1)Se i violenti
(perché purtroppo allo stadio a volte vanno i violenti) volessero farsi la
tessera potrebbero, nessuno glielo impedirebbe. Dato che chi ha già avuto una
condanna per reati da stadio non potrebbe comunque andarci aldilà della
tessera, mentre chi non ha ancora compiuto atti di violenza ma è intenzionato a
compierli può ricevere la tdt senza problemi
2) Senza tessera non si può fare l’abbonamento ma si possono
comprare i singoli biglietti, anche per tutte le partite in casa! Ma se un
violento invece di entrare allo stadio con un abbonamento ci entra con un biglietto
cambia qualcosa??
3) Nelle partite in trasferta il meccanismo funziona così:
es. per inter-Roma la tessera del tifoso è necessaria per i tifosi della Roma
perché la squadra si trova in trasferta. Ma come fare per capire di che squadra
sia chi acquista il biglietto? La soluzione è questa si vieta la vendita
(tranne per i possessori della tdt) ai residenti nelle regione da cui parte la
trasferta, in questo caso ai residenti della regione Lazio. Ma mi chiedo ma se
io sono un tifoso della Roma, nato a Roma ma residente a Napoli, magari per
motivi di lavoro, sono meno pericoloso di un tifoso romanista residente a
Roma???
Ma allora perché si è messo su tutto questo polverone per
niente? Beh in molti pensano che la vera ragione sia un’altra tutt’altro che
sportiva. Basti pensare che chi aderisce al suddetto programma si mette in
tasca una bellissima carta di credito revolving che comporta il 14% di
interesse(quasi la stessa percentuale che pretenderebbe un usuraio) e che il progetto iniziale, quello di maroni&co,
era quello di rendere obbligatorio l’acquisto degli abbonamenti utilizzando la
tessera come carta di credito e quindi di costringere i tifosi a pagare gli
interessi esorbitanti (progetto andato in fumo
a causa della sentenza emanata dal Consiglio di Stato che ha giudicato
illegittimo questo passaggio). In secondo luogo va analizzato ciò che sta
succedendo negli ultimi anni nell’ambito del tifo all’interno del quale la
tessera del tifoso può essere collocata solo come la punta di un iceberg. Il concetto
è semplice: mentre fino a vent’anni fa’ gli introiti che finivano nelle tasche
delle società sportive erano derivanti dai biglietti dello stadio che venivano
acquistati dai tifosi, ora tutto è cambiato, infatti i 2/3 degli incassi
provengono dalle pay tv. Per cui il processo che si sta attuando tacitamente è
quello di scoraggiare il tifoso a seguire dal vivo la propria squadra
invitandolo a starsene seduto sul divano guardando la partita più comodamente e
pagando meno. Tant’è che negli ultimi anni si sono susseguiti diversi
provvedimenti: biglietti nominativi, chiusura dei botteghini il giorno della
partita, daspo per ogni tifoso che minimante non rispetta le regole, prezzi dei
biglietti esorbitanti e infine la tessera del tifoso. Perché oltre ad essere
inutile questa tessera è anche scomoda! Per ottenerla è necessario presentare 2
fotocopie di un documento, 4 fototessere in formato passaporto USA, e tanta
pazienza dato che sono necessari almeno 60 giorni prima che arrivi. Tutto
questo atto a sfavorire la presenza sugli spalti.
Dopo tutta questa spiegazione ancora però non si riesce bene
a comprendere bene il motivo della protesta da parte dei tifosi più accesi.
D’altronde nonostante l’inutilità del provvedimento dal punto di vista
dell’ordine pubblico, al contrario è indubbiamente necessaria per andare in
trasferta e abbonarsi. Il motivo non è facilmente comprensibile e si aggancia
concetti più ampi. Il ragionamento che è stato fatto è questo: ma perché per
fare qualcosa che io considero normale mi devo mettere in tasca una carta di
credito?, perché devo dare tutti i miei dati alla questura( che tanto nella
maggioranza dei casi già li ha)?, perché devo dire si a tutto ciò che non ha
assolutamente attinenza con l’ordine pubblico?. Inoltre già sapendo che accettando
tra qualche anno si penserà ad un altro provvedimento più invasivo, e poi ad un
altro si ne corrisponderà un ulteriore provvedimento e così via. Ma quante
volte sentiamo di accoltellamenti in discoteca, ma per caso si è mai sentito
parlare di tessera del discotecaro? Per questo si è deciso di rifiutare, di
dire “no grazie” anche a costo di rinunciare a qualcosa di veramente caro come
seguire la propria squadra lontano da casa, “io non voglio una carta di credito
per andare allo stadio, non ne ho bisogno” per cui si resiste senza accettare
compromessi perché in un momento così dove tutti si fanno passare sopra ogni
sorta di abusi, soprusi e violenze abbassando la testa c’è chi dice no, a
provvedimenti stupidi che coprono solo
sporchi interessi economici, anche a costo di rimetterci.
MICHELE NOCE
MICHELE NOCE
Nessun commento:
Posta un commento