per mesi l'attacco rossonero, ora ha subito un calo netto di rendimento soprattutto sotto il profilo realizzativo. Per quale motivo? E' chiaro che qualcosa è successo, alla luce degli avvenimenti recenti. Il Milan vince e convince in Italia, continuando la rimonta, ma le prime pagine adesso sono occupate da un altro giovane con la cresta, arrivato a gennaio dal Manchester City, dopo essere stato cacciato dall'allenatore che più di tutti aveva creduto in lui. E' la luce di Balotelli ad aver oscurato quella di El Shaarawy? E' proprio vero che è almeno difficile, se non impossibile far convivere due campioni senza rischiare di sovrapporre l'uno all'altro? La risposta all'apparenza sembra essere si. Eppure guardando con un occhio più attento la soluzione al quesito può essere diversa . Chiunque presti attenzione alle partite del Milan, anche quelle recenti, si rende conto del graduale cambiamento e adattamento del Faraone con l'arrivo di Balotelli. Il suo basso score realizzativo è dovuto principalmente ad una diversa posizione in campo, altrettanto fondamentale, che comporta inevitabilmente compiti tattici diversi. Infatti è la fase difensiva che El Sharaawy fa con un'inconsueta attenzione per un attaccante e che permette al Milan di trovare spesso le ripartenze dalle quali nascono gran parte dei gol di Balotelli (o dei rigori da lui tirati). Ed ora che là davanti c'è anche qualcun altro che la butta dentro, è solo tutto di guadagnato per il Milan e per lo stesso Faraone. Certo per un attaccante il gol è tutto, ma l'impressione è che in tempi non troppo lontani il numero 92 rossonero saprà trovare nuovamente e con continuità la via della rete, aggiungendo a questa una capacità difensiva notevole per un esterno offensivo. Questa qualità lo renderà sempre più forte e diverso dagli altri, lo renderà unico. Per questo non deve avere fretta, ma con umiltà e dedizione, di questo passo, non è lontano il giorno in cui sarà senza dubbio un fuoriclasse. Sia il Milan che il Faraone hanno quindi la possibilità di migliorare il presente per permettersi un futuro ancora migliore, con Elsha al centro del progetto. Bisogna ammettere in questo senso che il lavoro di Allegri è stato esemplare.

PIERO ZAMPARELLI

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