3 gennaio, Busto Arsizio, si gioca Pro Patria-Milan partita amichevole di inizio anno. Lo stadio pieno di famiglie, di bambini. Insomma la classica partita tranquilla. Eppure qualcosa di strano succede perché a metà primo tempo, Kevin Prince Boateng scaglia la palla verso le tribune e se ne va, seguito poi dal resto della squadra. Cos’era successo? Semplice: Ogni volta che toccava palla lui, o un altro compagno di colore del Milan, una sparuta minoranza di tifosi della Pro cominciava a lanciare ululati simili al verso delle scimmie. E così, il povero Boateng non ha retto.
Nonostante fosse solo una partita amichevole, quasi in famiglia, il gesto di Boateng si è propagato a macchia d’olio non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Il merito, ovviamente, è dei media che hanno battuto la notizia, se non fosse però che molti hanno aperto la contesa andando alla ricerca della più vuota e melensa retorica su come il calcio dei giorni nostri sia malato, senza parlare dei problemi reali e passare in rassegna possibili soluzioni. I soliti discorsi dietrologici senza capo né coda, utili solo ad alimentare polemiche. Sono così rispuntati fuori i soliti sostenitori del “è meglio chiuderle definitivamente le curve” o “quella è gente repressa e violenta” che hanno continuato con le loro tesi nonostante le persone identificate siano 5 tifosi possessori di tessera del tifoso (un momento loro non erano i buoni?) e addirittura un assessore della Lega Nord che almeno ha avuto il buon gusto di dimettersi. Non i soliti frequentatori delle curve quindi.
Mettiamo in chiaro le cose, il gesto di quei pochi, è senza dubbio da condannare, ma ciò che emerge di sconcertante da questa vicenda è l’assoluta vittoria dell’ipocrisia tipica ita(g)liana. Perché è molto facile interrompere una partita amichevole in nome del fair play e del “no racism” ma quando si parla di partite di campionato nessuno si sogna di farlo. L’esempio si è subito verificato: durante Lazio-Cagliari ci sono stati "buu" razzisti verso Ibarbo. Niente sospensione. Come scritto dall’Avv. Contucci nel blog del famoso giornalista F.Bocca “l’antirazzismo o è un valore assoluto o non lo è”. In sostanza o viene espresso sempre, oppure sarebbe meglio tacere per far più bella figura. Purtroppo l’unico valore assoluto, di fronte al quale tutto passa in secondo piano, è il denaro. Al cospetto del denaro nessuno pensa neanche minimante di fare questioni di principio o moralità, nemmeno il milionario Boateng, che se quella partita fosse stata Milan-Barcelona e non Mila-Pro Patria di certo non se ne sarebbe andato.
Ma tanto a noi va bene così, scoppia un caso in un’amichevole inutile, si interrompe la partita, comincia la solita tarantella farcita di editoriali giustizialisti di prestigiosi giornalisti e interventi di tutte le autorità del caso. Sindaci, ministri, presidenti e tifosi dicono la loro, ma poi si arriva alla domenica e si riparte, come se nulla fosse, fieri di aver risolto il problema all’ita(g)liana. The Show must go on...
MICHELE NOCE
"Parliamo di calcio" e' un blog che si propone di discutere in modo serio e approfondito dello sport piu bello del mondo, attraverso articoli, approfondimenti e sondaggi sugli avvenimenti calcistici del momento, dalla Serie A alla Premier League, passando per il resoconto delle giornate di Champions ed Europa League, senza trascurare il calciomercato e gli altri campionati stranieri, cercando di mantenere obiettività e serietà in tutte le discussioni, buon calcio a tutti...
Cerca nel blog
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento