Il 2012, in scia con gli anni precedenti, porta con sé
un’ulteriore, anche se piccola, diminuzione della percentuale di presenze allo
stadio. Le cause di questo continuo declino sono svariate, e vanno tutte in una
stessa direzione. Ormai andare allo
stadio è divenuta un’opera coraggiosa. Gli stadi sono vecchi e decadenti (a
proposito la legge sugli stadi che viene definita in via d’approvazione da due
anni, ripeto da due anni, è morta nelle camere di una politica sempre più
ridicola), i biglietti invece sono sempre più costosi. Basta pensare che nel 90% degli stadi italiani la partita
non si vede, per comprare i tagliandi per queste benedette partite servono documenti
anche per gli under 14 e per andare in
trasferta serve una carta di credito che non ha niente a che fare con il
tifoso. Insomma con queste premesse è
normale che il supporter medio alla fine preferisca la il divano allo scomodo
seggiolino dello stadio.
Se il 2012 sotto l’aspetto delle presenze dei tifosi è
andato di pari passo con quelli precedenti, va registrata un’innovazione degna
di nota: l’albo degli striscioni. L’albo degli striscioni è l’ultima trovata
dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e riguarda chi vuole
portare uno striscione allo stadio. Grazie
a questa nuova normativa chi vorrà portare il proprio vessillo dovrà inviare la
foto dello stesso al sito dell’osservatorio con allegate le misure e il gruppo
che l’ha fatto. In altre parole una schedatura, in altre parole una difficoltà
in più a nei confronti di chi vuole comunicare un messaggio di incitamento alla
propria squadra, o di sfottò verso la squadra avversaria. È vero che a volte si
sono registrati dei messaggi troppo offensivi, ma comunque la percentuale è ridotta
e non giustifica il voler punire tutti. Bisogna ricordare che gli striscioni
hanno fatto la storia del tifo italiano, basti ricordare ad esempio lo slogan
di sfottò che scrissero i napoletani arrivati a Verona “Giulietta è’na zoccola”. Oppure sempre a Verona i tifosi romanisti che alla
fine di un campionato culminato con una tragedia (perdere uno scudetto a 4 giornate dalla fine è una tragedia)
scrissero “chi tifa Roma non perde mai”.
Dopo una premessa così l’epilogo sembra scontato, il tifo in
Italia sta morendo, lentamente, ma sta morendo… eppure il vento soffia ancora,
eppure qualcosa si sta ancora muovendo. Infatti nonostante tutto questo, esiste
uno zoccolo duro che non molla, che sembra credere in una rinascita o meglio
continua a fare quello che reputa giusto senza pensare a cosa dice l’opinione
pubblica. E’ così a Roma, a Napoli, a Lecce, Genova, Taranto, Pisa, Terni. Quindi si continua per questa strada, si
resiste.
E per questo che il mio augurio di buon Natale va non a
tutti, ma solo a chi nonostante tutto quello che sta succedendo, e qui non mi
riferisco all’ambito calcistico, ma a tutto il resto, prova a resistere, a fare
quello che si “vuole” e non quello che si “viene costretti “ a fare. Buon
Natale a chi resiste.
MICHELE NOCE
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