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mercoledì 4 dicembre 2013

GOD SAVE THE SOCCER: UNA GIORNATA IN UNO STADIO INGLESE

Di recente in Italia si parla molto dei problemi legati agli stadi e delle curve.
I tifosi più movimentati intonano cori offensivi e razzisti verso i rivali sul campo e sugli spalti, e la federazione chiude interi settori degli stadi come punizione.
Tutto questo, al meno per il momento, non sembra che stia dando particolari frutti, anzi ciò sta creando ancora più rabbia e sta facendo coalizzare gli ultras di tutte le squadre contro le istituzioni del calcio e contro le società.
Di recente, più precisamente il 7 novembre, ho avuto la fortuna di assistere alla partita di Europa League Tottenham-Sheriff a White Hart Lane nel nord di Londra. 
In quest'occasione ho potuto notare ancor di più come la situazione in Inghilterra sia totalmente diversa da quella italiana. 
Per cominciare bisogna dire che il quartiere del Tottenham in realtà non e' proprio considerato uno dei più tranquilli della capitale inglese, anzi proprio qui anni fa scoppio' la famosa rivolta estiva. Nonostante tutto ciò, e nonostante fosse un freddo giovedì sera, una grande fila di gente si riversava per la grande strada per raggiungere lo stadio. 
White Hart Lane (35000 posti) era quasi al completo. Tante famiglie, tanti bambini.
Per l'occasione la società, sapendo di poter coinvolgere tanta gente, avendo chiaramente uno struttura di proprietà, ha permesso l'accesso a tutti ponendo 20sterline (per chiarirci 24 euro) come prezzo fisso per ogni posto in qualsiasi settore. 
All'entrata al campo e' impossibile non notare il colpo d'occhio. 
Ci si trova subito attaccati al terreno di gioco. Infatti ovunque ci si trovi all'interno dello stadio si può avere la sensazione di stare all'interno del campo. I giocatori non sono piccoli ed irriconoscibili per la lontananza, ma al contrario sono a grandezza naturale, perfino troppo vicino.
Non esistono barriere, ne fra un settore e l'altro, ne tantomeno fra gli spalti ed il campo, tanto che sorge spontanea la riflessione su quanto sia facile "invadere il campo", oppure su quanto sia semplice insultare il guardalinee oppure il giocatore avversario. Eppure questo non accade. Anzi, la mancanza di barriere inoltre evita molti insulti razzisti, in quanto e' facile insultare da centinai dei metri di distanza, meno facile invece è farlo da pochi passi. Non credo che giocatori di un metro e novanta e grandi come armadi la prenderebbero molto bene.
Lo stadio era tutto blu, per le bandiere e le sciarpe degli Spurs, tranne che per una piccolo settore dove spiccava il giallo dei moldavi dello Sheriff. 
Ah per la precisione, non c'erano barriere divisorie nemmeno a separare le due tifoserie avversarie, anzi entrambe erano divise da semplicemente una fila di posti.
Tutto ciò arebbe impensabile in Italia. Alla prima palla dubbia oppure al primo intervento scatterebbe la rissa. 
Il Tottenham, da prima del girone a punteggio pieno, si e' presentato alla gara in totale tranquillità e con la possibilità di raggiungere direttamente i sedicesimi di finale, già con due giornate di anticipo. Dall'altra parte i moldavi erano (e sono) ultimi, per cui sono venuti a Londra con il coltello fra i denti per poter sperare in una memorabile vittoria che li avrebbe potuti rilanciare per il secondo posto.
Dunque Villas Boas, sicuro per la posizione in classifica, per questa partita aveva optato per un ampio turnover, lasciando in panchina i nuovi acquisti Paulinho e Soldado, e schierando in campo giocatori poco utilizzati e che per ora non hanno ancora del tutto convinto, come il veterano Defoe, il quarantenne Friedel, ed anche una vecchia conoscenza del nostro campionato passato oltre la manica per ben 35 milioni, l'argentino Erik Lamela. 
Il primo tempo scorre senza che nessuna delle due squadra provi veramente a far male, lo Sheriff e' ben posizionato in campo e gli Spurs non tentano l'affondo. 
Nella ripresa invece proprio l'ex Roma esce ispirato dagli spogliatoi e fa impazzire la difesa moldava, prima realizzando il goal dell'1-0 con un bel sinistro sul palo del portiere, e poi procurandosi il calcio di rigore (realizzato da Defoe) del 2-0 con un grande slalom in area di rigore (proprio sotto i miei occhi.)
I cori dei tifosi fin dall'inizio hanno incitato la squadra di casa e fatto scuotere i seggiolini, ed al momento dei goal tutto lo stadio.
Al momento del goal dello Sheriff, pero', tutti si sono ammutoliti, tranne che per i tifosi moldavi. Infatti proprio al 75' la squadra ospite ha accorciato le distanze, dopo una strana e corta respinta da parte di Brad Friedel, che così facendo aiuta non poco gli avversari.
Una bella papera.
Nonostante la gara fosse riaperta, i moldavi non si sono fatti più vedere dalle parti del portiere in pre-pensionamento (40 anni), e quindi gli Spurs controllando il pallone ed il gioco sono riusciti a portare a casa la vittoria, che gli permette di accedere direttamente ai sedicesimi, con due giornate di anticipo. Il migliore in campo, a mio avviso, e' stato sicuramente l'ex romanista Lamela, ma allo stesso tempo si sono potute notare le grandi doti del danese Eriksen e del brasiliano Paulinho, sebbene fosse entrato a partita in corso. 
Certo e' stata una partita di Europa League, ma la civiltà mostrata allo stadio fra le due tifoserie non si può non notare, soprattutto per un italiano abituato a vedere brutte cose anche in Europa (Napoli e Lazio lo testimoniano, per altro quest'ultima proprio contro gli Spurs). 
Anni fa in Inghilterra gli stadi non erano proprio un luogo per famiglie, difatti il soccer anglosassone era colpito dal problema degli Hooligans, persone che spesso non andavano a vedere la loro squadra del cuore, ma usavano come pretesto la partita per fare scontri contro la tifoseria avversaria. 
La Tatcher, per quanto molto discutibile, riuscì a risolvere questo problema prendendo pero' misure molto dure e repressive, facendo allontanare definitivamente queste persone dai luoghi dove si gioca a calcio.
Il calcio e' uno spettacolo, potremmo dire anche uno show, come a teatro o a cinema, e sicuramente i tifosi fanno parte di questo spettacolo. Tutte le coreografie, i cori, i seggiolini che tremano, fanno parte del calcio stesso. E' brutto vedere gli stadi vuoti. Non esisterebbe il calcio senza il pubblico.
Cio' pero' non significa che, siccome si paga il biglietto, sia permesso di finire nell'illegalità. 
Una volta per tutte andrebbe chiarita la posizione dello Stato e della Lega Calcio, in modo da non far più accadere situazioni brutte, come quelle di Nocera e di Genova, quando i tifosi costrinsero i giocatori a venire sotto la curva per fornire delle spiegazioni, e per consegnare le maglie, come in segno di sottomissione alla curva. 
Bisogna seriamente pensare a come risolvere questo problema, sperando di non finire per fare quello che fece la Tatcher.
Basterebbe un po' di civiltà, ma a volte sembra che sia chiedere troppo. Se essere civili vuol dire essere di regime...
Una cosa pero' in conclusione va detta: lo stadio sarà stato anche meraviglioso e sicuro, ma all'uscita mi è un po' mancato il panino con la porchetta. 

GAETANO GHIURA 

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