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lunedì 15 luglio 2013

ATLETICA LEGGERA: L'ENNESIMA PAGINA NERA DEL DOPING

Il 14 luglio non verra' piu' ricordato solo per la presa della Bastille, ma anche come la domenica piu' nera che il mondo dell' atletica abbia mai vissuto.
Cinque atleti giamaicani sono risultati positivi ad un test antidoping effettuato dopo i campionati nazionali di Kingston un mese fa. Tra questi nomi spiccano quelli di Asafa Powell e Nesta Carter, campioni olimpici della staffetta 4x100 alle olimpiadi di Londra, e Sheron Simpson, ex campionessa mondiale dei 200 metri.
Ma non finisce qua. E' stato trovato positivo anche
Tyson Gay, velocista statunitente ed ex primatista del mondo, uno dei principali sfidanti di Usain Bolt.
Lo tsunami del doping si abbatte sul mondo dell' atletica in maniera devastante. Questa volta non si tratta di un singolo caso isolato, adesso tutto il "modello" giamaicano e' sotto accusa. Gay e Powell erano da sempre due icone del mondo dello sport pulito, al contrario dei vari Montgomery, Gatlin e Ben Johnson, gente che con il doping e' sempre andata a braccetto.
A Mosca vedremo Bolt correre senza avversari, con Yohann Blake ancora infortunato. Bolt, il piu' forte, e' ancora pulito.
Durerà? Alcuni se lo chiedono speranzosi, altri pensano che sia solo questione di tempo. Ed in effetti, la risposta non e' cosi' importante in questo caso. Basta un "durera'?" per sapere che oramai questo sport di "sportivo" ha davvero ben poco?.
Come si suol dire speriamo che la giustizia faccia il suo corso perchè qui c'è in gioco la credibilità di uno sport e di una nazione, di una disciplina che fonda le sue radici nell'Antica Grecia e arriva fino ai nostri giorni mantenendo lo stesso minimo comun denominatore: la sana competizione sportiva.
Tutto il contrario del doping.


MARCO CESARIO.

mercoledì 3 luglio 2013

CONFEDERATION CUP: IL BILANCIO AZZURRO AD UN ANNO DAL MONDIALE

E' indubbiamente positivo, tenendo conto anche del grande Europeo di un anno fa, il bilancio dell'avventura della nazionale alla Confederation Cup appena conclusa. L'Italia ha confermato di potersela giocare con chiunque, è un avversario rispettato da tutti e, siamo pronti a scommetterci, è una nazionale che ormai nessuno si augura di incontrare, soprattutto in una gara ad eliminazione diretta. E' la nostra storia d'altronde: stentiamo con le piccole squadre, ma quando arrivano i match importanti con squadre blasonate, difficilmente ci facciamo cogliere impreparati. Questo è già un traguardo ed ovviamente un merito di Prandelli: aver restituito alla nazionale italiana quella caratura mondiale che era andata scemando dopo il pessimo Mondiale de 2010 e dopo gli ultimi anni deludenti a livello di vittorie dei club italiani in Europa. Per questo motivo gli azzurri tra un anno hanno l'obbligo di puntare solo ad un piazzamento: il primo. Bisognerà vincere la concorrenza della Spagna, che nonostante tutto rimane la nazionale più forte al mondo. Bisognerà arginare il Brasile, che sarà caricato a mille dalla possibilità di vincere la Coppa del Mondo in casa propria. Bisongerà fare attenzione alla Germania, alla nuova Francia dei giovani, all'Argentina di Leo Messi e a tante altre mine vaganti. E' difficile, ma non impossibile e per farlo Prandelli dovrà lavorare in modo meticoloso per limare i pochi punti deboli della squadra.
Innanzitutto va definito il modulo: 3-5-2 o difesa a 4? E' indubbio che con il primo modulo la difesa funziona meglio (anche perchè i 3 difensori della Juve giocano tutto l'anno con questo modulo) mentre lo schieramento a 4 da più garanzie in attacco. L'Italia ha dimostrato di saper giocare bene con entrambi i moduli soprattutto all'Europeo (il pareggio con la Spagna è arrivato con la difesa a 3 mentre la grande vittoria con la Germania  arrivò con i 4 dietro). Va trovato però un equilibrio tra queste due soluzioni perchè troppi stravolgimenti possono portare ad una confusione tattica che in una partita secca può essere decisiva. La questione del modulo è una coperta corta, se si perde qualcosa da un lato del campo la si riguadagna dall'altro lato. Starà a Prandelli trovare la soluzione migliore.
Passiamo ai singoli: Buffon non sarà più quello di una volta, ma è uno dei migliori portieri al mondo, e in una competizione come il Mondiale uno della sua esperienza deve giocare. Bonucci, Barzagli e Chiellini sono tre ottimi difensori, che diventano grandi difensori con la difesa a 3, e sono meno grandi con quella a 4. E' giusto che imparino a giocare con entrambi i moduli. De Sciglio ha confermato di essere un giovane di grandi prospettive su entrambe le fasce della difesa, Abate e Maggio non saranno Dani Alves e Maicon, ma sulla destra fanno il loro dovere. Il primo meglio nella difesa a 4, il secondo meglio esterno nel centrocampo a 5. Proprio il centrocampo è il reparto più importante di questa squadra: fuoriclasse come Pirlo, o giocatori come Marchisio, De Rossi, Verratti e Montolivo in pochi ce li hanno. A prescindere dal modulo, se c'è la condizione fisica giusta, in mediana possiamo giocarcela con tutti. Una menzione sempre a centrocampo va fatta per Giaccherini e Candreva: soprattutto il primo è stato criticato ancor prima di mettere piede in campo, ma poi grazie alla voglia e alla determinazione è risultato forse il migliore azzurro della Confederation. Staremo a vedere se tra un anno ripeterà queste prestazioni, oppure se deluderà come all'Europeo scorso, dove Prandelli lo bocciò dopo solo una partita. In attacco il dilemma è chi affiancare a Balotelli, se El Sharaawy, Diamanti o qualcun'altro. SuperMario è intoccabile, ma gli va trovato un partner adeguato, da solo non può reggere contro una difesa ben organizzata.
Il contro alla rovescia è iniziato, tra meno di un anno l'Italia si ritroverà a lottare per quella Coppa che ha conquistato già quattro volte nella propria storia, diventando la seconda nazionale di sempre con più mondiali vinti, dopo il Brasile. Già il Brasile, il paese ospitante dei prossimi campionati del mondo. Agganciarli a vincendo a casa loro sarebbe un'impresa doppiamente storica. E allora Forza Azzurri!.