Cerca nel blog

martedì 26 novembre 2013

"La Vecchia Signora reclama il suo posto"

E dopo tredici giornate cambia la testa del campionato, in un week-end che ha visto la Juve unica vincente delle prime cinque squadre in classifica.
Perentorio il successo Juventino a Livorno, complice una prestazione da sogno per Fernando Llorente. Il ruggito del Re Leone all'Armando Picchi trascina i bianconeri in vetta al campionato. Una prestazione corale che lascia spazio a pochi dubbi sulla forza reale della Juventus, che domenica ha dimostrato ancora una volta di essere la squadra più attrezzata della Serie A. Vidal perno difensivo non ha dato grattacapi a Conte, la difesa rimaneggiata rimane comunque imbattuta per la quinta giornata consecutiva, con altrettante vittorie annesse.
Dall'altra parta un buon Livorno non può davvero rammaricarsi più di tanto, la prestazione degli amaranto è stata più che positivo, e con un roster di questo tipo c'è davvero da fare i complimenti a Nicola, che sta facendo un ottimo lavoro.
Scivolano nell'ordine Napoli, Fiorentina, Inter e Roma.
Brutto passo falso dei partenopei, sconfitti da un destro di Cassano all'angolino.
 Fantantonio chiama la Nazionale, ed un giocatore in questo stato di forma, col suo bagaglio tecnico, non può essere sottovalutato da Prandelli. Il Napoli, distratto e poco incisivo nell'arco dei novanta minuti,  paga gli errori sotto porta del Pipita.
 Higuain è un attaccante fortissimo, ma pecca di killer istinct, quello che ad un attaccante d'area non deve mai mancare.
In ogni caso la testa dei giocatori era sicuramente rivolta con maggiore attenzione alla partita di stasera al Westfalen Stadium di Dortmund, decisiva per il passaggio agli ottavi di finale della Champions League. Occhio Don Rafè, che ora la Juve è a meno sei, lasciarla andare  sarebbe davvero imperdonabile in questo momento.
 Ma se Atene piange, Sparta non ride, e così l'Inter fallisce l'aggancio al terzo posto, nonostante una buona prestazione da parte dell'undici nerazzurro in quel di Bologna.
Terzo pareggio consecutivo per Mazzarri dopo la sosta della Nazionali, che paga la mancanza di un bomber sottoporta. Domenica poi Palacio ha dimostrato di essere umano, e se in panchina come sostituto ti puoi permetter il solo Belfodil... La prima di Thohir è un Ni, ma ci sarà tempo per recuperare.
Cade la Viola a Udine.
Basta(il verbo, non il serbo) un goal di Hertaux ai bianconeri di Guidolin per avere ragione della banda di Montella, che anche questa volta spreca tanto, troppo, nel primo tempo, in cui c'era anche un rigore su Rossi, e fallisce così il sorpasso sull'Inter. L'Udinese centra il primo successo Importante della stagione, ed ora andrà a Torino con il morale alto. Prepariamoci ad una grande partita.
E perchè no, visto che non c'è due senza tre, la Roma "decide" di pareggiare anche contro il Cagliari, dopo aver sprecato contro Sassuolo e Torino. Solo due goal segnati nelle ultime tre partite. Un certo Francesco Totti sta dimostrando, non giocando, quanto lui sia ancora oggi il faro di questa squadra, una luce dalla quale la Roma non può assolutamente prescindere se vuole continuare a lottare per lo scudetto.
Ljajic si dimostra ancora acerbo per questo tipo di partite, mentre è da lusingare la prestazione  di Maicon, che con una falcata di sessanta metri con tiro all'incrocio incluso, deviato in corner da uno straordinario Avramov, ha ricordato paurosamente quel Maicon, eroe del triplete con l'Inter e terzino destro più forte degli ultimi dieci anni.
Una menzione speciale va al Chievo, che dopo undici anni dall'ultimo derby, vince  al 92' grazie all'eroe che non ti aspetti, Lazarevic, e manda in visibilio i supporters gialloblù. Corini che tanto bene aveva fatto l'anno scorso si ripresenta da vincente, giusto così.
 L'applauso più grande va però a Luci, capitano amaranto, sceso sul terreno di gioco contro la Juve giocando una partita di grande cuore, mentre suo figlio sta combattendo una partita ben più ardua fuori dal campo.
 Forza capitano, non mollare, mai.

Marco Cesario

mercoledì 20 novembre 2013

FENOMENO CR7: IL SEGRETO DELL'ETERNA RINCORSA

"L'utopia è come l'orizzonte: fai due passi e l'orizzonte si allontana di due passi, ne fai dieci e l'orizzonte si allontana di dieci. A che serve l'utopia allora? Serve a camminare". Cosi scriveva Eduardo Galeano qualche decennio fa, cercando di trovare una giustificazione dell'utopia. Non sarà utopia quella che guida Cristiano Ronaldo durante le sue partite ma la metafora calza a pennello. Da anni le gesta memorabili di Messi lo hanno relegato al ruolo di eterno secondo e non hanno fatto altro che sminuire il rendimento sovraumano dell'asso portoghese. Paradossalmente questa subordinazione, questa eterna rincorsa all'irraggiungibile Pulce invece di demoralizzarlo gli ha dato nuovi stimoli, che gli permettono ormai da svariati anni di giocare con una continuità di rendimento mostruosa.
CR7 ha vinto tutto ciò che a livello di club un giocatore può vincere, ha un conto in banca pieno zeppo di zeri, ha sulla propria mensola di casa tanti riconoscimenti individuali, eppure gioca come se avesse ancora tutto da dimostrare. Cura ogni dettaglio, a cominciare dai singoli allenamenti, cerca ogni giorno di perfezionarsi e di migliorare, per quanto possibile. Ama la bella vita certo, chi non lo farebbe al posto suo, ma tutte le distrazioni che il suo successo comporta non lo distolgono da quello che è il suo vero obiettivo: dimostrare in ogni singola partita il suo valore, in barba ai denigratori e a coloro che lo considerano solo un fighetto che se la tira. Ronaldo è il fantastico risultato dell'addizione tra talento e umiltà, che raramente vanno di pari passo nei giovani fuoriclasse o presunti tali che popolano il calcio mondiale. Giocatori nostrani con creste ed orecchini che si atteggiano a fenomeni dovrebbero prendere esempio da lui per non rischiare di sprecare il proprio talento, ma anzi metterlo al servizio della propria squadra e della propria nazionale.
Non si tratta di esprimere giudizi su chi sia il migliore in generale. Non si tratta di assegnare il Pallone d'Oro a questo o a quel giocatore. Non si tratta di schierarsi dalla parte di Messi, Ronaldo o Ribery. Siamo di fronte ad uno dei più completi e decisivi giocatori dell'ultimo decennio. Fuoriclasse cosi vanno goduti  prima di essere giudicati perchè portano questo sport ad un livello più alto e questo è un privilegio che spetta a pochi. Questa dote è e rimarrà tale anche senza nessun riconoscimento.
A prescindere se a fine carriera sarà considerato il numero uno o il numero due. A prescindere se riuscirà nel suo intento oppure no l'augurio che ogni appassionato di calcio si deve fare è che Ronaldo continui a provarci fino all'ultimo giorno della sua carriera. Che continui a camminare verso l'orizzonte e a farci divertire.
Grazie di tutto CR7.

lunedì 11 novembre 2013

EUROPA, STIAMO TORNANDO




Doveva essere il big match, e così è stato. E' finita 3-0 per la Juventus. Risultato rotondo, forse eccessivo visto il buon secondo tempo del Napoli, ma vittoria ampiamente meritata per i bianconeri.
La differenza l'hanno fatta i colpi di genio di Pirlo e Pogba. Fenomeni, già.
Ma pagati quanto? Ieri sera la Juve ha segnato tre gol, per un costo complessivo di 400.000 €. Un dato che impressiona, e che testimonia l'ottimo lavoro della dirigenza juventina nel corso di questi ultimi anni. Llorente, oggetto misterioso fino alla quinta giornata di campionato, inizialmente mai impiegato da Conte, si è rivelato un'arma preziosa del gioco bianconero. Ora finalmente le fasce del 3-5-2 tipicamente italiano possono essere sfruttate al meglio dai giocatori juventini, certi della costante e determinante presenza in area del Re Leone. La Juve ha letteralmente annichilito nel primo tempo i partenopei, un capolavoro tattico da parte di Conte, che ha chiesto ed ottenuto un grande lavoro in fase di copertura da parte delle due punte, in costante pressione su Inler e Berhami, fonti del gioco partenopeo. Barzagli e Bonucci perfetti su Higuain e Callejon, solo Insigne con le sue giocate si è distinto tra i biancoazzurri.
Benitez  paga l'approccio disincatato alla partita dei suoi, in sofferenza sin dai primi istanti di gioco. Nella ripresa il Napoli ha mancato con Hamsik il pareggio ed è stata punita dalla magia di Pirlo. Se poi anche Buffon vive una serata di grazia, allora non c'è ne davvero per nessuno.

Si riapre ufficialmente il campionato, anche se sapevamo che non era mai stato chiuso,  complice il passo falso della Roma in casa con il Sassuolo, che ancora una volta ferma una grande, dopo il Napoli. Giallorossi poco incisivi sotto porta e puniti allo scadere dal guizzo di Berardi, classe 94' e media di un gol ogni 94 minuti di gioco. Senza Totti non è la stessa Roma, solo quattro goal in altrettante partite per la Roma, che ora ha solamente un punto di vantaggio sui bianconeri.
Quarto posto solitario dell'Inter, che si sbarazza del Livorno grazie ad un'autorete di Bardi, talentuoso portiere di proprietà nerazzurra, che spiana la strada del successo ai ragazzi di Mazzarri. Inter poco bella, ma concreta. Un applauso simbolico e non  al rientro di capitan Zanetti, al quale l'intero stadio ha tributato una standing ovation al momento dell'entrata in campo.
Vince, pur sprecando, la Fiorentina di Montella, che alla fine rischia la beffa, ma viene graziata da Mustafi e Wzolek. Sugli scudi ancora una volta Pepito Rossi, capocannoniere del campionato e vero e proprio leader dei Viola. Il suo tiro a giro per il raddoppio si contende con Pogba e Pirlo la palma di goal più bello della giornata. Sulla graticola Delio Rossi, Mihajlovic sembra pronto a sostituirlo.
Stenta ancora il Milan, che non va oltre uno 0-0 striminzito al Bentegodi,  condannando definitivamente i rossoneri ad una stagione mediocre, a meno di clamorosi ribaltoni.

Con grinta portano a casa i tre punti Cagliari ed Atalanta, che ringrazia Curci al 92', quando il portiere non trattiene la conclusione di Livaja. Arriva anche la terza vittoria consecutiva per Gasperini, 10 punti in quattro partite.
La sosta per le Nazionali, la terza dall'inizio del campionato( ma non saranno un pò troppe?) ci costringe ad aspettare altre due settimane prima di rivivere le emozioni della Serie A.

Ah, ieri in Premier si è giocata Manchester Utd-Arsenal. E' finita 1-0 per i Red Devils in una partita bruttina, mai realmente viva.
E allora diciamolo, che per una volta il big match più bello del week-end si è giocato da noi.
Stiamo tornando. La Coppa dalle grandi orecchie è avvertita.


MARCO CESARIO




sabato 9 novembre 2013

LA SCOMMESSA VINCENTE


La 12ma giornata di Serie A presenta il Big Match tra Juve e Napoli, mentre la Roma proverà a riguadagnare punti sulle inseguitrici dopo il passo falso di Torino. Il Milan cerca una vittoria scacciacrisi in trasferta con il Chievo, mentre la Fiorentina cercherà di confermare il suo buon momento con una vittoria contro la Samp in grave difficoltà. Queste alcune delle partite di questo week-end tutto da seguire. Analizziamo meglio le partite una ad una:
Catania-Udinese: due squadre che stanno parecchio deludendo in questo campionato: il Catania annaspa in fondo alla classifica dopo le partite impossibili contro Juve e Napoli, mentre l’Udinese, peraltro senza Di Natale, deve riscattarsi dalla pesante sconfitta contro l’Inter. Partita tutto sommato equilibrata che probabilmente non offrirà molto spettacolo viste le due compagini. Pronostico: UNDER 2,5 Inter-Livorno: un Inter in buona forma e soprattutto molto prolifico in attacco cercherà di sbarazzarsi di un Livorno che ha trovato serenità dopo i 4 punti in 2 partite, e che perciò non avrà disperato bisogno di risultato. Non certo un ostacolo insuperabile per gli uomini di Mazzarri. Pronostico: 1
Genoa-Verona: la squadra di casa si è rialzata con l’arrivo di Gasperini e in casa proverà a convincere ancora: seppur uno dei peggiori attacchi del campionato, Gilardino pare determinato. Il Verona, d’altra parte, continua a stupire e l’attacco guidato da Toni sa far male. Difesa ballerina. Pronostico: GOAL
Atalanta-Bologna: un punto in tre partite è veramente poco, Colantuono, peraltro senza Denis, proverà a dar la carica ai suoi. L’Atalanta affronterà un Bologna in forma che nelle ultime partite non ha subito gol. Classica partita da metà classifica dove entrambe le squadre proveranno a ottenere il massimo faticando il minimo possibile. Pronostico: NO GOAL
Parma-Lazio: ultimamente la squadra di casa ha un po’ rallentato il passo ma in casa da il meglio di sé. La Lazio, finora tutt’altro che brillante, è reduce dalla partita di Europa League e potrebbe essere un po’ affaticata. Pronostico: 1X
Cagliari-Torino: il Cagliari è in preoccupante serie negativa e deve riacquistare serenità. Senza Pinilla, l’attacco poco prolifico ne risentirà ancora di più, ma Diego Lopez ha le carte in regola per portarsi a casa un risultato positivo contro gli uomini di Ventura, reduci dall’impresa contro la Roma: la sconfitta peserebbe molto di più al Cagliari che al Torino. Difese da rivedere per entrambe le compagini. Pronostico: 1X
Chievo-Milan: che succede al Milan? Usciti malconci da Barcellona, i bianconeri appaiono allo sbando e la partita contro il Chievo appare tutt’altro che facile. Thereau e compagni, ultimi in classifica, devono assolutamente centrare una vittoria per levarsi dai guai. Potrebbe essere questa la volta buona? Pronostico: 1X
Roma-Sassuolo: nonostante il Sassuolo si dimostri ultimamente squadra tosta, la Roma conta con l’appoggio del pubblico e un ottimismo mai vissuto nella capitale negli ultimi anni. Lo scivolone del Torino non ha fatto poi tanto male, e soprattutto questa è la chance d’oro per distaccare almeno una delle due inseguitrici. A nostro parere, la Roma dilaga. Pronostico: 1 HANDICAP
Juventus-Napoli: ed eccoci arrivati al grande incontro. Le due squadre stanno disputando un campionato che rasenta la perfezione e non si possono permettere un passo falso. Impossibile dire quale delle due squadre stia più in forma, ma è sicuro che entrambe sanno che una sconfitta vorrebbe dire distaccarsi non solo dalla Roma, ma anche dalla seconda. Conviene, alle due, giocarsi il tutto per tutto? D’altronde, il campionato è ancora lungo e la Roma non sembra poi irraggiungibile. Sono molti i fattori che fanno pensare che le squadre hanno più da perdere che da guadagnare. Pronostico: X.

martedì 5 novembre 2013

CAMPIONI NON SI NASCE, SI DIVENTA

 Ancora una volta, tutte le grandi hanno vinto. Anzi no, tutte tranne una, la migliore, la più in forma, che dopo dieci vittorie consecutive si assesta a quota 31. C'è voluto un ex, Alessio Cerci, che in teoria sarebbe un centrocampista, ma in pratica segna più lui di Higuain e Tevez, per fermare la corazzata giallorossa.  Non è bastata questa volta la zampata di Strootman alla squadra di Garcia, che pure avrebbe meritato di più, ma è stata questa volta punita dall'unico errore di Benatia dall'inizio della stagione. Esultano in coro i tifosi di Napoli e Juve, che domenica prossima si affronteranno in un match ad alta tensione. Entrambe vincono, ma non convincono del tutto. Napoli bello dal centrocampo in su, ma che pecca ancora di qualche amnesia difensiva di troppo. Splendidi i due gol dei partenopei, trascinati dalla coppia del goal Hamsik e Callejon, veri e propri leader della squadra di Benitez.
Vittoria da grande squadra per la Juve sul campo ostico di Parma, decide Pogba al 75', ma il vero protagonista è Fabio Quagliarella, ancora una volta in panchina ed ancora una volta decisivo a modo suo. Contro il Real Madrid potrebbe davvero essere la partita della consacrazione definitiva per lui.
Terza imbattibilità consecutiva per i bianconeri, che invertono così il trend iniziale negativo, che li aveva visti subire dieci goal nelle prime otto partite.
Importante il successo dell'Inter a Udine, un 3-0 che lascia spazio a poche repliche. Friulani mai in partita, ed Inter padrona del campo per tutta la durata della gara, trascinata dal solito Palacio, davvero insostituibile. Ottima partita anche di Cambiasso. Ritornato in auge, il Cuchu sembra vivere una seconda giovinezza.
La notizia di giornata viene però dal Meazza, dove la bella e concreta (questa volta) Fiorentina di Monella ha ragione di un Milan spaccato dentro e fuori dal campo. La partita termina 0-2, ma quello che più preoccupa è l'atteggiamento passivo dei rossoneri, quasi mai pericolosi. La classifica adesso dice che i rossoneri sono a meno 16 dal terzo posto, ma solo a tre punti dalla zona retrocessione.
Male Allegri , e male Barbara Berlusconi, che in un momento così delicato mette in discussione l'operato di uno dei dirigenti sportivi più acuti ed intelligenti degli ultimi decenni, Adriano Galliani.
Tutto si può dire, ma non criticare l'uomo capace di riportare Kakà a Milano praticamente gratis ed il più grande talento italiano degli ultimi dieci anni, Mario Balotelli, a cifre non proibitive.
Ora arriva il Barcellona, o meglio, si va a Barcellona. Una valigia con molte incertezze e poche convinzioni, non certo il miglior momento per affrontare un match di questa importanza.
Inutile girarci attorno, senza Balotelli il Milan è poca cosa. E adesso è arrivato il momento che Mario si carichi la squadra sulle spalle, e dimostri di essere un campione.
Ah , dimenticavo. Doveva essere il campionato delle sette sorelle, ma strada facendo due hanno perso il treno giusto. Le ha rimpiazzate più che degnamente un Verona da 10 e lode, alla sesta vittoria consecutiva in casa, guidata da un ragazzetto da 36 anni, che calcia il pallone come se ne avesse ancora 10, con la luce negli occhi. Campioni non si nasce, si diventa.

Marco Cesario

Read article also at: http://www.uninformato.it/category/sport/

venerdì 1 novembre 2013

Danze, polemiche e magie: è la nostra amata serie A


Partiamo dall’inizio, da martedì sera, quando a Bergamo abbiamo aperto le danze di questo turno infrasettimanale all’insegna del tango argentino. Alvarez prima e  Denis poi, fissano il risultato di una partita divertente sull’1-1. Se questo era un esame di maturità, i nerazzurri non possono di certo essere promossi col massimo dei voti. Oltre al risultato lascia spazio a parecchi dubbi anche la scelta tecnica di Mazzarri, che lascia Palacio troppo solo la davanti, preferendo un inconcludente Kovacic ad Icardi, che pure soffre di pubalgia e non può permettersi i 90 minuti. Alla fine l’amaro in bocca rimane forse più ai bergamaschi, che hanno di che recriminare dopo l’occasione fallita da Yepes( super Carrizo) e un mani di Rolando in area. Colantuomo si può ritenere soddisfatto.
Uno a uno anche sull’altra sponda del Naviglio, dove non basta la luce di un redivivo Kakà  per accendere un Milan opaco e fragile. Rossoneri incapaci di reagire all’1-1 di Ciani, e fortunati nel finale, dopo aver più volte rischiato l’imbarcata in contropiede. Si ha l’impressione di una squadra i cui reparti sono poco legati tra loro. Non tutti sembrano tenere a mente il proprio compito. Balotelli è una lampadina ad intermittenza, Birsa rimane comunque un giocatore che l’anno scorso era riserva nel Genoa. Aspettando il rientro di El Shaarawy Allegri non passa di certo un periodo tranquillo. Non è ancora Natale, ma già qualcuno si chiede se mangerà o no il panettone quest’anno.
Una Juve schiacciante ha ragione di un Catania fiacco, con quattro gol che sono però una punizione eccessiva per gli etnei. D’altronde la Juve ha giocato una partita inferiore per ritmo ed intensità rispetto a quella vista domenica contro il Genoa. Solo uno, tra tutti, ha sempre fame. Si chiama Tevez, Carlos di nome, ed è un giocatore fantastico. Cancellati tutti i dubbi riguardo le possibili controversie di tipo caratteriale che hanno un po’ contraddistinto la storia di questo fenomeno, l’Apache ha preso per mano la Vecchia Signora e a sta aiutado ad attraversare la strada in fretta, visto che là davanti si corre ad una velocità mai vista prima.
Si affretta dunque anche il Napoli, che trionfa tra mille polemiche a Firenze e porta a casa tre punti di un’importanza cruciale per il cammino dei partenopei. Splendida la partita del duo  Mertens-Callejon, coadiuvati alla perfezione  da Higuain, protagonista di due assist, il primo da antologia. La partita è stata però macchiata da un errore grossolano dell’arbitro, che espelle Cuadrado per simulazione al 91’, dopo che il colombiano era stato falciato in area da Inler con un intervento che francamente lasciava spazio a pochissimi dubbi. La decisione di certo è stata influenzata dal rigore generoso fischiato nel primo tempo ai viola per una spinta ai danni di Savic, e da un rigore non dato al Napoli per fallo su Mertens, anche questo dubbio.
Polemiche a Sky Calcio Show, quando un imbufalito della Valle si presenta ai microfoni per ribadire a suo modo l’importanza di quel rigore non fischiato. Da elogiare in ogni caso la partita di entrambe le squadre, ed un plauso a Montella, che  sorvola sull’episodio contestato ed applaude alla prestazione dei suoi. Bravo.
Fiorentina che con questa sconfitta viene superata dal Verona, alla quinta vittoria consecutiva in serie A, mai così bene nella storia dei Veneti. Mandorlini meglio di Bagnoli, la città sogna ad occhi aperti una piazza in Europa ed intanto si gode i suoi gioielli, Iturbe, Martinho, Jorginho e Gomez. E naturalmente l’immortale Luca Toni, che regala sponde, assist e gol d’autore  oramai ogni domenica.
Tre punti importanti anche dell’Udinese a Reggio Emilia, grazie alla premiata ditta Di Natale-Muriel. Domenica al Friuli arriva l’Inter, una partita importante per capire le amibizioni dell’undici guidato da Guidolin. Importante il successo del Bologna al Sant’Elia di Cagliari, sardi mai presenti davvero sul terreno di gioco e Pioli può finalmente respirare.
E’ stata la domenica dei bomber consumati, come Alberto Gilardino, che prima si fa ipnotizzare da Mirante sul dischetto, ma poi si prende il Ferraris con un colpo di testa perentorio su cross di Biondini, l’assist che non ti aspetti. Infine, pirotecnico pareggio a Livorno, tra amaranto e granata, che quest’anno sembrano abbonati ai pari over 3,5 (già tre volte per 2-2 e due per 3-3). Cerci riprende la squadra di Nicola nel finale su rigore, dopo la splendida rimonta amaranto con Paulinho, Greco ed Emerson,  a cui assegniamo seza ombra di dubbio la palma di goal più bello della settimana.

Si completava così il quadro delle partite del mercoledì sera.
Poi ieri è scesa in campo la Roma, che ha fatto Bingo anche stavolta.
E con questa sono 10.
E con la vittoria numero 10, con questa vittoria, ottenuta con le unghia sanguinanti ed il sudore che appiccica i capelli in fronte, che la Roma diventa la favorita per conquistare il titolo. (me ne vogliano i tifosi giallorossi, ma i numeri non mentono, Mai.)
In Italia 10 vittorie consecutive dalla prima giornata non si erano mai registrate nel campionato a girone unico. Ripeschiamo il Tottenham degli anni 60, che poi vinse lo scudetto sullo Sheffield United con quattro giornate d’anticipo; e la Lazio del 1912, capace di conquistare 14 vittorie di fila, prima di perdere la finale scudetto contro Casale. Erano altri tempi, un altro calcio ed altre motivazioni.
La Roma ieri ha dimostrato di essere una grande squadra. Perchè sono queste le vittorie che poi fanno la differenza a maggio tra un primo ed un quarto posto. Le vittorie non belle, le vittorie ruvide, sporche, quelle partite che porti a casa solo se hai un cuore( e due palle) così.
 Lotito mormora della presenza di qualche figura oscura che porti influssi positivi alla squadra giallorossa, i cosiddetti “Maghi”.  La sud li invoca ed eccoli dopo la partita a salutare lo stadio lanciando incatesimi di protezione. Siparietti e scherzi a parte, c’è un che di “magico” anche in Garcia, che dopo Bradley pesca  Borriello, più per necessità che intuizione a dir la verità, ma poco importa. Il fucile del sergente francese spara cartucce dorate e non manca mai un colpo. E allora forse Lotito non ha tutti i torti, forse quest’anno la Roma, come la chiamano i suoi tifosi, è davvero “a maggica”.
Marco Cesario