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martedì 5 novembre 2013

CAMPIONI NON SI NASCE, SI DIVENTA

 Ancora una volta, tutte le grandi hanno vinto. Anzi no, tutte tranne una, la migliore, la più in forma, che dopo dieci vittorie consecutive si assesta a quota 31. C'è voluto un ex, Alessio Cerci, che in teoria sarebbe un centrocampista, ma in pratica segna più lui di Higuain e Tevez, per fermare la corazzata giallorossa.  Non è bastata questa volta la zampata di Strootman alla squadra di Garcia, che pure avrebbe meritato di più, ma è stata questa volta punita dall'unico errore di Benatia dall'inizio della stagione. Esultano in coro i tifosi di Napoli e Juve, che domenica prossima si affronteranno in un match ad alta tensione. Entrambe vincono, ma non convincono del tutto. Napoli bello dal centrocampo in su, ma che pecca ancora di qualche amnesia difensiva di troppo. Splendidi i due gol dei partenopei, trascinati dalla coppia del goal Hamsik e Callejon, veri e propri leader della squadra di Benitez.
Vittoria da grande squadra per la Juve sul campo ostico di Parma, decide Pogba al 75', ma il vero protagonista è Fabio Quagliarella, ancora una volta in panchina ed ancora una volta decisivo a modo suo. Contro il Real Madrid potrebbe davvero essere la partita della consacrazione definitiva per lui.
Terza imbattibilità consecutiva per i bianconeri, che invertono così il trend iniziale negativo, che li aveva visti subire dieci goal nelle prime otto partite.
Importante il successo dell'Inter a Udine, un 3-0 che lascia spazio a poche repliche. Friulani mai in partita, ed Inter padrona del campo per tutta la durata della gara, trascinata dal solito Palacio, davvero insostituibile. Ottima partita anche di Cambiasso. Ritornato in auge, il Cuchu sembra vivere una seconda giovinezza.
La notizia di giornata viene però dal Meazza, dove la bella e concreta (questa volta) Fiorentina di Monella ha ragione di un Milan spaccato dentro e fuori dal campo. La partita termina 0-2, ma quello che più preoccupa è l'atteggiamento passivo dei rossoneri, quasi mai pericolosi. La classifica adesso dice che i rossoneri sono a meno 16 dal terzo posto, ma solo a tre punti dalla zona retrocessione.
Male Allegri , e male Barbara Berlusconi, che in un momento così delicato mette in discussione l'operato di uno dei dirigenti sportivi più acuti ed intelligenti degli ultimi decenni, Adriano Galliani.
Tutto si può dire, ma non criticare l'uomo capace di riportare Kakà a Milano praticamente gratis ed il più grande talento italiano degli ultimi dieci anni, Mario Balotelli, a cifre non proibitive.
Ora arriva il Barcellona, o meglio, si va a Barcellona. Una valigia con molte incertezze e poche convinzioni, non certo il miglior momento per affrontare un match di questa importanza.
Inutile girarci attorno, senza Balotelli il Milan è poca cosa. E adesso è arrivato il momento che Mario si carichi la squadra sulle spalle, e dimostri di essere un campione.
Ah , dimenticavo. Doveva essere il campionato delle sette sorelle, ma strada facendo due hanno perso il treno giusto. Le ha rimpiazzate più che degnamente un Verona da 10 e lode, alla sesta vittoria consecutiva in casa, guidata da un ragazzetto da 36 anni, che calcia il pallone come se ne avesse ancora 10, con la luce negli occhi. Campioni non si nasce, si diventa.

Marco Cesario

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