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giovedì 20 giugno 2013

LA GIUSTIZIA ITALIANA E L'ODIOSA DIFFERENZA

È successo un'altra volta, é successo ancora, non doveva succedere... La cosa brutta é che ormai neanche ci stupiamo più, ormai é come se fosse una tassa da pagare, dolorosa ma allo stesso tempo abitudinaria. L'altro ieri sera nel quartiere San Basilio di Roma, ha perso la vita Maurizio un ultras della Lazio, colpito alla nuca da una pallottola esplosa a freddo da Luciano Coppi, professione guardia giurata. Il tutto è nato per futili motivi, Maurizio stava litigando per strada con Coppi e suo figlio a causa di un incidente stradale, il padre avendo paura, potesse accadere qualcosa ha premuto il grilletto. Già tutti i giornali si sono precipitati a scrivere cose non vere, che lui avesse minacciato i due con un coltello, che fosse una persona violenta...tutte bugie, come per giustificare la sua morte. Maurizio forse non sarà stato un pezzo di pane ma non meritava di morire, non meritava di morire, come non lo meritavano tanti altri; i vari Sandri, Pianzino, Uva, Aldrovandi. Tutte vittime giovani e  innocenti a cui è stata negata la vita. La guardia giurata non pagherà, lo sappiamo bene, ne abbiamo appena avuto la prova la settimana scorsa, quando la corte d'appello ha praticamente assolto gli assassini di Stefano Cucchi, in barba alla povera sorella che da anni si batte per ottenere giustizia. Ma é proprio qui che si crea la distanza tra Noi, e Loro, proprio qui, all'interno del sentimento più nobile al mondo: La Giustizia. Perché é vero che gli errori possono capitare a chiunque, ma non é possibile che la legge del "chi sbaglia paga" valga solo per qualcuno. La distanza tra Noi e Loro si amplia quando sentiamo l'ex ministro Giovanardi che afferma che la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, abbia sfruttato la tragedia del fratello per aumentare la sua popolarità. La distanza aumenta quando il sindacato della polizia il COISP, va a manifestare sotto la sede di lavoro della madre di Federico Aldrovandi, ragazzo brutalmente ucciso da alcuni agenti, gridando che aveva cresciuto un maiale al posto di un figlio. La distanza diventa più grande quando ascoltiamo le dichiarazioni becere della Santanché su Spaccarotella. Ed é proprio questa distanza che crea quel disagio sociale che poi porta allo scontro. Come la sera dell'11 aprile 2007 quando ultras di Roma e Lazio assaltarono le questure dopo la morte di Gabriele, con la consapevolezza che tanto il colpevole non avrebbe pagato, che la giustizia non avrebbe fatto il suo corso. Ormai la distanza che ci separa é troppo grande, e  finché le cose continueranno ad andare in questo verso esisterà, sempre un NOI, ed un LORO, ci saranno sempre una "Parte della Ragione" e "del Torto" già prestabilite. E noi tutti, anche se non toccati in prima persona da ciò che accade dobbiamo fare una scelta,  perché alle volte restare in mezzo é ancora peggio che schierarsi, affinché ciò che é successo e  continua a succedere non accada più.

MICHELE NOCE

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