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venerdì 30 agosto 2013

GARETH BALE: MISTER 110 MILIONI DI EURO

Manca solo l'ufficialità e poi Gareth Bale sarà un giocatore del Real Madrid. I blancos pagheranno al Tottenham 93 milioni di sterline (quasi 110 milioni di euro) per assicurarsi il cartellino del giocatore gallese. Sarà l'operazione di mercato più costosa della storia e Bale di conseguenza diverrà il calciatore più pagato di tutti i tempi. Più di Zidane, più di Cristiano Ronaldo, il doppio di Neymar. Costerà al Real 330 volte quello che è costato Pogba alla Juve, oppure, sempre giocando con i numeri, 110 milioni di volte quello che è costato Cedric Mabwati, centrocampista del Betis, che per un anomalia contrattuale è stato pagato dal club andaluso appena 1 euro e 20 centesimi.
Giochi matematici a parte non c'è dubbio che 110 milioni di euro siano una cifra spropositata, anche per uno come Bale, da molti considerato uno dei giocatori più forti del mondo. Il suo valore realistico si aggira intorno ai 60-70 milioni di euro, un prezzo alla Cavani o alla Falcao, non proprio gli ultimi due arrivati.
Allora perchè si è arrivati a questa cifra? C'è più di un motivo: Bale non ha mai avuto una clausola rescissoria (tipo Cavani), non era in scadenza di contratto ed il Tottenham non aveva esigenza di far cassa a tutti i costi (come il Milan con Thiago Silva e Ibra). Il Real però, come molte altre squadre, era disposto a fare follie per averlo. Il presidente del Tottenham Daniel Levy ha colto la palla al balzo, ha giocato al rialzo ed ha detto in sostanza: "Bale lo vendo solo se mi date la luna". Cosi è stato. Il Madrid ha tirato fuori una somma quasi due volte superiore al vero valore del giocatore gallese e lo ha acquistato. Il Tottenham ora avrà la possibilità di rifarsi una squadra per centrare quell'obiettivo che l'anno scorso è sfumato pur avendo mister 110 milioni di euro in squadra: la qualificazione in Champions. Il Real invece, ora più che mai, avrà l'obbligo di vincere la decima Coppa dei Campioni, ormai sempre più un'ossessione. Perchè vincere si sa, è la miglior medicina contro le polemiche, contro i giudizi e le critiche al calciomercato. In caso di Triplete o anche di vittoria della Champions nessun tifoso si sognerà più di fare calcoli o di criticare Florentino Perez per le cifre folli spese in questa sessione di mercato. In caso di fallimento ovviamente la situazione sarà diversa, ma solo il tempo ci dirà chi ha ragione. Il calcio non è il tennis, è un gioco di squadra dove non per forza vince sempre chi ha i singoli migliori. L'anno scorso in finale di Champions ci è arrivata una squadra, il Borussia, la cui rosa completa è costata la metà di Bale. Ci è arrivata eliminando in semifinale proprio il Real Madrid, la prossima squadra di Mister 110 milioni di euro.


giovedì 29 agosto 2013

I CALCIATORI ED I LORO STIPENDI: UN CALCIO AI LUOGHI COMUNI

In questa sessione di mercato assisteremo, quasi sicuramente,  al trasferimento più oneroso nella storia del calcio. Il gallese Gareth Bale, infatti, passerà dal Tottenham al Real Madrid per una cifra superiore ai 100 milioni e percepirà  uno stipendio pari a 18 milioni, cifre esorbitanti anche per un fenomeno come lui.
Subito si sono scatenate le polemiche sui numeri  di questa operazione: Martino, nuovo allenatore del Barca, non ha esitato a definire l'acquisto "una mancanza di rispetto verso tutto il mondo del calcio e non solo."
Questa affermazione ha portato i vari critici del calcio a scagliarsi nuovamente sui calciatori, accusandoli di essere strapagati solamente per "dare 4 calci al pallone", mentre c'è chi muore di fame.
Questo luogo comune può essere però sfatato da alcune interessanti osservazioni di mercato.
Nella costituzione italiana è scritto che un lavoratore deve essere retribuito proporzionatamente alla qualità e alla quantità di lavoro svolto. Questo significa che un datore di lavoro deve pagare il proprio lavoratore sulla base di un contratto oneroso di scambio che consideri al suo interno sia l'ammontare delle ora lavorative sia la qualità del lavoro svolto, in termini di responsabilità, difficoltà e complessità. 
I calciatori, come gli attori, sono molto "richiesti" dal pubblico e dunque le stesse società sanno benissimo che il loro valore è molto alto.
 Se poi consideriamo che i calciatori bravi sono veramente pochi il gioco è fatto. 
Il mercato del lavoro afferma infatti che se la domanda delle  imprese è elevata mentre langue l'offerta  dei lavoratori, il salario tende ad aumentare.
I calciatori sono infatti pagati da aziende  private, sulla base di un contratto nel quale scambiano le loro prestazioni in campo in cambio di soldi. 
Dire che i calciatori percepiscono una stipendio  troppo alto è concettualmente sbagliato. Se per calciatori intendiamo tutti coloro i quali svolgono un'attività semi/professionistica ci accorgiamo che esclusivamente lo 0.5% percepisce uno stipendio milionario, un numero bassissimo che comprende solo coloro i quali sono in grado di far raggiungere alle loro squadre obiettivi molto alti. 
Nelle casse delle varie società entrano tantissimi soldi in caso di vittoria di uno scudetto o di una Champions, soldi che derivano non solo dai premi ma sopratutto dalle Pay-tv e dagli sponsor. 
I presidenti delle squadre di calcio non ottengono guadagni solo da questi ultimi ma spesso acquisiscono una reputazione in tutto il paese che li porta ad avere dei vantaggi: per esempio è probabile che un milanista indeciso su chi votare alle elezioni scelga Berlusconi per le gioie che gli ha regalato sul campo, o che un tifoso della Juve decida di acquistare una macchina Fiat.
Se poi consideriamo il numero di abbonamenti che sale vertiginosamente quando vengono acquistati grandi giocatori, vedi la Fiorentina quest'anno, o le magliette vendute di un Balotelli o di un Hamsik, ecco che capiamo perché le società sono disposte a pagare qualsiasi cifra per avere un grande calciatore alle loro dipendenze. 
Nel 2013 è stato stimato che la Serie A sia un'industria da 2 miliardi di euro l'anno, mentre tutto il movimento calcistico, comprese le migliaia di scuole calcio sparse per il paese, produce circa 6 miliardi l'anno, collocando l'industria del calcio ai vertici dell'intero settore economico italiano. 
Spesso però l'accusa principale ai calciatori è quella etica: "è moralmente sbagliato che prendano così tanto."
 Innanzitutto non sono loro a decidere i loro stipendi ma le società, le quali sono però
costrette a pagarli cosi tanto perchè il pubblico, che comprende anche gli stessi critici, non sa stare senza vedere la partita della loro squadra del cuore. Praticamente tutti i bambini in Italia sono appassionati di calcio e tutti conoscono la Juve o l'Inter sicuramente più del funzionamento del  Parlamento. Il calcio fa appassionare, quando gioca l'Italia il paese si ferma e se non ci fossero i calciatori tutto ciò non sarebbe possibile. 
In conclusione si possono accusare i calciatori di molte cose di ma non di ricevere uno stipendio troppo alto, sia perché lo stesso mercato lo richiede sia perché il pubblico lo vuole.
   
   
                                                                                                                                Giorgio Cesario

lunedì 26 agosto 2013

SE BALOTELLI VIENE PRIMA DEL MILAN..

"Passa il tempo, ma tu non passi mai." È il verso di una canzone che sembra dedicata a Mario Balotelli. Ancora una volta oggi si discute maggiormente riguardo la partita Dell'attaccante rossonero, e solamente in secondo piano viene evidenziata la prova mediocre di un Milan svogliato. Non un'eccezione per Allegri, la falsa partenza è infatti una caratteristica del suo Milan: in quattro anni  una sola vittoria all'esordio, e mai più di quattro punti nelle prime tre giornate. Il match è stato divertente, i gol non sono mancati, così come qualche episodio dubbio ambo le parti. Il Verona ha espresso un buon calcio, simbolo della continuità di Mandorlini su questa panchina. Una squadra quadrata, con un modulo ben definito, il 4-3-3, che esalta le qualità di un centravanti infinito come Luca Toni, capace a 36 anni di lottare, e sovrastare, i due centrali milanisti, con una partita di grandissimo cuore. Il Milan è apparso troppo Balotelli dipendente, succube del suo talento ed al tempo stesso  del suo essere così umorale, e su questo Allegri deve ancora lavorare molto. 
Menzione speciale per il pubblico di Verona, nessuno ne parla, ma i cori razzisti messi in conto prima del match non sono arrivati, con grande sorpresa di tutti. Certo, Mario è stato "beccato" tutta la partita, come capita, d'altronde, un po' a tutti i grandi giocatori, quelli che "o li ami o li odi", ma questo non basta a giustificare la prestazione più che insufficiente.
Niente drammi, una sconfitta è una sconfitta, niente di più, c'è tempo per rimediare, ma ora serve tanta concentrazione, perché mercoledì non si può sbagliare, e il Milan avrà bisogno, manco a dirlo, del suo miglior Balotelli.

venerdì 23 agosto 2013

FINALMENTE SI RICOMINCIA, BENTORNATA SERIE A

Signori, si parte. Si stanno per accendere le luci rosse, oramai solo 48 ore ci separano dal tanto agognato inizio del campionato di serie A. 
E sulla griglia di partenza troviamo le 20 monoposto in stato diverso: poche già rodate, qualcuna al tagliando, altre ancora in manutenzione. Andiamo a scoprire chi. 
A questo punto, sembra doveroso indicare la favorita, colei che ha conquistato la pole position: la Vecchia Signora. Una squadra sana ed in salute, come dimostrato nettamente in Supercoppa, e con l'organico più completo tra tutte.Inutile ripetere la solita storiella della "distrazione" Champions: come testimoniano le precedenti annate, se i bianconeri rimangono concentrati, molto difficilmente ci sarà un nuovo vincitore al traguardo. Ben più interessante è capire chi sarà il cattivo, lo sfidante, l'antagonista principale. Il Napoli di Don Rafè appare come una bottiglia di champagne, allegro e frizzante. Speriamo che non si appesantisca, rimanendo leggeri si può fare. La Fiorentina ricorda la principessa che chiede allo specchio: "chi è la più bella del reame?" Ovviamente sei tu, mia cara regina, ma ricordati che quando giocherai lontano dal Franchi, su campi logorati, contro squadre più che tenaci, la bellezza non basterà. Poi il Milan, che riparte compatto, ma con un vantaggio in più: questa volta l'ariete di sfondamento si presenta subito al via, non aspetta il giro di boa, sperando che basti per fare la differenza. La Roma è un paradosso, una creatura sempre in evoluzione e mai compiuta, tra tanti punti interrogativi e cessioni eccellenti, ci sarà da incrociare le dita, sperando di incoronare Garcia come l'ottavo Re di Roma. La Lazio ha la pancia piena, ancora ubriaca di gioia dopo il 26 maggio, limite da non sottovalutare, come si è visto nella gara contro i bianconeri. 
E alla fine arriva Polly, anzi no, scusate, l'Inter, che nuota in mare aperto, cercando un riparo sicuro per la notte, ignara del fatto che Mazzarri è uno scudo resistente, ma non può sostituirsi al presidente (che non c'è) o alla dirigenza (che forse è meglio se non ci fosse). E poi ci son tutte le altre: l'Udinese delle meraviglie, che anche quest'anno scalzerà una della sette sorelle, forse occupandone definitivamente il posto, il Parma di Cassano, il Cagliari che riconferma tutti i suoi gioielli. E dietro ci sarà da lottare, come al solito, perché retrocedere non piace a nessuno, soprattutto in Italia. Benvenuto Campionato. Pardon, Bentornato.

MARCO CESARIO